Riflessione del giorno

mercoledì 13 novembre ’19

By Patronato S. Vincenzo

November 13, 2019

 

 

Proverbio del Giorno

«Un viaggio lungo mille chilometri inizia con il muovere un piede (Cina)»

 

Iniziamo la giornata Pregando (Preghiera colletta)

O Dio, principio e fine di tutte le cose, che raduni tutta l’umanità nel tempio vivo del tuo Figlio, fa’ che attraverso le vicende, lieti e tristi, di questo mondo, teniamo fissa la speranza del tuo regno, certi che nella nostra pazienza possederemo la vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo…Amen

 

Francesca Saverio Cabrini Religiosa

Nata a S. Angelo Lodigiano nel 1850 nel 1874 si fa suora e sei anni dopo fonda la congregazione delle Missionarie del S. Cuore. Nel 1889 raggiunge gli Stati Uniti per prestare assistenza agli immigrati italiani, ma si spinge anche all’interno e contatta, convertendole, tribù di nativi che non avevano mai visto un bianco. Operò in 7 paesi con 80 case: la sua congregazione fu la prima ad affrontare l’impegno missionario in modo autonomo dal ramo maschile corrispondente. La sua popolarità e il suo prestigio in America erano immensi e viaggiò in tutto il mondo. Morì nel 1917 e fu proclamata santa nel 1950

 

Ascoltiamo la Parola di Dio Luca 17,11-19

Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono sanati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!». 

 

Riflessione per il giorno (Mattutino di Mons. Ravasi)

Un uomo bussò alla porta del paradiso. «Chi sei?», gli fu chiesto dall’interno. «Sono un ebreo», rispose. La porta rimase chiusa. Bussò ancora e disse: «Sono un cristiano». Ma la porta rimase ancora chiusa. L’uomo bussò per la terza volta e gli fu chiesto ancora: «Chi sei?». «Sono un musulmano». Ma la porta non si aprì. Bussò ancora. «Chi sei?», gli chiesero. «Sono un’anima pura», rispose. E la porta si spalancò. Mistico e poeta musulmano, Mansur al-Hallaj (858-922) morì martire, lasciando dietro di sé straordinarie testimonianze di fede e amore. E’ sua questa parabola suggestiva. La vera appartenenza religiosa non si misura – come dicevano i profeti biblici – sull’adesione esteriore, gli atti di culto, l’ostentazione, ma sull’intima fedeltà, la purezza d’animo, l’amore operoso. È questa scelta di vita che spalanca le porte dei cieli. Ma alleghiamo un’altra testimonianza musulmana (a riprova che non tutto l’Islam è fondamentalista). Il mistico Rumi (1207-1273), fondatore dei dervisci danzanti, diceva: «La verità era uno specchio che, cadendo, si ruppe. Ciascuno ne prese un pezzo e, vedendovi riflessa la propria immagine, credette di possedere l’intera verità». Il mistero della verità ci precede: dobbiamo deporre ogni arroganza ideologica e spirituale e ascoltare anche l’altro col suo bagaglio di verità da lui scoperta. Certo, questo non significa che tutte le idee e le credenze siano automaticamente frammenti di verità, essendo possibili miraggi, illusioni, accecamenti. L’autenticità brillerà attraverso l’amore, la donazione a Dio e al fratello, la ricerca umile e appassionata.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per i cristiani perseguitati e per tutte le vittime innocenti del fanatismo religioso

 

Don’t forget! – Santi e beati della carità

MARIA TERESA CHIRAMEL MANKIDIYAN nacque a Putenchira, nello Stato del Kerala, il 26 aprile 1876 e fu educata dalla madre secondo i principi cristiani: fin da bambina si appassionò agli ultimi e ai povericui dedicava le sue cure nel tempo libero e ben presto divenne la sua vocazione. Disubbidì alla sua famiglia a soli 10 anni perché la volevano dare in sposa in un matrimonio “obbligatorio”: dopo la morte della madre questa incredibile giovanissima donna cattolica si dedicò alla cura dei malati e dei moribondi, consacrando la sua vita al Signore.

La Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia fondata da lei nel 1914, oggi conta circa 2mila suore e 200 novizie: «L’ordine gestisce scuole, ospedali, scuole d’infermieristica, licei, ostelli, case per disabili mentali e fisici, centri sociali e cliniche omeopatiche». La suora indiana è conosciuta in tutto il mondo per le sue opere di carità e per quella incredibile testimonianza di amore per gli ultimi della società: proprio per questo motivo è considerata come la “Madre Teresa” d’India. Come scrive il postulatore R. Chinnappan: «La canonizzazione di Mariyam Thresia giunge puntuale rispetto ai segni della società moderna, in cui la famiglia è in pericolo. L’individualismo e l’egoismo conducono a una cultura usa e getta, come ripete Papa Francesco. Tutto ciò che non è considerato utile viene buttato via, anche quando riguarda la vita umana. Dal rifiuto di quella nascente all’abbandono degli anziani, nulla in questi tempi sembra scalfire la coscienza dell’uomo. Sta qui l’importanza della nuova santa, che ha dato rilievo all’educazione e ai valori cristiani della famiglia»

 

 

nell’immagine un dipinto di Charles Marie Bouton