Quinta settimana di pasqua
Aforisma del giorno di Henri-Dominique Lacordaire (1802-1861)
Il silenzio è l’ultimo sforzo dell’anima ricolma, che non può più dire nulla.
Preghiera del giorno di Blaise Pascal
Allontana da me, Signore, la tristezza che l’amore di me stesso potrebbe arrecarmi per le cose del mondo che non riuscissero di gradimento alle inclinazioni del mio cuore.
Fa’ che io mi auguri salute e vita solo per impiegarla e concluderla per Te, con Te, in Te! Non Ti domando né salute, né malattia, né vita, né morte per la tua Gloria, per la mia salvezza e per l’utilità della Chiesa e dei tuoi Santi.
Fa’ dunque, o Signore, che io mi conformi alla tua Volontà e che, sia nella salute, sia nella mia malattia sempre glorifichi Te, mio Signore. Amen.
Santo del giorno
Parola di Dio del giorno Giovanni 14,27-31
Disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me.
ùVe l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
Riflessione del giorno
L’episodio è così inverosimile da sembrare inventato, ma è vero ed è successo qualche decennio fa in un paesino sperduto fra le montagne della Cordigliera Andina.
Era morto un “anziano” e i familiari gli avevano organizzato la veglia funebre che si era prolungata di notte tra abbondanti bevute a cui partecipavano anche i vicini. Ma a un tratto il morto si era risvegliato fra lo stupore dei presenti che però non erano né convinti né contenti della piega presa dai fatti.
Così dopo aver chiuso nella stanza il redivivo, i congiunti e i vicini dopo un serrato confronto, decisero che un morto deve fare il morto, a costo di obbligarlo se necessario. Detto, fatto. Al poveretto, che faticava a raccapezzarsi di quel che gli era accaduto, non si lasciò nemmeno il tempo di capire: per la seconda volta fu obbligato a tornare nella cassa da morto a riprendere l’eterno riposo interrotto dal risveglio.
Sulla decisione pesò l’alcol bevuto in quantità navigabili, ma soprattutto il fatto che uno non può permettersi di risorgere se gli hanno già organizzato i funerali. Vicenda stramba e drammatica questa, che però ha non poche affinità con la guerra in atto. Solo che in questo caso chi ha organizzato in anticipo i funerali, non ha messo in conto la combattività della vittima…
Intenzione di preghiera per il giorno
Per gli ospiti italiani e stranieri del Patronato, dai bambini della Bolivia, agli studenti e giovani, agli adulti soli e bisognosi.
Don’t forget! 1000 quadri più belli del mondo
HONORÉ DAUMIER: LA CARROZZA DI TERZA CLASSE
1862 – olio su tela – 67 x 93 cm – Galleria Nazionale del Canada – Ottawa
Il pittore, scultore, litografo e caricaturista francese Honoré Daumier (1808 – 1879) è noto per le sue vignette di satira politica e per i quadri dei quali ha fatto uno strumento di lotta politica e un manifesto della sua predilezione per le classi popolari e della sua attenzione alle loro dure condizioni di vita.
Il quadro che oggi presentiamo è da questo punto di vista un esempio tra i più emblematici: le figure sono ritratte in un vagone ferroviario di 3.a classe, ammassate su dure panche di legno, con lo sguardo perso nel vuoto e rassegnate a loro destino di povertà e sofferenza.
Ai lavoratori, dei quali si intuisce la fatica, danno le spalle i borghesi dei quali si evidenzia l’arroganza e l’indifferenza e che conversano solo tra di loro come a voler sottolineare il divario tra deboli (madri di famiglia, poveri operai e bimbi stanchi) e potenti (ricchi imprenditori), realtà insieme metaforica e concreta che emerge in modo netto dal dipinto.
Particolare risalto è dato all’anziana in primo piano, che costituisce il centro visivo e compositivo del quadro: avvolta nel mantello, poggia le mani ossute sul paniere che reca in grembo.
L’espressione stanca ne evidenzia la povertà e le occhiaie vuote trasmettono rassegnazione di fronte all’impossibilità di garantire un futuro diverso sia alla ragazza (la figlia) che sta allattando il neonato sia al ragazzino alla sua destra, che dorme cullato dal rollio delle rotaie.
I due gruppi sono separati solo dallo schienale dei sedili, ma di fatto appartengono a due mondi lontanissimi e non comunicanti. L’artista adotta colori fra il giallo e il marrone e tratteggia le figure in modo veloce, mobile, che le lascia appena abbozzate, quasi incompiute.
È lo stile adatto a sottolineare gli scarsi mezzi e la mestizia di questa gente…Anche la sua firma sulla cassa di legno legata con lo spago manifesta l’interesse e la vicinanza del pittore agli ultimi e ai diseredati.