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Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera di S. Giovanni Crisostomo)
Grazie, Signore, perché ci hai dato l’amore capace di cambiare la sostanza delle cose. Quando un uomo e una donna diventano uno nel matrimonio, sono l’immagine stessa di Dio. Così uniti non hanno paura di niente. Con la concordia, l’amore e la pace, l’uomo e la donna sono padroni di tutte le bellezze del mondo. Possono vivere tranquilli, protetti dal bene che si vogliono secondo quanto Dio ha stabilito. Grazie, Signore, per l’amore che ci hai regalato. Amen
Giovanni crisostomo
Nato ad Antiochia nel 349, dopo i primi anni trascorsi nel deserto, fu ordinato prete dal vescovo Fabiano e ne diventò collaboratore. Grande predicatore, nel 398 fu chiamato sulla cattedra di Costantinopoli: evangelizzò le campagne, creò ospedali, fece processioni anti-ariane, tenne sermoni di fuoco, severi richiami ai monaci indolenti e ecclesiastici sensibili alla ricchezza. Deposto ed esiliato, prima in Armenia, poi sul Mar Nero, dove nel 407 morì.
Ascoltiamo la Parola di Dio (Lc 7,11-17)
Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!». E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!». Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo». La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione.
Riflessione Per Il Giorno (Francesco Alberoni)
Guardando i paesi devastati dal terremoto, si è colpiti dalle persone che hanno avuto la casa distrutta, ma non vogliono allontanarsi dal luogo dove hanno vissuto e lavorato per tutta una vita. L’esperienza dei terremotati è il paradigma di un’esperienza tipica del nostro tempo. Noi tutti abbiamo bisogno di qualcosa di solido, che resta, di una comunità con valori, regole, fini da perseguire. Abbiamo bisogno che i nostri meriti e sacrifici, le competenze acquisite ci vengano riconosciute. Invece nella nostra epoca tutto cambia rapidamente e il passato perde valore. Il mondo in cui abbiamo vissuto è stato sconvolto da un terremoto senza fine. Sono cambiati i rapporti fra figli e genitori, fra maschi e femmine, fra generazioni, sono cambiati i partiti, le imprese, le professioni, i modi di comunicare. Tutti perciò finiamo per sentirci in un mondo straniero, in esilio. Tutti ci troviamo nelle condizioni del terremotato che guardando la sua casa distrutta, deve decidere se starle accanto o andarsene. E l’unica soluzione possibile è adattarsi al nuovo mondo e tornare a costruire da capo. Per riuscirci però devi lottare contro l’insidia dello sconforto. È a causa di questa insidia che non c’è una vigorosa ripresa economica. Anche se ci sono i soldi e le occasioni, manca l’entusiasmo, la visione di un futuro e la certezza che ciò che hai fatto resterà e non verrà distrutto. Questo è un problema che ciascuno di noi deve risolvere dentro di sé, decidendo di resistere a ogni costo.
Intenzione del giorno
Preghiamo per don Aldo e per tutti i sacerdoti che hanno servito il Patronato e la causa dei poveri