Riflessione del giorno

Martedì 25 novembre 2025

By Patronato S. Vincenzo

November 24, 2025

 

33. a settimana tempo ordinario

 

Avvenne il 25 novembre…

1177 – Baldovino IV di Gerusalemme e Rinaldo di Châtillon sconfiggono Saladino

1491 – Inizia l’assedio di Granada, l’ultima roccaforte moresca della Spagna.

1936 – La Germania nazista e il Giappone firmano il patto anticomintern.

1975 – Il Suriname ottiene l’indipendenza dai Paesi Bassi.

1992 – L’assemblea federale della Cecoslovacchia vota per dividere la nazione in Repubblica Ceca e Slovacchia a partire dal 1º gennaio 1993.

 

Aforisma di Madre Teresa di Calcutta

“La fame d’amore è molto più difficile da rimuovere che la fame di pane.”

 

Santo del giorno

 

Preghiera Colletta

Dio onnipotente ed eterno, che hai voluto ricapitolare tutte le cose in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo, fa’ che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato, ti serva e ti lodi senza fine. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Parola di dio Luca 21,5-11

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare.

Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.».

 

Riflessione don Arturo commenta don Bepo

In questi giorni si prospettano nuovi campi di lavoro. Due miei giovani coniugati mi domandano di poter far parte alla nostra Associazione con regole componibili con il loro stato. Mi è un invito a fare quello che tante volte ho pensato. Ma sono un povero uomo a che cosa posso riuscire: fossi almeno uno strumento qualsiasi nelle mani del grande Artefice. In questi giorni ho ricevuto l’invito:

1) di aprire una nuova casa a COCHABAMBA (Bolivia)

2) di mandare missionari laici a Palota (Brasile)

3) di dar mano alla rinnovazione della nuova opera assunta a La Paz (il Murillo)

4) di aprire nuove scuole a Sorisole

5) di allargare la casa di Clusone

6) di formare a Sorisole una casa di preparazione per missionari laici.

Ho ascoltato tutti con interesse pensando di poter venire in loro aiuto. Si Domino placet. Don Bepo Vavassori (Diario 1966-1975, 29-3-1968).

Don Bepo a 80 anni e più si mantiene giovane nello spirito. Sente che il Signore lo chiama a vivere il «carisma» in piena docilità allo Spirito Santo e con apertura generosa alle mutate esigenze. «La Chiesa ha bisogno di pastori santi che si donino insieme, non di funzionari solitari»: lo ha scritto recentemente papa Leone XIV. Ha bisogno di preti che con semplicità e verità, dicano ogni giorno: “Signore, voglio essere tuo sacerdote, non per me, ma per il tuo popolo”.

Questa trasparenza si coltiva nella confessione frequente, nella direzione spirituale sincera e nell’obbedienza fiduciosa a quanti accompagnano il discernimento.  La Chiesa chiede cuore puro, che cerchi Cristo senza doppiezza e senza lasciarsi intrappolare dall’egoismo o dalla vanità. Don Bepo è stato un prete che ha cercato di pensare e guarda al mondo, secondo il pensiero di Cristo. Un seminarista chiese a S. Alberto Hurtado in che cosa dovesse specializzarsi, e il santo rispose: “Specializzati in Gesù Cristo”.

Vita spirituale e vita intellettuale sono indispensabili, ma entrambe si orientano verso l’altare, luogo dove l’identità sacerdotale si edifica e si rivela in pienezza. Il sacerdote porta nel suo cuore tutto il popolo, intercede per esso, lo accompagna nelle sue lotte e lo sostiene nella fede. È ciò che traspare dal vissuto di don Bepo: riflettere il volto del Padre, di modo che chi incontra il sacerdote intuisca l’amore di Dio. 

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo perché riconosciamo che quanto c’è di buono e giusto nel mondo è segno della presenza e dell’azione salvifica di Dio nella nostra storia.

 

Don’t Forget! Santi della carità

BEATO LADISLAO BUKOWINSKI

Sacerdote 1904-1974

Władysław (in italiano Ladislao) Bukowiński, nato a Berdyczów allora in territorio polacco e oggi in Ucraina il 22-12-1904, dopo aver compiuto gli studi primari e secondari, all’università, fu anche membro del Circolo Accademico dei Confinanti, del quale facevano parte studenti che, come lui, provenivano dai territori orientali della Polonia e che si occupavano di sostenere i giovani più poveri. Venne ordinato sacerdote dall’arcivescovo di Cracovia Adam Stefan Sapieha il 28-06-1931. Dal 1931 al 1935 fu catechista a Rabka senza dimenticare gli aspetti caritativi del suo ministero. Dal 1935 al 1936 fu viceparroco e catechista a Sucha Beskidzka; poi chiese di essere inviato a Łuck, nel voivodato di Volinia, dove operò fino al gennaio 1945 a favore degli abitanti della Polonia orientale.

Nominato nel settembre 1939 parroco della cattedrale di Łuck, si impegnò per risollevare le condizioni degli abitanti: andava a visitare gli anziani o i soli e si prendeva cura dei malati gravi, cui portava anche i Sacramenti. Quando sapeva che c’erano prigionieri polacchi condannati alla deportazione in Siberia, correva alla stazione, per portare loro libretti di preghiera e confortarli con qualche parola buona. Fu arrestato la prima volta dall’NKVD (polizia segreta) il 22-6-1940 e venne condannato ai lavori forzati. Scampato alla morte fortunosamente, con l’arrivo dei tedeschi, riprese a operare nella cattedrale. Durante l’occupazione tedesca si diede alla catechesi dei bambini, cercò di prendersi cura delle famiglie dei prigionieri, nascose bambini ebrei in famiglie cattoliche e difese le vittime dei massacri da parte dei nazionalisti ucraini.

Fu arrestato la seconda volta nella notte tra il 3 e il 4 gennaio 1945, insieme al vescovo di Łuck e ad altri sacerdoti. Nel 1946 venne condannato a dieci anni di lavori forzati nelle miniere di Karaganda, nell’odierno Kazakhstan, ma gli vennero ridotti di cinque mesi per buona condotta. Nel 1955 gli venne proposto di tornare in Polonia: accolse la notizia con gioia, ma preferì diventare cittadino sovietico, per restare fedele alla sua vocazione e alla sua missione; la cittadinanza infatti gli permetteva di muoversi liberamente in tutta l’URSS e si occupò esclusivamente dell’apostolato, sia tra i cattolici latini, polacchi e tedeschi, sia tra i greco-cattolici.

Il 3-12-1958 venne imprigionato per la terza volta: nel processo si difese da sé e gli furono comminati 3 anni di lavori forzati cioè la pena più leggera. Dal 1965 compì molti viaggi missionari, ma dovette spesso tornare in Polonia per curarsi: i periodi di prigionia e il lavoro pastorale l’avevano sfibrato. Fu durante quelle visite che gli accadde d’incontrare il cardinal Karol Wojtyła futuro Papa. Per i seguenti vent’anni svolse il suo ministero a Karaganda, dove morì il 3-12-1974. È stato beatificato l’11 settembre 2016 nella cattedrale di Karaganda, in Kazakistan, dove, dal 2008, sono conservati i suoi resti mortali.