Riflessione del giorno

martedì 4 novembre ’14

By Patronato S. Vincenzo

November 03, 2014

XXXI Settimana Tempo Ordinario

 

 

Carlo Borromeo

Vescovo. Nato nel 1538 nella Rocca dei Borromeo, sul Lago Maggiore, secondo l’uso delle famiglie nobiliari, fu tonsurato a 12 anni. Chiamato a Roma, fu creato cardinale a 22 anni e inviato al Concilio di Trento. Nel 1563 fu consacrato vescovo e inviato a Milano diocesi vastissima che comprendeva terre lombarde, venete, genovesi, svizzere e che visitò in ogni angolo, preoccupandosi della formazione del clero e delle condizioni dei fedeli. Fondò seminari, edificò ospedali e ospizi. Utilizzò le ricchezze di famiglia in favore dei poveri. Impose ordine nelle strutture ecclesiastiche, difendendole dai potenti: per questo fu obiettivo di un fallito attentato. Nella peste del 1576 assistette personalmente i malati. Si dedicò con tutte le forze al ministero episcopale guidato dal suo motto: «Humilitas». Morì a 46 anni, consumato dalla malattia il 3 novembre 1584

La Parola di Dio del giorno (Gv 10,11-16)

Gesù disse : «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. Ma tutti, all’unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena».

riflessione del giorno  – Da “La morte di Ivan Illich di  – Lev Tolstoj

“Caio è un uomo, gli uomini sono mortali, quindi anche Caio è mortale…questo ragionamento gli era sempre parso giusto, ma solo in relazione a Caio, non a se stesso. Un conto era Caio, l’uomo in generale e allora quel sillogismo era perfettamente giusto; un conto era lui, che non era Caio, che non era un uomo in generale, ma un essere particolarissimo, completamente diverso da tutti gli altri; lui era il piccolo Vanja, con mamma, papà, Mitja e Volodja, coi giocattoli, il cocchiere, la governante, con Katja, con tutte le gioie, le amarezze, gli entusiasmi dell’infanzia, dell’adolescenza, della giovinezza. Forse che Caio conosceva quell’odore di cuoio del pallone a strisce che il piccolo Vanja amava tanto? O aveva baciato la mano della mamma e sentito frusciare le pieghe del suo abito? Aveva forse protestato per i pasticcini? Era stato innamorato o aveva presieduto le udienze?”

Preghiera del giorno – Preghiera di S. Carlo

O Signore Dio che mi hai tanto favorito, mi hai concesso tante grazie ed eletto al tuo servizio, chiamato a una vocazione tanto sublime, arricchita da tanti tesori spirituali; compi questa tua opera, donami grazia e luce e spirito perché io corrisponda, con la mia vita, ai tuoi tanti beni.

Intenzione del giorno

Preghiamo per i caduti e dispersi di tutte le guerre e per i civili che ne sono vittime innocenti