Riflessione del giorno

Mercoledì 11 giugno 2025

By Patronato S. Vincenzo

June 10, 2025

 

10. settimana tempo ordinario

 

Avvenne l’11 giugno…

1289 – Si svolge la battaglia di Campaldino, alla quale prende parte Dante Alighieri.

1509 – Matrimonio di Enrico VIII d’Inghilterra con Caterina d’Aragona.

1594 – Nelle Filippine, Filippo II di Spagna riconosce il diritto di governare di nobili e capi locali convertiti al Cattolicesimo.

1775 – Luigi XVI viene incoronato re di Francia.

1901 – La Nuova Zelanda si annette le Isole Cook.

2002 – Il Congresso USA riconosce il fiorentino Antonio Meucci primo inventore del telefono

 

Aforisma dal Vangelo di Matteo cap. 28

“Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore. ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.”

 

Preghiera Colletta

O Dio, che hai voluto riservare san Barnaba, pieno di fede e di Spirito Santo, per la conversione dei popoli pagani, fa’ che sia annunciato fedelmente con la parola e con le opere il Vangelo di Cristo che egli predicò con indomito coraggio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen.

 

Santo del giorno

 

Parola di dio del giorno Matteo 10,7-13

Disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.

Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».

 

Riflessione di Mario Rigoni Stern “Il lavoro ben fatto”

Non c’è maggiore soddisfazione di un lavoro ben fatto. Un lavoro ben fatto, qualsiasi lavoro, fatto dall’uomo che non si prefigge solo il guadagno, ma anche un arricchimento, un lavoro manuale, un lavoro intellettuale che sia, un lavoro ben fatto è quello che appaga l’uomo. Io coltivo l’orto, e qualche volta, quando vedo le aiuole ben tirate con il letame ben sotto, con la terra ben spianata, provo soddisfazione uguale a quella che faccio quando ho finito un buon racconto.

E allora dico anche questo, no: una catasta di legna ben fatta, ben allineata, ben in squadra, che non cade, è bella; un lavoro manuale, quando non è ripetitivo (ricordo ‘Tempi moderni’ di Charlot) è sempre un lavoro che va bene, perché è anche creativo. Un bravo falegname, un bravo artigiano, un bravo scalpellino, un bravo contadino; e oggi dico sempre quando mi incontro con i ragazzi: voi magari aspirate ad avere un impiego in banca, ma ricordatevi che fare il contadino per bene è più intellettuale che non fare il cassiere di banca.

Perché un contadino deve sapere di genetica, di meteorologia, di chimica, di astronomia persino. E allora tutti questi lavori che noi consideriamo magari lavori così, magari con un certo disprezzo, sono lavori invece intellettuali.

 

Intenzione di preghiera

Per i lavoratori perché non facciano consistere la loro dignità solo in uno stipendio adeguato, ma anche nella volontà e nell’impegno a compiere un lavoro ben fatto.

 

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