Aforisma del Giorno (Cartesio)
Alla resa dei conti, non c’è vizio che nuoccia tanto alla felicità dell’uomo come l’invidia.
Iniziamo la Giornata Pregando
O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo hai posto il fondamento di tutta la legge, fa’ che osservando i tuoi comandamenti meritiamo di entrare nella vita eterna. Per il nostro Signore…
Gerardo Sagredo
Nacque a Venezia intorno al 980 dalla nobile famiglia Sagredo. Giorgio, raggiunta l’età, entrò in monastero. Divenne priore del monastero e poi abate, ma rinunciò alla carica e partì per un pellegrinaggio in Palestina, ma raggiunse invece l’Ungheria dove si stabilì e fu ordinato vescovo di Csanád. Partecipò all’opera di evangelizzazione del popolo magiaro, voluta dal re Stefano ‘il santo’, tanto da meritarsi il titolo di apostolo dell’Ungheria. Morì nel 1046, per mano di un gruppo di pagani, che lo spinsero giù dal monte Kelen che prese poi il nome di Monte Gerardo.
La Parola di Dio del giorno (Lc 8,19-21)
In quel tempo, andarono a trovare Gesù la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fu annunziato: «Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose: « Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica ».
Riflessione del giorno (Frammenti di vita)
“Sono preoccupato” fa A. un africano che sta tribolando per il permesso di soggiorno. Penso tra me: “E quando non lo sei?” ma mi limito a chiedergli: “Perché?”. “Ho cambiato avvocato e lui mi ha chiesto per iniziare 2.000 euro”. “Chi te l’ha fatto fare di cambiare avvocato? Quello che ti abbiamo indicato noi, non andava bene?”. “Sì –fa lui- ma si faceva pagare poco: per questo ha fatto le cose male e la commissione mi ha negato il permesso”. Fargli capire che l’avvocato può fare ben poco per influenzare le decisioni della commissione è inutile, così ricorro ad altri argomenti: “Hai ancora una possibilità di ottenere il permesso, ma non hai i 2.000 euro dell’avvocato, vero?”. “Ecco, sapevo che avresti capito il problema, per questo mi sono rivolto a te”. Qualcosa del genere mi era capitato in missione: dopo avermi chiesto il prezzo del rito del matrimonio, il papà dello sposo aveva scosso il capo in segno di disapprovazione. M’ero stupito, perché la richiesta era poco più che simbolica: “Cos’è che non va? E’ troppo?”. “No, no! E’ che il suo matrimonio costa troppo poco, il che mi fa pensare che non valga molto…”. Insomma quel che diceva Oscar Wilde della gente del suo tempo è vero per le persone di tutti i luoghi e tempi: “La gente conosce il prezzo di tutto e il valore di niente”.
Intenzione del giorno
Preghiamo per gli ex-allievi e tutti gli ospiti attuali del Patronato S. Vincenzo
Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo
Il pittore Carlo Maratta (1625-1713), marchigiano di nascita, si era trasferito giovanissimo a Roma, dove gli fu riconosciuto fin dalle prime prove un incontrastato successo, tanto che alla morte del pittore Pietro da Cortona (1669) assunse il ruolo di guida della vita artistica romana fino all’inizio del Settecento e fu strettamente legato all’ambiente pontificio. Fu figura centrale della pittura romana ed italiana della seconda metà del ‘600; in vita fu celebrato come il massimo pittore del suo tempo, improntando anche gran parte della produzione artistica del secolo successivo. Nel periodo neoclassico, la sua arte fu criticata e cadde nell’oblio; solo nel ‘900 ne fu riscoperto il valore. Realizzò numerose opere di soggetto religioso distinguendosi anche nella ritrattistica: fra le testimonianze più efficaci di questo genere è il ritratto di Papa Clemente IX Rospigliosi: il pontefice (che regnò per un periodo assai breve dal 1667 al ’69) è seduto e ripreso di 3/4 (è evidente il riferimento a Papa Innocenzo X di Velazquez) e presentato con acuta penetrazione psicologica e forza espressiva.
Il Pontefice è seduto in una poltrona di velluto cremisi, vestito con mozzetta rossa sopra il rocchetto di lino bianco e il capo coperto dal copricapo palale: il camauro. Una mano tiene il libro; l’altra mano è poggiata sul bracciolo. Sulla lettera poggiata sul tavolo accanto alla campanella, il pittore ha apposto la firma. Il Maratta non solo trasmette la figura del Papa nella sua duplice veste di monarca e di capo spirituale della chiesa, ma riesce anche coglierne il profilo spirituale di uomo di profonda devozione: Clemente IX visse infatti la sua missione pontificale con il massimo zelo. Fece porre un confessionale in S. Pietro; ogni giorno scendeva in basilica per celebrare l’eucaristia. Quotidianamente ospitava alla sua tavola 12 poveri. Faceva visita agli ammalati dell’Ospedale di S. Giovanni e due volte l’anno si recava al convento domenicano di Santa Sabina per gli esercizi spirituali.
nell’immagine un dipinto di Joaquin Sorolla