nell’immagine un dipinto di Vida Gabor
Proverbio del giorno
La via dell’inferno è lastricata di buone intenzioni.
Iniziamo la Giornata Pregando (S. Macario il Grande «Preghiere»)
Signore a Te ricorro al mio risveglio: assistimi in ogni tempo e in ogni cosa; preservami da ogni seduzione mondana, da ogni influenza del demonio; salvami e introducimi nel tuo Regno eterno. Tu sei infatti il mio Creatore, fonte e dispensatore di ogni bene: in te riposa tutta la mia speranza, e io ti rendo gloria. Amen.
RABANO MAURO
protagonista della cultura carolingia, nacque a Magonza, in Germania nel 780, e studiò nella celebre scuola del monastero benedettino di Fulda. Si recò poi a Tours, dove gli fu maestro Alcuino. Ritornato all’abbazia di Fulda, ne divenne la guida e la portò al massimo splendore. Nell’847 diventò arcivescovo di Magonza fino alla morte, avvenuta nell’856. Noto come «Magister Germaniae», è considerato il teologo occidentale più erudito del suo tempo. Fine poeta, è autore del «De laudibus sanctae Crucis» e alcuni gli attribuiscono anche l’inno «Veni creator»
La Parola di Dio del giorno – Marco 1,29-39
Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giairo, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: «La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva». Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita». E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male. Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?». I discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?». Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede!». E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina. Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!». Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.
Riflessione del giorno (Fulvio Fulvi su Avvenire)
Il 15,6% degli italiani nega la Shoah, crede cioè che lo sterminio degli ebrei a opera dei nazisti non sia mai avvenuto. A questi “scettici” che cancellano pagine di storia, vanno aggiunti quelli che sostengono che l’Olocausto avrebbe prodotto molte meno vittime di quelle dichiarate: è il 16,1% degli intervistati. I dati, allarmanti, emergono dal rapporto Eurispes 2020 sul nostro Paese. Dal 2004 a oggi gli italiani che negano la Shoah sono cresciuti dunque dal 2,7 al 15%. Un segnale del clima di odio e pregiudizio razziale che si sta diffondendo nella Penisola, come dimostrano i recenti episodi di minacce, scritte antisemite sui muri e anche insulti a stranieri. Il rapporto Eurispes riserva qualche sorpresa riguardo alla colorazione politica di chi nega l’Olocausto. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare «I revisionisti risultano più numerosi della media a sinistra – per il 23,3% l’Olocausto degli ebrei è avvenuto realmente, ma ha prodotto meno vittime di quanto si afferma di solito – e al centro (23%), meno a destra (8,8%)».
Intenzione del giorno
Preghiamo perché i cristiani e le altre minoranze religiose, possano vivere la loro fede in tutta libertà.
Don’t forget! I 1000 quadri più belli del mondo
MARCANTONIO FRANCESCHINI nasce a Bologna nel 1648. A 17 anni è studente presso il pittore Giovanni Maria Galli e completa la formazione artistica presso Carlo Cignani. Con lui Franceschini svolge numerosi lavori sia a Bologna, che a Parma. Alla definitiva partenza del maestro per Forlì nel 1683, Marcantonio decide di aprire una sua bottega in città. Da questo momento la sua attività viene da lui stesso annotata in un taccuino. Numerosi pittori hanno lavorato nel suo studio o sono stati suoi allievi. Muore nel 1729 a Bologna dove ha sempre vissuto. Il quadro di oggi rappresenta la terza delle virtù teologali: la carità. Per la dottrina cristiana le virtù teologali (fede, speranza e carità) sono doni di Dio che consentono all’uomo di avvicinarsi a Dio e assumono un evidenza trinitaria, consentendo all’umanità di proiettarsi al livello più alto della vita cristiana. All’inizio le 3 virtù teologali assumono caratteristiche simili alle tre Grazie, in quanto agiscono insieme per la felicità dell’uomo e anche in seguito saranno di solito rappresentate come giovani e avvenenti figure femminili.
In questo come in altri casi la Carità è rappresentata come una giovane che allatta (qui ha appena finito di nutrire il bimbo che le dorme in grembo) ed è circondata da altri due fanciulli che, simbolicamente, accudisce e diverte facendo volare un uccellino legato a un filo (forse un’allusione alla carità che innalza l’anima al cielo) in un paesaggio naturale pieno di poesia. La donna è seduta per terra a indicare l’umiltà. Anche i colori hanno un significato simbolico: il rosso della veste indica l’amore e il blu del manto il cielo. Questa come le altre opere del pittore bolognese risentono dell’influsso dei grandi maestri della scuola emiliana (da Reni, ai Carracci) e sono supreme testimonianze di un imperturbabile classicismo: in lui matura e prende forma la natura del pittore accademico, dove i sentimenti sono contenuti per dare spazio alla più alta perfezione formale.