Riflessione del giorno

mercoledì 1 aprile ’20

By Patronato S. Vincenzo

March 31, 2020

 

nell’immagine un dipinto di Andrea Mastrovito

 

 

Mercoledì della 5.a Settimana di Quaresima – Anno Pari

 

citazioni

Il tempo è temibile non tanto perché uccide, quanto perché smaschera. – Nicolás Gómez Dávila

 

iniziamo la giornata pregando

Dio onnipotente, concedici una fede salda come quella di Abramo. Oggi, vogliamo perseverare nel tuo insegnamento per diventare tuoi veri discepoli. Non vogliamo essere schiavi del peccato. Guidaci, o Signore, alla casa del Padre, dove nella libertà ti ameremo per sempre.

 

+ Dal Vangelo secondo Giovanni 8,31-42

Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.

In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

Parola del Signore.

 

Riflessione sul testo del Vangelo

Gesù ci invita a metterci alla sua scuola, per essere fedeli alla sua parola, per diventare suoi discepoli, per conoscere la verità e per essere davvero liberi. È difficile comprendere che la peggiore schiavitù derivi proprio dall’ignoranza, dalla menzogna, dall’errore. Tutta la nostra storia, sin dal principio, è contrassegnata pesantemente dagli errori umani, che hanno sempre la medesima origine: il distacco da Dio, l’esodo da un ambito di amore e di comunione con Lui, la conoscenza e poi l’esperienza del male in tutte le sue forme. Il lamento di Cristo: «la mia parola non trova accoglienza in voi» ci risuona ancora vero ed attuale. Su quella parola di verità prevalgono le nostre parole, le nostre scelte, le nostre personali decisioni e, di conseguenza i nostri smarrimenti. I figli che reclamano la loro parte di eredità per spendere tutto dove e come vogliono, sono ancora tanti. La presunzione di poter gestire la vita a proprio gusto, in completa autonomia, è ancora all’origine del neopaganesimo. È ancora più subdola la tentazione che vorrebbe convincerci, come accadeva ai Giudei, contemporanei di Cristo, di essere depositari di verità solo per un vago senso di appartenenza e per una fede presunta, che non incide realmente sulla vita. A nulla serve essere figli di Abramo se non assimiliamo la sua fede e la traduciamo nelle opere. Quanti si ritengono cristiani e uccidono nei fatti gli ammonimenti e i precetti del Signore! La verità di Dio è luce e lampada ai nostri passi, è orientamento di vita, è docile e gioiosa conformazione e amore a Cristo, è la pienezza della libertà. Il Signore ha affidato a due libri le sue eterne verità per la salvezza dell’uomo: la scrittura sacra, la Bibbia, che pochi conoscono e comprendono, e poi ai suoi fedeli, chiamati a proclamare quelle verità con la forza irresistibile della testimonianza. Hai mai pensato che qualcuno sta leggendo la bibbia e cercando la verità guardando la tua vita? 

 

La clinica del Signore

 

 

Beati Anacleto Gonzalez Flores e 3 compagni

Fondatore dell’Associazione cattolica della gioventù messicana (Acjm) di Guadalajara e dell’Unione Popolare, Anacleto González Flores, meglio noto come «il maestro Cleto», fu un leader laico messicano assai famoso tra il 1915 e il 1927: la predicazione a favore del pacifismo e della non violenza nel periodo della «Guerra Cristera» (1926-1929), gli guadagnò l’appellativo di «Gandhi messicano». Sposato e padre di due figli, era nato a Tepatitlán, Jalisco, il 13 luglio 1888. Dopo essere stato seminarista svolse i lavori più disparati, prima di laurearsi in Giurisprudenza nel 1921. Nel 1925 ricevette da Pio XI la Croce «Ecclesia et Pontifice» in riconoscimento alla sua opera in difesa della religiosità dei fedeli messicani. Anacleto tentò di evitare di legare l’Unione Popolare alla Lega nazionale per la difesa della libertà religiosa, che aveva dichiarato guerra al Governo di Calles, persecutore dei cristiani, già dal 1926. Dovette tuttavia accettare che la sua organizzazione passasse alla lotta armata, ma ciò gli costò l’arresto il 31 marzo 1927 e la morte il giorno successivo assieme a tra compagni.