nell’immagine una fotografia di Luca Bracali
Proverbio del giorno
«Anche risciacquato con l’acqua di rose, l’aglio non perde il suo odore (India)»
Iniziamo la giornata Pregando (preghiera africana)
“O Dio che mi hai fatto passare la notte in pace, fammi passare in pace anche il giorno! Ovunque io cammini sul sentiero che tu hai costruito per me, Dio, dirigi i miei passi! Nel parlare allontanami dalla calunnia; nella carestia, allontanami dal brontolio; nell’abbondanza allontanami dalla prepotenza. Signore, all’infuori di te non c’è forza, sotto la tua mano ho passato il giorno, sotto la tua mano passerò la notte. Mia madre sei tu, mio padre sei tu. Amen ”.
Giovanni da Capestrano
Nato nel 1386 da barone tedesco e madre abruzzese, studia a Perugia e diventa ottimo giurista, tanto che viene eletto governatore della città. Fatto prigioniero, decide di diventare francescano; conosce S. Bernardino e diventa suo amico. Il Papa lo invia come legato in Austria, Baviera e Polonia dove dilaga l’eresia Hussita; il Terra Santa promuove l’unione degli Armeni con Roma. Nel 1456 si trova a Belgrado dove infuria la battaglia contro i Turchi e per 11 giorni e notti non abbandona il campo. Muore tre mesi dopo in Slavonia oggi Croazia.
Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno Luca 12,35-38.
Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».
BREVE COMMENTO AL VANGELO
L’esistenza cristiana è attesa dello Sposo che viene per prenderci con sé. Il cristiano non ha qui la sua patria. Straniero e pellegrino sulla terra, cerca la casa futura. “La nostra patria è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo (Fil 3,20). Il credente non si stanca del ritardo del suo Signore, non si distrae, non perde la fiducia dell’incontro beatificante con lui.
La Riflessione del giorno (frammenti di vita)
Alla sua età -è ultraottantenne- non è più parroco, ma in una chiesa sussidiaria ogni giorno celebra la Messa, confessa e parla volentieri con tutti. E’ un pezzo di pane a cui è impossibile non voler bene, perché se in predica non fa sconti a nessuno, nella pratica non c’è nessuno che possa dire di non essere stato aiutato. Una sera il volontario che fa da sagrestano gli dice stizzito: “Hanno forzato la cassetta delle candeline e l’hanno svuotata. Avviso i carabinieri?”. “Hanno rubato molto?” chiede l’anziano prete. “Non c’era più di qualche decina di euro, ma non è questione di soldi: questa è gente che non rispetta niente e nessuno, e se li lasciamo fare…”. Non termina la frase: il sacerdote si mette il dito sulla bocca e gli dice le parole più sorprendenti che il volenteroso aiutante abbia mai sentito. “Sta’ calmo: hai ragione di essere arrabbiato, ma prova a vedere la faccenda in quest’altro modo: durante la giornata la chiesa è sempre vuota e il Signore aspetta invano che qualcuno vada a trovarlo. Chi è entrato a rubare non ha visto Dio, ma Dio ha visto lui e avrà detto: da quanto tempo non vedevo questo! E chissà com’era contento”.
Intenzione del giorno
Preghiamo per i missionari, sacerdoti, religiosi e religiose e laici bergamaschi nel mondo.
Don’t Forget! – 266 quadro de “i 1.000 quadri più belli del mondo”
La pittura paesaggistica, che faceva da complemento e sfondo alle scene religiose o mitologiche e nei ritratti, diventa poco a poco genere pittorico indipendente, grazie all’innovazione dei pittori olandesi ai primi del Seicento. In questo contesto, gli zingari (oggi diremmo i Rom) sono spesso protagonisti privilegiati di questi quadri, per la loro natura nomade, la vita all’aria aperta e a stretto contatto con la natura, in ambienti sempre nuovi e diversi. Il pittore per eccellenza che li ritrae spesso in molte varietà di paesaggi, dalle ampie vallate alle aperte strade di campagna, è il fiammingo David Teniers il Giovane (1610-1690).
Nel dipinto Indovina zingara in paesaggio collinare, la vista è dominata dallo straordinario paesaggio di rocce e dalla sconfinata vallata percorsa dal fiume. Un mandriano conduce una mandria di buoi su un sentiero che si inerpica verso un borgo fortificato, mentre alcuni pastori sorvegliano il gregge in un declivio. In primo piano un gruppetto di zingare, deposti i loro miseri fardelli per terra, si riposa sedendo sui massi. A sinistra una vecchia zingara legge la mano all’incauto viandante, che è derubato della borsa da un ragazzino. Le figure umane sono minuscole in un contesto paesaggistico di grande respiro: in questo come in altri quadri del Teniers è infatti il paesaggio cioè la natura la protagonista e l’uomo è un essere minuscolo che per sopravvivere ricorre a mezzi poco ortodossi come il borseggio e l’inganno. L’effetto del quadro è di grande fascino e suggestione non solo per la capacità del pittore nel comunicarci il senso della natura, ma anche per l’ammiccamento che fa alla libertà trasgressiva della vita zingaresca…insomma ecologia e aspirazione a una vita libera e alla trasgressione, due temi “moderni” e fin troppo di moda oggi (cfr. la vita “spericolata” di Vasco Rossi).