Riflessione del giorno

martedì 8 giugno ’21

By Patronato S. Vincenzo

June 07, 2021

 

10. Settimana Tempo Ordinario

 

Proverbio del giorno

A chi non vuol credere, poco valgono mille testimoni.

 

Preghiera del giorno R. Tagore

Dammi il supremo coraggio dell’amore. Questa è la mia preghiera: coraggio di parlare, di agire, di soffrire, di lasciare tutte le cose, o di essere lasciato solo.

Temprami con incarichi rischiosi, onorami con il dolore, e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò. Dammi la suprema certezza dell’amore.

Questa è la mia preghiera: la certezza che appartiene alla vita nella morte, alla vittoria nella sconfitta, alla potenza nascosta nella più fragile bellezza, a quella dignità nel dolore, che accetta l’offesa, ma disdegna di ripagarla con l’offesa.

Dammi la forza di amare sempre e ad ogni costo. Amen.

 

 

La Parola di Dio del giorno – Matteo 5,13-16

Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa.

Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

 

Riflessione del giorno

Come succede con i “vulcani dormienti”, anche quel giovane guineano dai precedenti complicati, sembrava inoffensivo, ma era solo apparenza.

Il “tappo” è saltato d’improvviso e “l’eruzione” è stata violenta: in meno di un’ora, con un punteruolo rimediato chissà dove, il nostro si è accanito con furia impressionante sulle gomme di una trentina di biciclette e di tre macchine parcheggiate nel cortile del Patronato e ha aggredito uno che cercava di bloccarlo.

Inevitabile l’intervento della polizia, anche per sottrarlo alla furia degli ospiti danneggiati da quel gesto folle.

Portato all’ospedale, è stato internato in psichiatria per alcuni giorni, il tempo necessario ai medici per ricostruire la sua cartella clinica e agli educatori per esplorare il buco nero della vita precedente il suo arrivo al Patronato di pochi mesi fa.

Una volta sedato ha fatto ritorno da noi e lo si è affidato a un giovane africano che non lo molla né di giorno né di notte e che con pazienza e calma si è guadagnato la sua fiducia.

Ma il risultato più stupefacente è che i danneggiati non solo si comportano come se non fosse successo niente, ma lo trattano bene, come se avessero intuito l’abisso di sofferenza da cui sta cercando a fatica di emergere.

 

Intenzione di preghiera per il giorno

Per coloro che vivono nella sofferenza: il loro dolore illumini e dia senso alla vita di molti.

 

Don’t Forget! “1000 quadri più belli del mondo”

JOHANN HEINRICH FÜSSLI: L’INCUBO

1781 – Olio su tela – 75,5 × 64 cmDetroit Institute of Arts, U.S.A.

Johann Heinrich Füssli (Zurigo 1741 – G. Bretagna 1825) è un pittore svizzero, che esercitò la sua attività principalmente in Gran Bretagna.

Abile disegnatore, trasse ispirazione dagli studi sull’antico e sui neoclassici, ma scelse soggetti di ispirazione romantica, ricchi di pathos e di immaginazione, di gesti violenti e atmosfere magiche, spesso tratti dagli episodi più visionari delle grandi opere poetiche, precorrendo alcuni temi dell’Espressionismo e del Surrealismo.

Nel 1781 Johann Heinrich Füssli fa il suo debutto su suolo londinese alla Royal Academy, presso la quale viene esposto The Nightmare.

Si può immaginare cosa possa aver suscitato la vista di questo quadro nella Londra del ‘700. Infatti l’opera suscitò nel pubblico una serie di sentimenti contrastanti, per poi essere consacrato come un capolavoro dell’arte moderna.

È senz’altro una scena mai vista in precedenza, che di primo impatto potrebbe essere spiegata come la rappresentazione della pesantezza e del disagio provato durante un incubo.

In realtà l’opera del pittore svizzero rappresenta un enigma da risolvere, una realtà da svelare. Una giovane fanciulla è ritratta svenuta sul letto, proprio sul ciglio, con le braccia e la testa che cadono a peso morto.

Sembra quasi che sia morta e che i demoni le abbiano prosciugato la vita. Accanto a lei su un tavolino si notano alcuni oggetti: una fialetta, uno specchio e un libro. Poco più su il muso di un cavallo, con gli occhi sbarrati, che sbuca da una tenda.

La scelta di questo animale trova le sue origini nelle tradizioni popolari della Germania, che Füssli aveva accuratamente studiato, scoprendo leggende di streghe e demoni che possedevano chi dormiva da solo: gli uomini venivano raggiunti da cavalli o streghe, le donne credevano di avere un rapporto con il demonio. L’altra figura presente nel quadro è il demone che si poggia sopra la fanciulla.

Bisogna ricordare che originariamente il termine “nightmare” veniva utilizzato per indicare un’esperienza terrificante, una sorta di paralisi del sonno caratterizzata dalla sensazione di avere un peso sul petto: l’immagine del demone sembra descrivere l’esperienza alla perfezione.

Insomma The Nightmare è un quadro denso di simbologie e mette in scena il labirinto dell’inconscio un secolo prima che Freud fondasse la psicoanalisi.

Nonostante il suo significato sia ancora incerto, l’opera si è presentata al suo pubblico con prepotenza ed è stata universalmente accettata come un capolavoro.