Riflessione del giorno

mercoledì 13 settembre ’17

By Patronato S. Vincenzo

September 12, 2017

 

nella fotografia un quadro di Alice Neel

 

 

Aforisma del giorno

È più facile morire per una religione che viverla in modo completo. (Jorge Luis Borges)

 

Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera di S. Giovanni Crisostomo)

Signore Dio nostro, la cui potenza è incomparabile, la misericordia immensa e l’amore per gli uomini ineffabile; Tu, o Sovrano, per la tua clemenza volgi lo sguardo su di noi e sopra questa santa dimora, elargisci a noi e a quanti pregano con noi copiose le tue misericordie e la tua pietà. Poiché ogni gloria e onore si addice a Te, Padre, Figlio e Spirito Santo, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen

 

 

 

 

Riflessione Per Il Giorno (Meeting di Rimini)

Ci faceva notare la nostra guida alla mostra del Meeting di Rimini dedicata alla rivoluzione russa come, ad un certo punto, dalle raffigurazioni artistiche sovietiche sparisca il cielo. Deve scomparire, perché l’unica cosa che importa è la lotta di classe. Così tutto quello che può far riflettere l’uomo sull’assurdità di una concezione del genere deve essere distrutto. Può anche darsi che il marxismo sia riuscito a cambiare il mondo, ma quello che quello non è cambiato è l’aspirazione del cuore umano verso l’infinito, verso ciò che può rendere felici, e che non risiede certo nel trionfo della lotta di classe, in ogni tipo di anti-qualcosa o di realtà solo materiale. Come vogliamo chiamarlo questo infinito, questa promessa di felicità totale che a tanti sembra impossibile? Dio “La dove Dio è negato non viene costruita la libertà, ma le viene sottratto il suo fondamento e pertanto essa viene stravolta. Solo la verità rende liberi”. (J. Ratzinger). Se sparisce il cielo, quello che resta è inferno.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per don Aldo e per tutti i sacerdoti che hanno servito il Patronato e la causa dei poveri

 

 

190° quadro de “i 1000 quadri più belli del mondo”

 

Bergamasco originario di Fuipiano al Brembo, Giovanni Busi detto il Cariani (1485-1547) si formò a Venezia risentendo dell’ambiente artistico che gravitava attorno a Bellini e Giorgione.  Il ritratto di oggi è conservato all’Accademia Carrara: dall’iscrizione e dallo stemma sulla tenda a destra possiamo accertare che il personaggio raffigurato è Giovanni Benedetto Caravaggi, filosofo e medico di nobile

famiglia di Crema. Laureato nell’università di Padova e divenutone lettore e rettore, Caravaggi era fratello di Giovanni Antonio, anch’egli eternato in un ritratto del Cariani oggi ad Ottawa. Nel periodo 1517-1527 il Cariani era infatti tornato a Bergamo con incursioni a Crema per adempiere ad alcuni incarichi, come quello relativo al nostro ritratto. Qui il Caravaggi è presentato nella veste di umanista, mentre sfoglia un grande manoscritto davanti a un paesaggio immerso nella luce rosata del tramonto. L’impostazione richiama la ritrattistica di Giorgione e di Tiziano, ma il morbido realismo del volto e delle mani è tipico di Cariani che ha modo di sfoggiare il suo elegante linguaggio pittorico che emerge dal paesaggio montuoso oltre la tenda, rischiarato da un cielo al tramonto dai toni rosati e cerulei. Ispirata a Tiziano è invece l’impostazione del ritratto dalla posa ruotata di tre quarti e dalla sapiente costruzione prospettica, che ha i punti di forza nel braccio sinistro in scorcio e nel realistico volume appoggiato sul tavolo. La posa naturale dello studioso, che pare interrompersi in meditazione dalla lettura, è anch’essa un contributo di Tiziano, i cui ritratti sono liberi e naturali, lontani da schemi precostituiti. Il ritratto è davvero bello e rivela il livello raggiunto dalla pittura bergamasca a contatto con la grande tradizione artistica veneziana.