Riflessione del giorno

Martedì 30 dicembre 2025

By Patronato S. Vincenzo

December 30, 2025

 

Ottava di Natale

 

Avvenne il 30 dicembre…

1066 – Massacro di Granada, molti ebrei vengono uccisi dai musulmani.

1922 – Viene costituita l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.

1924 – Edwin Hubble annuncia che gran parte delle nebulose non facevano parte della nostra galassia come si credeva, ma erano esse stesse galassie fuori dalla nostra Via Lattea.

1972 – Gli Stati Uniti d’America interrompono i pesanti bombardamenti nel Vietnam del Nord.

1987 – Papa Giovanni Paolo II pubblica l’enciclica Sollicitudo rei socialis, nel 20° anniversario della Populorum progressio di papa Paolo VI

1993 – Israele e Santa Sede stabiliscono relazioni diplomatiche.

2006 – Saddam Hussein viene impiccato per crimini contro l’umanità.

 

Aforisma dalla 1.a lettera di Giovanni Apostolo

“Non amate il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo – la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita – non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!”.

 

Santo del giorno

 

Preghiera Colletta

Dio grande e misericordioso, la nascita del tuo Figlio unigenito nella nostra carne mortale ci liberi dalla schiavitù antica che ci tiene sotto il giogo del peccato. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen

 

Parola di dio luca 2,35-40

[Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.] C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.

Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

 

Riflessione Don Arturo commenta don Bepo

«I benefattori e gli amici, che pure hanno fatto tanto, sono dalla Provvidenza mantenuti sulla breccia in un’ora ancora fervida e lieta di progetti, costruzioni e preoccupazioni. II Patronato è ancora ben lontano, grazie a Dio, dal chiudere la sua porta come un vagone al completo, come un’abitazione che si chiude e si apre soltanto dal di dentro. Il Patronato è ben convinto che non tocca a lui chiudere o aprire, ma sono gli orfani e le mamme in angustia e i giovani senza casa quelli che hanno diritto di aprire, dal momento che la Provvidenza li pone su questa strada con la chiave in mano. don Vavassori e i suoi Collaboratori (Bollettino 1952 nel XXV di fondazione del Patronato).

Ho scelto questo pensiero perché oggi è il giorno che ricorda la nascita al cielo del vescovo Roberto Amadei, che è stato nella sua vita sempre molto sensibile ai poveri. La morte avvenne 16 anni fa il 29-12-2009 giorno della memoria liturgica di S. Tommaso Becket, l’arcivescovo inglese ucciso nella cattedrale di Canterbury nel 1171, un vescovo consapevole del dovere, come il pastore difende le sue pecore e si batte contro gli oppressori. Il vescovo Roberto non è stato martirizzato, ma con l’offerta della sua vita, segnata negli ultimi tempi dalla SLA ha vissuto il martirio della sofferenza e del dono di sé nel totale affidamento a Cristo. In una omelia per la festa di S. Alessandro, mons. Amadei sostò sulle parole di Gesù: «Padre nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46) ed espresse la sua fede: «il futuro di ogni persona è l’alleanza eterna con Dio. L’uomo non è una tra le tante realtà che compongono e si esauriscono nella storia, ma è unico perché chiamato a partecipare alla comunione con Dio Uno e Trino e con l’intera umanità». «L’uomo non può essere subordinato a cose, a istituzioni o altro. Gesù sulla croce ha detto ancora «Padre perdonali, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34); e al malfattore crocifisso con Lui «In verità ti dico, oggi sarai con me in paradiso» (Lc 23,43). 

Con tali parole e con la vita proclamava che Dio è padre ricco di compassione gratuita e misericordiosa per ogni suo figlio. Egli sta con ogni persona ma in particolare è vicino a chi è in qualche modo ferito nella sua dignità per aiutarlo a non permettere che nel suo cuore penetri la violenza, l’odio, il desiderio di vendetta: la dignità umana sarebbe ancora più offesa». Lo sostiene perché continui a credere, come Gesù in Croce, che è meglio essere crocifisso che crocifiggere, essere calunniato che calunniare, essere trattato con indifferenza che trattare gli altri con indifferenza, subire violenza che essere violenti». Un Testamento da meditare.     

  

Intenzione di preghiera

Preghiamo per in Vescovo Roberto Amadei e tutti i vescovi defunti della nostra diocesi di Bergamo

 

Don’t Forget! La natività di Gesù nell’arte

GIOVANNI BATTISTA MORONI (1520/4 – 1578): NATIVITÀ 

Pittura ad olio su tela, 1540/1545, Proprietà privata – Albino (Bergamo) 

Giovan Battista Moroni pittore bergamasco di Albino, si formò presso il Moretto, da cui riprese l’intonazione devozionale nei dipinti di soggetto religioso, ma è diventato famoso in tutto il mondo soprattutto per l’attività di ritrattista, con dipinti che possono essere definiti «ritratti in azione», con personaggi colti nell’attimo in cui stanno compiendo un gesto, in modo da evitare l’arida fissità del ritratto ufficiale. Di recente però è stata rivalutata anche la produzione 

tipicamente religiosa che comprende veri capolavori. Oggi presentiamo una piccola tela giovanile che illustra l’episodio della Natività con Gesù disteso e benedicente posto al centro della scena: su di lui convergono gli sguardi delle tre figure inginocchiate: l’angioletto (rarità iconografica rispetto alla scelta più consueta di rappresentare un’intera schiera di putti adoranti), il S. Giuseppe e la Vergine con le mani giunte.

I personaggi sono raffigurati presso una capanna, il cui tetto di paglia e legno è sostenuto da colonne classiche (l’edificio antico in rovina simboleggia il superamento dell’età pagana con la nascita del Redentore). Sullo sfondo è rappresentato l’episodio dell’Annuncio ai pastori con l’apparizione di un angelo in volo. La teletta si distingue per il suo naturalismo lombardo ricco di dettagli, lontano dalle influenze manieriste. Quest’inedita “Natività” fu presentata al pubblico nel 2014, aiutano a rischiarare il periodo iniziale della carriera dell’artista di cui si sapeva poco.