Riflessione del giorno

Martedì 28 ottobre 2025

By Patronato S. Vincenzo

October 27, 2025

 

30. a settimana tempo ordinario

 

Avvenne il 28 ottobre…

312 – L’imperatore Costantino I sconfigge il rivale Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio a Roma.

1492 – Cuba: Cristoforo Colombo sbarca in America

1922 – Marcia su Roma delle squadre fasciste di Benito Mussolini

1958 – Roma: Il cardinale Angelo Giuseppe Roncalli eletto papa con il nome di Giovanni XXIII

1962 – Cuba: Nikita Chruščёv (Urss) annuncia lo smantellamento delle basi missilistiche a Cuba

1995 – Baku (Azerbaigian): un incendio nella metropolitana locale uccide più di trecento persone

 

Aforisma di Gesualdo Bufalino

«Non è l’affievolirsi della vista, dell’udito, della memoria, della libido che segna l’avvento della vecchiaia e annunzia la prossima fine; ma è, dall’oggi al domani, la caduta della curiosità.».

 

Santo del giorno

 

Preghiera Colletta

O Dio, che per mezzo degli apostoli ci hai fatto giungere alla conoscenza del tuo nome, per l’intercessione dei santi Simone e Giuda concedi alla tua Chiesa di crescere sempre con l’adesione di nuovi popoli alla fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Parola di dio Luca 6,12-19

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante.

C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

 

Riflessione don Arturo Bellini commenta gli scritti di don Bepo

«Questa mattina ho meditato la Passione di Gesù nell’orto del Getsemani. Ho chiesto di poter sopportare. Ho alcuni contrattempi. Un chierico ora pensa di staccarsi dall’Associazione. A Sorisole non si riesce a concludere l’acquisto di un’area che era per noi più che indispensabile.  Una riunione non riesce. L’area del “Conventino” pare che ci sfugga. Piccolo cruccio: mandami Signore le croci che vuoi, dammi la forza di conformarmi alla Tua volontà».  don Giuseppe Vavassori (diario, 1952-1966, 26-11-1962).

Questo stato d’animo di don Bepo mi ha richiamato l’esperienza di fratel Carlo Carretto che dopo aver vissuto il deserto in Marocco e in Venezuela si sente chiamare dal Signore a percorrere un sentiero diverso, la sua vocazione è la contemplazione sulle strade. «Devi tornare tra gli uomini, devi mescolarti a loro, devi vivere la tua intimità con Dio nel chiasso della loro città. Sarà più difficile; ma devi farlo. E non ti mancherà, per questo, la Grazia di Dio. 

Ogni mattina prenderai la strada, dopo la S. Messa e la Meditazione, e andrai a lavorare in una bottega, in un cantiere; e quando tornerai la sera, stanco, come tutti gli uomini poveri costretti a guadagnarsi il pane, entrerai nella Cappellina della fraternità e resterai lungamente in adorazione; portando con te, alla preghiera, tutto quel mondo di sofferenza, di oscurità e sovente di peccato in mezzo al quale hai vissuto per otto ore, pagando la tua razione di pena e di fatica quotidiana». 

In questo clima culturale gassoso dove tutto evapora senza lasciare traccia un numero crescente di persone si rende conto che non basta fare e agire, perché la sola intraprendenza è a rischio di essere trascinata dalla frenesia e di andare alla deriva.  Senza soste contemplative, l’anima si perde nel rumore e nel trambusto delle faccende quotidiane e non sa più riconoscere il bene e la mano di Dio che guida la storia. Per vivere in modo umano servono – come le chiamava don Bepo – le “cliniche dello spirito.

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo perché Dio non faccia mancare al nostro tempo e al nostro mondo uomini e donne coraggiosi che amano la verità e la giustizia più della loro stessa vita. 

 

Don’t Forget! Santi e Sante della carità

LE TRE CROCEROSSINE SPAGNOLE DI ASTORGA LAICHE e MARTIRI 

MARÍA PILAR GULLÓN YTURRIAGA, nata a Madrid, cercò riparo ad Astorga non appena negli anni 1930 cominciarono a intensificarsi gli atti persecutori contro la Chiesa: la sua famiglia era conosciuta e rispettata in quella cittadina, dove trascorreva le vacanze estive. OCTAVIA IGLESIAS BLANCO, sua cugina di secondo grado, era invece nativa del luogo, mentre la loro amica OLGA PÉREZ-MONTESERÍN NÚÑEZ aveva visto la luce a Parigi; i suoi genitori si erano trasferiti ad Astorga quando era bambina. Tutte e tre erano credenti ed esprimevano la fede mediante numerose opere di carità, non ultima quella di confezionare indumenti per i soldati al fronte nella guerra civile. All’inizio ottobre 1936 arrivarono come volontarie della Croce Rossa all’ospedale di Puerto de Somiedo, nelle Asturie, presso il fronte.

Terminato il loro turno di servizio di otto giorni, vollero restare, tenuto conto della situazione di emergenza. All’alba del 27 ottobre, l’ospedale fu attaccato dall’esercito dei miliziani. Pur avendo la possibilità di scappare, le infermiere decisero di non abbandonare i feriti per continuare ad assisterli, consapevoli di mettere a rischio la propria stessa vita. Tuttavia, i feriti vennero fucilati sul posto e il personale sanitario fatto prigioniero. María Pilar, Octavia e Olga sebbene appartenessero alla Croce Rossa furono catturate e dopo un lungo cammino a piedi, vennero condotte alla sede del Comitato di guerra e tutta la notte vennero picchiate, stuprate, torturate e trattate nei modi più degradanti che si possano immaginare.

Ma non rinnegarono mai Dio né la loro patria e continuarono a pregare, fedeli a quanto avevano sempre fatto. La loro fede le fece scambiare per suore, ma erano giovani laiche profondamente credenti. Vennero fucilate il 28 ottobre 1936, verso mezzogiorno, in un prato fuori città, da tre donne miliziane che si spartirono i loro vestiti, dei quali erano state precedentemente spogliate. I tre cadaveri vennero trascinati tra gli scherni e abbandonati per tutta la notte, poi sepolti in una fossa comune, scavata da alcuni uomini della città, obbligati a farlo dai miliziani.

Era la prima volta che tre esponenti della Croce Rossa, donne e dopo aver subito violenza, venivano uccise in Europa. Furono beatificate il 29 maggio 2021, sotto il pontificato di papa Francesco. Prima della cerimonia della loro beatificazione, il vescovo Jesús Fernández González di Astorga ha affermato: “Queste martiri non erano legate ad alcuna fazione, la Croce Rossa andava ovunque fosse convocata, indipendentemente da chi aveva il controllo. Non portavano armi, né usavano le parole per attaccare nessuno. Erano semplicemente mosse dalla compassione umana e dalla carità cristiana, conoscendo i rischi e i pericoli quando si erano offerte volontarie”.