Riflessione del giorno

martedì 2 gennaio ’18

By Patronato S. Vincenzo

January 01, 2018

 

nella fotografia – Giulio Romano, Sala dei Giganti, 1532-34, Palazzo Te, Mantova

 

Proverbio del giorno

«Il cielo parla talvolta per bocca dei folli, degli ebbri e dei bambini (India)»

 

Iniziamo la Giornata Pregando

O Emmanuele, tu sei il Dio con noi! Adoriamo il Dio della vita; inginocchiamoci dinanzi al presepe, contempliamo il divino mistero. Le antiche promesse sono avverate: questa è la tua fedeltà, o Dio, questo è il tuo amore per noi. È Natale nel mondo, Natale di vita di pace e di bontà.  E Natale nel cuore di tutti: a ognuno la sua luce, a ognuno la sua stella, tutti insieme a cantare: O Emmanuele, tu sei il Dio con noi!

 

BASILIO e GREGORIO NAZIANZENO.

Basilio nacque intorno al 330 a Cesarea. Dopo gli studi, si dedicò all’ascetica, costruì un monastero, compose 2 regole: per questo è considerato organizzatore della vita monastica. Il suo vescovo lo volle come collaboratore e alla sua morte venne chiamato a succedergli. Basilio diede un contributo decisivo alla precisazione del dogma trinitario; denunciò gli abusi, lottò contro la miseria e organizzò istituzioni di beneficenza aperte a tutti. Gregorio di Nazianzo, a Basilio legato da amicizia, amore allo studio e dignità episcopale, era poco dotato per il governo. Viene chiamato “il teologo” per il profondo senso del mistero di Dio

 

La Parola di Dio del giorno (Gv 1,19-28)

Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Chi sei tu?».  Egli confessò e non negò, e confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Che cosa dunque?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia».

 

Riflessione del Giorno (Mattutino di Mons. Ravasi)

Gli uomini avanti in età devono essere esploratori. / Il luogo e l’ora non sono importanti. / Noi dobbiamo muoverci senza sosta verso un’altra intensità, / per un’unione più completa e una comunione più profonda… / Nella mia fine è il mio principio. In my end is my beginning: è il verso di una poesia di Thomas S. Eliot. Era anche il motto dell’infelice regina Maria Stuarda di Scozia, giustiziata da Elisabetta I nel 1587, ed è anche una sorta di sigla che possiamo assumere per meditare sul gocciolare delle ultime ore del 2017. Ma risaliamo ai versi precedenti rivolti a coloro che hanno già vissuto molte fine d’anno. Non si deve cedere alla tentazione che nulla più ci attende, che abbiamo ormai visto tutto e sperimentato a sufficienza e, soprattutto, che ci attende solo una fredda lapide funeraria sulla quale idealmente sta scritto The end. Il poeta, invece, ci ricorda che dobbiamo sempre pellegrinare nella vita, alla ricerca di un «oltre», anzi di «un’unione più completa e di una comunione più profonda». È quello che anche l’islam credente chiama l’Incontro per eccellenza col Creatore, che ci aspetta una volta varcata la soglia della morte. È per eccellenza anche l’annuncio cristiano che apre uno squarcio di luce oltre l’oscura galleria dell’agonia: «saremo sempre col Signore», come dice san Paolo, cioè nell’eterno e nell’infinito di quel Dio dalle cui mani siamo usciti e le cui mani alla fine ci raccolgono. Sì, in my end is my beginning, nella mia fine c’è un nuovo inizio.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo perché durante questo anno possiamo diventare strumenti di pace e di consolazione