nell’immagine un dipinto di Mario Giudici
XI Settimana del tempo Ordinario
Proverbio del Giorno: «Troppo è peggio che poco (Giappone)»
Iniziamo la giornata Pregando
O Padre, che a piene mani semini nel nostro cuore il germe della verità e della grazia, fa’ che lo accogliamo con umile fiducia e lo coltiviamo con pazienza evangelica, ben sapendo che c’è più amore e più giustizia ogni volta che la tua parola fruttifica nella nostra vita. Per Cristo nostro Signore. Amen
Giulitta Martire
Durante la persecuzione di Diocleziano a Iconio (oggi Turchia) Giulitta, ricca, vedova con il figlio in tenera età, Quirico, lascia la città, per sfuggire alla persecuzione, e scende in Cilicia, dove è arrestata con l’accusa di essere cristiana. Quirico, vista la madre sofferente, si disse anch’egli cristiano e morì scaraventato a terra dal governatore. La madre, impietrita dal dolore, restò ferma nella fede e dopo strazianti torture, fu consegnata al boia per essere giustiziata intorno al 304
La Parola di Dio del giorno (Matteo 6,1-6.16-18)
Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
La riflessione del giorno (Giosué Boesch)
Giosuè Boesch, svizzero, dopo gli studi teologici diventa pastore della chiesa riformata. Negli anni ‘80, si trasferisce in Italia dove vive per anni la vita eremitica, in contatto coi monaci di Camaldoli. La ricerca di equilibrio tra il suo mondo spirituale e la sua manualità di orafo, trova espressione nelle sue icone. È uno degli ispiratori della Fraternità di Romena. Muore il 20 luglio 2012.
Mosè era un balbuziente. Eppure proprio lui è stato scelto da Dio come capo del popolo ebreo per farlo uscire dalla schiavitù d’Egitto. Ecco la mia meraviglia: i nostri difetti e traumi non impediscono a Dio di affidarci una sua vocazione e di dialogare con noi, anzi è proprio la nostra debolezza che ci fa degni della sua scelta. Non abbiamo mai una vera scusa per fuggire dall’amicizia di Dio; “Dio parlò con Mosè come uno parla con un amico” (Es.33,11). Dio non comanda mai dall’alto, al contrario si mette sul nostro stesso piano, come un amico. Così Mosè ha ritrovato la dignità e il coraggio di vivere la vocazione. Mi stupisco ancor oggi di come ho lasciato il mestiere d’orafo per studiare teologia, e dopo 28 anni di parroco ho lasciato anche quello per vivere da iconografo. Senza la voce amichevole di Dio non sarei mai stato in grado di intraprendere strade così diverse. Ma la cosa più bella è che io non posso mai vantarmi, posso soltanto meravigliarmi della partecipazione creativa di Dio alla mia vita, nonostante le mie debolezze.
L’intenzione del giorno
Preghiamo per tutti i nostri benefattori vivi e defunti
Caterina Scherer, figlia di Carlo e Maria Sigrist agricoltori, nacque il 31 ottobre 1825 a Meggen nel Cantone di Lucerna in Svizzera. A 7 anni rimase orfana di padre per cui fu accudita fino ai sedici anni da altri parenti. Il suo naturale ingegno fece sì che fosse inviata a studiare a Lucerna presso alcune suore dedite alla cura degli ammalati ricoverati nel nosocomio della città, qui dovette farsi forza per superare la ripugnanza che provava al contatto degli ammalati. Ma i disegni di Dio sono misteriosi, durante un pellegrinaggio al santuario di Einsiedeln sentì in sé la chiamata alla vita religiosa e poi ebbe l’incontro decisivo nell’ottobre 1844 con il cappuccino Teodosio Fiorentini, fondatore della Congregazione delle Suore della Carità della S. Croce di Ingenbohl a cui lei aderì con l’intento di affiancarlo nell’opera. Il 27 ottobre 1845 nel convento di Wurmsbach presso Zurigo, Caterina Scherer pronuncia i voti insieme alle 4 prime compagne della nuova Congregazione, prendendo il nome di suor Maria Teresa. Il 5 febbraio 1855 improvvisamente muore il fondatore padre Teodosio Fiorentini e quindi tutte le responsabilità e preoccupazioni si concentrarono su di lei. Nel 1857 divenne superiora generale e s’impegnò all’attuazione della Regola: “L’Istituto deve occuparsi dell’educazione e dell’istruzione della gioventù dalla culla fino alla formazione professionale, deve avere cura dei poveri e dei malati, dei derelitti, degli orfani, degli sventurati di ogni tipo e genere, dei prigionieri”. La sua grande vitalità procurò fama e importanza alla congregazione che fu presto conosciuta anche fuori dalla Svizzera, sorsero opere sociali e assistenziali in tutta Europa; alla sua morte avvenuta ad Ingenbohl il 16 giugno 1888, le case erano 422 con più di 1500 suore; la sua tomba posta nella chiesa della casa madre è meta di continue peregrinazioni con attestati di grazie ricevute. E’ stata beatificata da papa Giovanni Paolo II il 29 ottobre 1995.