Riflessione del giorno

martedì 25 giugno ’19

By Patronato S. Vincenzo

June 24, 2019

 

 

nell’immagine un dipinto di George Tooker

 

Proverbio del giorno Proverbio Arabo

Non sono le asperità del terreno a far male ai piedi, ma i sassolini che entrano nelle scarpe.

 

Iniziamo la giornata pregando

O Dio, che affidi alla nostra debolezza l’annunzio profetico della tua parola, sostienici con la forza del tuo Spirito, perché non ci vergogniamo mai della nostra fede, ma confessiamo con tutta franchezza il tuo nome davanti agli uomini, per essere riconosciuti da te nel giorno della tua venuta. Amen

 

Domenico Henares e Francesco Do Minh Chieu Vescovo e laico.

Francesco Do Minh Chieu, nato da famiglia cristiana in Vietnam, era catechista e collaboratore del vescovo Domenico Henares O.R, quando nel 1838, scoppiò la persecuzione anticristiana. I persecutori stendevano sulle strade dei crocifissi e riconoscevano i cristiani dal fatto che essi non solo evitavano di calpestare la croce, ma la veneravano. Francesco, attraversando una di queste strade, si affrettò a togliere tutti i crocifissi perché non venissero calpestati e li strinse al petto con venerazione. Fu percosso, arrestato e condannato alla decapitazione “per aver rifiutato di calpestare la croce”.

 

Parola di Dio del giorno (Matteo 7,6.12-14)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: ” Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.   Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!”.

 

La riflessione del giorno (Frammenti)

Lei italiana, lui marocchino, 4 figli e 50 anni in due, stanno da tempo cercando casa: “abbiamo trovato un trilocale…l’affitto è abbordabile, ma avremmo bisogno di un garante. Ci accompagni?”. Accetto e andiamo insieme all’agenzia. “Vi presento questi giovani: lui a 6 anni è rimasto orfano e la nonna ha pagato un tizio che l’ha portato in Italia e gli ha insegnato a delinquere contando sulla sua non punibilità di minore. Finito in strada e poi in carcere, a 18 anni ha avuto un bimbo, ma la mamma è sparita. Rimasto solo ancora una volta, ha cresciuto suo figlio con responsabilità. Noi al Patronato lo abbiamo aiutato a rifarsi una vita: ora sta con questa ragazza che aveva già una figlia e insieme hanno messo al mondo altri due bambini. Con quel che ha passato poteva diventare un delinquente e invece è un bravo papà che lavora e vuol dare un futuro alla sua famiglia…”. Questa bella storia di amore e di riscatto avrei voluto raccontare all’impiegata, ma lei, prima che aprissi bocca, con un tono che non ammetteva repliche, chiarì: “La condizione fondamentale per affittare la casa è che il suo contratto di lavoro sia a tempo indeterminato”.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per tutti i cristiani perseguitati soprattutto nel medio oriente.

 

Don’t Forget! – 270° quadro de “i 1.000 quadri più belli del mondo”

Hendrick Jansz ter Brugghen (1588-1629) è un pittore olandese di scene di genere e soggetti religiosi. Insieme a Gerrit van Hondhorst e Dirck van Baburen, Ter Brugghen fu uno dei più importanti pittori olandesi ad essere stato influenzato dal Caravaggio. Il dipinto che oggi presentiamo raffigura un episodio ricorrente la pittura del tempo: S. Sebastiano curato da S. Irene. La vicenda fa riferimento all’agiografia del santo: dopo il supplizio a cui fu condannato (fu legato a un palo e trafitto con frecce), Irene si accorse che per quanto le ferite fossero gravi, non era morto e accorse in suo aiuto curandolo. Il santo si ristabilì e fu martirizzato in seguito. Il dipinto si contraddistingue per la monumentalità: il corpo martoriato del santo occupa tutta la composizione, e le sue proporzioni sono quelle tipiche di un eroe classico. Hendrik ter Brugghen ha profuso un notevole impegno nello studio delle anatomie: si guardi per esempio la tensione dei muscoli dell’avambraccio, o il modellato dei muscoli del torso.

La dolcezza è invece il sentimento che pervade il viso delicato e lievemente arrossato di S. Irene, che estrae le frecce dal corpo sanguinante di Sebastiano. Più dietro, una compagna della santa sta slegando le mani di Sebastiano. I colori sono caldi e c’è grande cura nel dipingere la luce crepuscolare che avvolge la scena. Una luce fredda e argentata gioca sulle forme verdastre della carne di Sebastiano e sui toni tenui e le pieghe delle vesti femminili. L’allineamento delle tre teste e la vicinanza delle mani in alto a destra, sono gli espedienti di un pittore maturo che costruisce abilmente la scena e sa infondervi grande pathos, mediante la contrapposizione del corpo inerte e cadente di Sebastiano con l’attenzione e la tenera efficienza di Irene e della sua cameriera. Il risultato è un quadro meraviglioso dove il dramma è trasfigurato dalla pietà e dall’azione misteriosa della grazia divina che trasforma un male in testimonianza e promessa di salvezza.