Riflessione del giorno

martedì 5 maggio ’15

By Patronato S. Vincenzo

May 04, 2015

 V.a Settimana del Tempo Pasquale

 

Caterina Cittadini

Nata a Bergamo nel 1801, a 7 anni rimane orfana di madre e abbandonata dal padre viene accolta nell’orfanatrofio del Coventino a Bergamo insieme alla sorella Giuditta. A 25 anni insieme alla sorella fonda a Somasca l’Istituto Suore Orsoline. Muore a 56 anni.   Oggi si ricorda anche S. Gottardo nato nel 960 a Reichersdorf e morto il 5-05-1038.

 Parola di Dio del Giorno (Gv 14,27-31)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato».

Riflessione Per Il Giorno (Frammenti di vita del Patronato)

Chino sul giornale, legge le notizie delle proteste contro l’arrivo di altri stranieri e scuote il capo: ha fatto un po’ di tutto e ha girato mezzo mondo. “Cos’è che non va?” e aggiungo: “La gente si sente invasa, ha paura e reagisce…come darle torto?”. “Non è questo il problema –risponde – ma il fatto che si confonda il fuoco con l’acqua”. “Non capisco…” faccio io. “Te lo spiego. Fra i mille mestieri ho fatto anche il vigile del fuoco: se scoppiava un incendio, si interveniva e, pur con fatica e rischi, prima o poi si riusciva a spegnerlo. Ma se arrivava un uragano o un’inondazione, non c’era niente da fare: al più si potevano limitare i danni e contenere le perdite”. “Continuo a non capire…”. E lui: ”L’arrivo di tutta questa gente è come un’inondazione o un uragano: per quanto ci si dia da fare non si riuscirà ad impedirla. Ma gli incendi si possono, anzi si devono combattere: il terrorismo, i commercianti di morte, i trafficanti di vite umane, gli scafisti e tutto quel verminaio che prospera dove manca la pace e abbonda l’ingiustizia…”.

Preghiera del giorno

O Dio, che chiami tuoi figli gli operatori di pace, fa’ che noi, tuoi fedeli, lavoriamo senza stancarci per promuovere quella giustizia  che sola può garantire la pace autentica e duratura. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Intenzione del giorno

Preghiamo per tutte le scuole cattoliche della nostra docesi di Bergamo

Don’t forget …Ricorda!

JACOMO NIGRETTI DE LAVALLE detto PALMA era di Serina dove era nato da famiglia modestissima: come molti compaesani, si dirige presto verso la capitale, Venezia, che in quel periodo rappresenta il fulcro artistico ed economico dell’Italia settentrionale. La prima testimonianza della sua presenza a Venezia è del 1510, anno in cui compare come testimone in un atto notarile. La sua maniera di dipingere la apprende dai maestri Veneziani di fine Quattrocento, in particolare Vittore Carpaccio, e Giovanni Bellini prima e da Giorgione poi: frequenta Tiziano, che si innamora di sua figlia e lavora assiduamente per le committenze che non mancano mai. Giacomo era prozio di Palma il Giovane. Che all’epoca fosse pittore affermato, lo testimoniano due dati: di lui resta una sola opera firmata, il che fa presupporre che la sua arte fosse più che conosciuta e il Vasari lo munifica di complimenti arrivando a dire che Leonardo e Michelagnolo Buonarroti non averebbono altrimenti operato. Morì a soli 48 anni nel 1528.

La magnifica esposizione della Gamec (la prima sua monografica) rende finalmente giustizia a un genio della pittura del ‘500.