Riflessione del giorno

Martedì 23 dicembre 2025

By Patronato S. Vincenzo

December 23, 2025

 

4. a Settimana tempo di Avvento

 

Avvenne il 23 dicembre…

1941 – Il sommergibile tedesco U 559 affonda il piroscafo Shuntien causando circa un migliaio di vittime, fra i quali numerosi prigionieri di guerra italiani.

1947 – Si tiene la prima dimostrazione del transistor.

1968 – Missione Apollo 8 con a bordo i primi uomini ad orbitare intorno alla Luna.

1978 – Disastro aereo a Punta Raisi: un DC 9 si schianta in mare e muoiono 108 persone.

1984 – S. Benedetto Val di Sambro: sul rapido 904 Napoli – Milano, esplode una bomba nella grande galleria dell’Appennino: 15 moti e più di 100 feriti. È l’inizio dello stragismo di Stato.

 

Antifona della novena di Natale 

“O Emmanuele, re e legislatore nostro, speranza e salvezza dei popoli: vieni a salvarci, o Signore nostro Dio”.

 

Preghiera Colletta

Dio onnipotente ed eterno, contemplando ormai vicina la nascita del tuo Figlio, rivolgiamo a te la nostra preghiera: ci soccorra nella nostra indegnità il Verbo che si è fatto uomo nascendo dalla Vergine Maria e si è degnato di abitare in mezzo a noi. Egli è Dio, e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen

 

Santo del Giorno

 

Parola di dio Luca 1,57-66

In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni».

Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.

Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.».

 

Riflessione Don Arturo Commenta don Bepo

«Dopo la festa della Provvidenza rimane il dovere ad una perenne gratitudine. Qual è il modo di essere grato a Dio sta nell’essere come ci vuole Lui». Don Giuseppe Vavassori (domenica 25 agosto 1965- dialoghi domenicali).

Oggi il Patronato presenta un volto nuovo. Con un intervento che sa di miracolo, una buona parte del vecchio Patronato è stata ristrutturata.  Don Bepo dal cielo benedice gli amministratori che hanno esplorato tutte strade per venire incontro ai bisogni del crescente numero di persone in difficoltà.  E benedice benefattori e volontari, mani provvidenziali sempre necessarie per far fronte a una gestione ordinaria sempre più onerosa e venire incontro alle nuove generazioni che a ondate approdano al Patronato. Nella annotazione sopra riportata e tratta dai dialoghi domenicali coi giovani don Bepo Vavassori mette a fuoco il dovere della perenne gratitudine che dobbiamo a Dio e indica al tempo stesso il modo di manifestare questo sentimento: “Essere come Lui ci vuole”. 

Una donna vestita con un abito modesto entrò in un negozio di alimentari. Si avvicinò al gestore e umilmente, a voce bassa, gli chiese se poteva avere alimenti a credito. Gli spiegò che suo marito si era ammalato in modo serio e non poteva più lavorare e i loro quattro figli avevano bisogno di cibo. L’uomo sbuffando le intimò di togliersi dai piedi. Ma lei senza scomporsi riprese: «Non tema, le porterò il denaro quanto prima». Il padrone del negozio ribadì che lui non faceva credito e che cercasse un altro negozio nel quartiere. Un cliente, vista la scena, gli chiese di tentare di accontentare la povera donna. Allora Il droghiere con voce seccata, chiese alla donna: “Ha una lista della spesa?”. Con un filo di speranza la donna rispose: “Si, signore”. “Bene”, disse l’uomo, “Metta la sua lista sulla bilancia.

Le darò tanta merce quanto pesa la sua lista”. La donna estrasse dalla borsa un pezzo di carta e scarabocchiò qualcosa in fretta, poi posò il foglietto con cautela su un piatto della bilancia. Gli occhi del droghiere e del cliente si dilatarono per la meraviglia quando videro il piatto della bilancia abbassarsi di colpo e rimanere abbassato. Il droghiere fissando la bilancia, brontolò: “È incredibile!”. Il cliente sorrise e il droghiere cominciò a mettere sacchetti di alimenti sulla bilancia: pasta, scatole e lattine, ma la bilancia non si muoveva. Così continuò innervosito. Poi, quando sul piatto della bilancia non ci stava più niente afferrò il foglietto di carta e lo fissò.

Non era una lista della spesa. Era una preghiera: “Mio Dio, tu conosci la mia situazione e sai ciò di cui ho bisogno: metto tutto nelle tue mani”. Il droghiere consegnò alla donna tutto ciò che le serviva, in un silenzio imbarazzato. La donna ringraziò e lasciò il negozio. Il cliente che aveva assistito alla scena sorrise, e consegnando una banconota da 100 euro disse al negoziante: «Ora sappiamo quanto pesa una preghiera».                   

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo perché viviamo il tempo di Avvento in spirito di preghiera e intensificando la carità verso il prossimo e la pratica della vita buona.

 

Don’t Forget! Antifone di Natale 23 DICEMBRE

O Emmanuele,  nostro Re e legislatore, sospiro delle genti  e loro salvatore:  vieni a salvarci, Signore e Dio nostro.

È la penultima antifona della novena di Natale. Siamo ormai prossimi alla festa, e la Chiesa ci fa invocare il Signore come l’Emmanuele, il Dio-con-noi, nome in cui si esprime tutta la storia dell’amore di Dio per l’umanità. L’Eterno, l’Infinito, si è rinchiuso nel nostro tempo, ha cercato la nostra compagnia, tutto ha voluto condividere con l’uomo, fino alla morte, eccetto il peccato.

Il nostro Dio è venuto a noi come un amico, un fratello, in tutto solidale alla nostra condizione umana: una prossimità voluta fin dalla creazione dell’uomo e dall’uomo liberamente interrotta con il peccato, ma ristabilita con il sangue della croce dell’Unigenito, il Figlio amatissimo. Dio-con-noi nella vita, nella preghiera, nella sofferenza, nella morte: veramente “Il Signore è con noi, nostro rifugio è il Dio di Giacobbe” (Sal 46,8). Il nome di “Emmanuele”, che il profeta ci consegna invitandoci a non temere, l’evangelista Matteo lo pone a sigillo del suo vangelo: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (28,20): una prossimità che non verrà mai meno.

È la promessa affidabile dell’Emmanuele, il nostro Legislatore e nostro Re, il Salvatore del mondo. In questa invocazione, l’ultima delle grandi antifone della novena natalizia, è condensata tutta l’attesa del tempo di avvento, tutta la preghiera della Chiesa che invoca il ritorno glorioso del Redentore.