nell’immagine una fotografia di Olmo Fattorini – @olmo_photography
Proverbi della Bibbia
Chi cerca l’amicizia scusa la colpa; chi rende nota la colpa perde l’amico
Ascoltiamo la Parola di Dio Lc 2,22-35
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
Riflessione del Giorno (Frammenti di vita)
“Con chi passi il Natale?”. Se la risposta è: “Devo ancora decidere…sto vedendo…dipende…” allora vuol dire che nessuno l’ha invitato. Ovviamente parliamo degli ospiti italiani del Patronato, visto che la maggioranza di quelli stranieri non ha altri riferimenti al di fuori della casa che li accoglie. A tutti si offre il pranzo di Natale, ma se i partecipanti sono 150 che in più mangeranno distanziati a causa del covid19 e se per i musulmani il Natale è più o meno un giorno come gli altri, è inevitabile che alcuni cerchino altrove: “Io e R. andiamo da C. che non sta troppo bene” fa E. tutto euforico “Gli portiamo il pranzo e lo condivideremo con lui perché non rimanga solo almeno oggi”. Ho capito: i soldi non bastano e provvedo. Ma C. non è l’unico ad aver bisogno di compagnia: lo sono anche i due che andranno a casa sua perché dai loro familiari e parenti non è arrivato nessun invito. Così per caso, (ma solo in apparenza) in questo Natale 2020 è successo che tre solitudini si siano cercate e, almeno per il giorno, si siano incontrate. Il pranzo è durato ore, è stata un’abbuffata memorabile: i tre infatti, che sono piuttosto corpulenti, hanno non solo un robusto appetito, ma anche qualcosa di più difficile da saziare: una profonda fame di affetto e di compagnia.
“I 1.000 quadri più belli del mondo”
Il pittore e disegnatore francese Jean Baptiste Greuze (1725-1805) realizzò questa tela all’apice della carriera, quando, al Salone di Parigi del 1755, aveva ormai consolidato la sua popolarità. Il quadro ritrae un giovane che sta intonando la sua chitarra, con accessori da caccia sullo sfondo a sinistra che simboleggiano il suo essere cacciatore di uccelli (che alludono a lui come a un seduttore). Da come è vestito si capisce che forse è solito esibirsi nelle piazze: è dunque un uomo di spettacolo. Il suonatore di chitarra, tuttavia, si discosta dalla maggior parte delle più famose opere di Greuze dal momento che è privo della qualità allegorica o delle tematiche sociali che si ritrovano spesso nei lavori del pittore. In questa tela, Greuze sceglie infatti di ritrarre un uomo che sta accordando una chitarra che probabilmente ha appena finito di costruire come suggeriscono gli attrezzi sparsi alla rinfusa sul tavolo, in mezzo alle prede della caccia e alle gabbiette di uccelli. Il dipinto testimonia l’interesse dell’artista per le scene di genere fiamminghe, che esercitano una grande influenza sullo stile ricco e dettagliato dell’opera. Uno degli elementi più considerevoli della tela è la composizione organizzata attorno a una croce. Il soggetto infatti tiene la chitarra in una posizione evidentemente scomoda e
Regolarmente presente alle mostre, la fama di Greuze arrivò fino in Russia, dove la zarina Caterina II acquistò alcune sue opere oggi in mostra all’Ermitage. Dopo la Rivoluzione Francese l’opera di Greuze passò di moda, ed egli dovette adattarsi a vivere di lezioni. Morì a Parigi il 4 marzo 1805.