Proverbio del Giorno
Le grandi anime hanno volontà; le deboli solo desideri. (Cina)
Iniziamo la giornata pregando (S. Bonaventura)
Tu, Signore sei la mia speranza, la mia fiducia, la mia ricchezza, il mio diletto, la mia allegrezza, la mia gioia, il mio riposo, la mia pace, la mia soavità, il mio profumo, la mia dolcezza, il mio cibo, il mio ristoro, il mio rifugio, il mio aiuto, la mia sapienza, la mia eredità, il mio possesso, il mio tesoro, nel quale rimangono fissi e fermi, con salde radici, la mia mente e il mio cuore. Amen.
Norberto
è fondatore nel 1121, di un ordine monastico: i Premostratensi. Il nome viene dalla valle francese di Prémontré, dove il santo si era fermato insieme ad alcuni compagni. Norberto era nato in Germania, verso il 1080. Fece vita mondana, ma poi un evento lo sconvolse: un fulmine gli cadde vicino tramortendolo. Divenne prete, fondò l’ordine – che presto si diffuse in Europa e anche in Palestina – dal 1126 fu vescovo di Magdeburgo. Morì nel 1134 ed è santo dal 1582.
La Parola di Dio del giorno (Marco 12,13-17)
In quel tempo, i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani mandarono a Gesù alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in fallo nel discorso. E venuti, quelli gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. E’ lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: «Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Di chi è questa immagine e l’iscrizione?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio». E rimasero ammirati di lui.
Riflessione Per Il Giorno (don Alberto Carrara)
Sette nuovi preti sono stati ordinati nel Duomo di Bergamo, sabato scorso. Nelle comunità cristiane si avverte un senso di sollievo, uguale e contrario al senso di smarrimento quando, lo scorso anno, non venne ordinato nessuno. Qualcuno, al corrente di crisi, di preti che lasciano, di difficoltà varie, esprime, insieme al sollievo, anche apprensione per il futuro. «In fondo fare i preti oggi non è facile», si sente ripetere. Andando oltre il buon senso si nota che, anche oggi, attorno al prete girano aspettative contraddittorie. Talvolta ci si aspetta da lui cose grandiose. Si vorrebbe il superuomo che non ci sarà mai e si rischia di non apprezzare l’uomo che, invece, c’è già. In effetti, la prima messa in gioco di un prete è la sua umanità: se un prete ha buon carattere, sta bene con la gente, «sente» quel che avviene attorno a lui e sa viverlo, almeno metà della riuscita del suo servizio è assicurata. Se, al contrario, è scorbutico e scostante, se «vola» sopra la vita della gente, non sente i suoi dolori e le sue gioie, può essere anche un acuto teologo, un impareggiabile predicatore, ma, alla fine non «attacca». È fondamentale che il prete sia «rassambleur d’ hommes» (uno che sa unire gli uomini). L’umanità del prete che parla di Vangelo è la cartina di tornasole. O c’è l’umanità saporosa che fa da veicolo al Vangelo o non c’è Vangelo.
Intenzione del giorno
Preghiamo per i sette sacerdoti novelli della nostra diocesi di Bergamo.