13. settimana tempo ordinario
Aforisma del giorno di Nicolas Gomez Dàvila
L’idea del “libero sviluppo della personalità” sembra degna di ammirazione finché non si incappa in individui la cui personalità si è sviluppata liberamente.
Preghiera del giorno Ortodossa del risveglio
Destatici dal sonno, ci prostriamo davanti a Te, o Dio di bontà e ti cantiamo l’inno degli Angeli, o Dio potente: Santo, Santo, Santo sei, o Dio. Per l’intercessione della Madre tua, abbi pietà di me. Gloria al Padre, e al Figlio e allo Spirito Santo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.
Santo del giorno
Parola di Dio del giorno Matteo 8,23-27
Salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!».
Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».
Riflessione del giorno Frammenti di vita
Dopo mesi di siccità che hanno ridotto i grandi fiumi a rigagnoli e dopo giorni di afa insopportabile, l’improvviso e violento acquazzone che si abbatte sulla città è accolto come un dono del cielo: durerà meno di un’ora, ma noi non lo sappiamo e ci fidiamo delle previsioni meteo che annunciano scrosci fino alle 22,00.
Mentre al riparo aspettiamo che la fase più violenta del temporale passi, mi corre l’occhio sullo smartphone di un giovane ospite che, insieme a me e ad altre due o tre persone, aspetta che la pioggia diminuisca: “Che cerchi?” chiedo. “Il meteo” fa lui “Voglio controllare che tempo fa a Bergamo”.
Davanti al ragazzo la pioggia scende a fiumi e nel cortile l’acqua è già alta una decina di centimetri, ma lui sembra non vedere quel che capita, forse perché non avendo mai staccato gli occhi dal cellulare, non li ha usati per ciò a cui servono e cioè guardare la realtà.
Che nel bel mezzo di un acquazzone uno senta il bisogno di chiedere informazioni meteo a internet, la dice lunga sul nostro modo di leggere la realtà. Ma non stupiamoci: giorni prima un amico che aveva assistito all’apertura delle cascate del Serio, mi mostrò una foto con centinaia di persone che contemplavano rapite lo straordinario spettacolo…tutte, senza eccezione, attraverso il telefonino.
Intenzione di preghiera per il giorno
Preghiamo perché Dio conceda la pioggia per il sollievo delle piante, degli animali e dell’uomo.
Don’t forget! 1000 quadri più belli del mondo
ALEKSANDER ANDREEVIČ IVANOV – L’APPARIZIONE DI CRISTO AL POPOLO
1837-’57 – olio su tela – 540 x 750 cm – Galleria Tret’jakov – Mosca
Il pittore Aleksandr Andreevič Ivanov nacque nel 1806 a Pietroburgo e ivi morì nel 1858. Compì i primi studi all’Accademia di belle arti di Pietroburgo, sotto la direzione del padre Andrei Ivanovič (+ 1848). Visitò Dresda, Monaco, Firenze e si fermò a lungo a Roma dove risentì l’influenza del gruppo dei Nazareni, studiò i maestri antichi, eseguì in stile accademico una serie di schizzi su soggetti biblici e concepì la prima idea della grande composizione Apparizione di Cristo al popolo, la quale l’avrebbe poi impegnato per quasi tutta la vita.
In questo gigantesco quadro l’artista si basa sul ben noto soggetto evangelico dell’avvento del messia e coglie il momento in cui S. Giovanni Battista, scorgendo Cristo che gli viene incontro, lo presenta alle genti come il messia divino. Il pittore interpreta questo episodio come l’incontro tra l’umanità e il Bene Universale e la giustizia.
La tela acquista cosi un valore morale-filosofico ed ebbe grande risonanza nella vita sociale russa alla vigilia del crollo della servitù della gleba. Ci sono voluti ben 25 anni per dipingere questo quadro e 600 schizzi preparatori. Il dipinto è il capolavoro di Ivanov e riassume la sua vita di uomo e di artista. L’altezza del ideale che si ispira, lo sforzo che rappresenta, la perfezione della sua realizzazione, fa di quest’opera uno dei monumenti più imponenti della pittura russa del XIX secolo.
Dipingendolo, Ivanov dimostra di considerare sé stesso l’apostolo della cultura russa e la prova che gli artisti del suo paese sono capaci di eguagliare gli artisti occidentali. In realtà, la lentezza dell’esecuzione e i tanti ripensamenti dovuti alle continue richieste di consigli ad amici pittori hanno appesantito il quadro che comunque rimane un formidabile documento artistico e reca in sé un grande messaggio di ispirazione religiosa e di riscatto sociale.