Riflessione del giorno

mercoledì 17 luglio ’19

By Patronato S. Vincenzo

July 17, 2019

 

 

nell’immagine una fotografia di Città Alta – Bergamo

 

 

Proverbio del Giorno

«Meglio camminare con chi si ama che riposare con chi si odia (Cina)»

 

Iniziamo la giornata pregando

Buon Dio, aiutami ad accettare questa giornata, sia per quello che avrà di piacevole sia per quello che avrà di difficile. Fa’ che oggi non cerchi solo la mia felicità, che non persegua solo i miei scopi, che non imponga le mie idee. Fammi attento e sensibile alle buone idee degli altri, al loro desiderio di essere riconosciuti e capiti; apri il mio cuore a tutti, soprattutto ai poveri e bisognosi. Amen

 

Alessio, Mendicante.

Fattosi povero, da patrizio che era, Alessio trascorreva le notti sotto una scala sull’Aventino: lì Papa Onorio III gli dedicò nel 1217 una chiesa. Secondo una tradizione siriaca, invece, il giovane fuggì la sera delle nozze a Edessa, dove visse da mendicante e morì. La variante greco-romana introduce il ritorno a Roma dove Alessio visse da mendico non riconosciuto dal padre. Fu Papa Innocenzo a scoprirne l’identità e a comunicarla ai genitori, che si recarono al capezzale del figlio ormai morente. Della sua figura si sono impadronite l’arte e la letteratura.

 

Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno (Mt 11,25-27)

In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare». 

 

La riflessione del giorno (S. Bonaventura)

BONAVENTURA nell’ITINERARIO DELLA MENTE VERSO DIO offre 3 suggerimenti per conoscere quale sia il nostro posto nel mondo e trovare la pace:

1) INDAGARE RAZIONALMENTE. “Nel primo modo di vedere l’osservatore considera le cose in sé”. In altri termini, bisogna effettuare un’indagine fattuale della vita. Può essere semplice come ricordare che i nostri amici e familiari sono splendidi, che abbiamo un buon lavoro, che non meritiamo né più né meno lodi e che l’erba del vicino non è sempre la più verde. È uno sguardo onesto al modo in cui tutto nella vita si raccorda, e la rassicurazione del fatto che si è al posto giusto.

2) CREDERE FEDELMENTE. Occorre considerare il mondo a livello di “origine, sviluppo e fine”. Questo funge da promemoria del fatto che la nostra vita è un progresso e che siamo in cammino, e incoraggia la riconoscenza per le benedizioni passate, la gratitudine per il presente e la speranza per il futuro. Dobbiamo avere fede nella bontà del mondo e nella direzione della nostra vita.

3) CONTEMPLARE INTELLETTUALMENTE cioè discernere che alcune cose sono “migliori e hanno maggiore dignità”. Quando desideriamo le cose sbagliate per le ragioni sbagliate, questo provoca alienazione. Dobbiamo capire cos’è davvero positivo per noi. È un modo diverso di vedere, di notare che ogni cosa positiva ha un significato e che nella nostra vita quotidiana stiamo toccando continuamente l’eternità. Una persona che cerca questi aspetti nobili e belli della vita scopre un senso di appartenenza, e che il mondo è pieno di bontà.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo perché i credenti riconoscano il Signore che va loro incontro e lo sappiano annunciare al mondo con fedeltà e gioia.   

 

A Peralta del Sal, in Aragona, si pensa che José de Calasanz diventerà “canonigo” o vescovo. E’ prete dal 1583, dopo ottimi studi, con l’aiuto dei facoltosi genitori ed è stimato dai vescovi, che gli danno incarichi d’importanza: tra essi, nel 1592, quello di andare a Roma per certe pratiche con la S. Sede. Ma è un viaggio di sola andata. Giuseppe Calasanzio (come lo chiamano a Roma) durante l’iter delle pratiche fa catechesi e assistenza nei rioni popolari, scoprendo un universo giovanile di miseria e ignoranza, con la criminalità conseguente. Il Concilio di Trento ha fatto nascere molte scuole festive di catechismo, a cura di parrocchie e confraternite; si fa già molto, rispetto a prima. Ma in lui matura un progetto nuovo: salvare i giovani con l’insegnamento della fede e della morale insieme a quello delle scienze umane, in scuole quotidiane e gratuite, con programmi graduati, classi successive, esami ecc. Non è un progetto da lui studiato: ne realizza il modello novità dopo novità, mentre insegna nella scuola fondata dal parroco di S. Dorotea in Trastevere, e trasformata via via da lui nella prima vera scuola popolare d’Europa (1597).

Si trova fondatore senza averlo voluto, con scolari che si affollano e per i quali trova nuove sedi. Per risolvere il problema degli insegnanti, con l’approvazione di papa Paolo V, fonda nel 1617 la “Congregazione Paolina dei Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie”, formata da preti ed educatori, votati alla formazione cristiana e civile dei giovani mediante la scuola. (Sono i Padri Scolopi, che nel XX secolo saranno diffusi in oltre 20 Paesi di 4 continenti). Nel 1622 Gregorio XV costituisce gli Scolopi in Ordine Regolare con voti solenni e riconosciuta autorità, che ne favorisce l’espansione in Italia e in Europa. Una crescita impetuosa, non esente da imperfezioni, come ogni iniziativa nuova e che procura un’esperienza terribile per il Fondatore: veder morire la sua opera. E non per mano di nemici della fede: sono uomini di Chiesa, sono anche uomini suoi, quelli che lanciano durissime accuse all’opera e a lui. Denunciato al S. Uffizio, spogliato della sua autorità, vede l’Ordine declassato a semplice Congregazione senza voti, abbandonata da molti dei suoi figli spirituali. Lui fa coraggio ai pochi rimasti: “L’Ordine risorgerà!”. Lo ripete fino alla morte, che lo coglie a 90 anni. S. Uffizio o no, i romani lo tengono per santo e vogliono che cominci al più presto la causa canonica. E Giuseppe sarà canonizzato: nel 1767, da Clemente XIII. Un po’ tardi. Ma già da cento anni l’Ordine è risorto, come aveva previsto. Nel 1948, Pio XII lo proclamerà anche “Patrono davanti a Dio di tutte le scuole popolari cristiane del mondo”.