Riflessione del giorno

mercoledì 18 novembre ’15

By Patronato S. Vincenzo

November 17, 2015

 

 

Preghiera del giorno (Inno delle lodi)

Ascolta Signore del mondo, la terra che geme in silenzio, la chiesa che, sempre fedele, ti prega all’ inizio del giorno. Tu sai il mistero del tempo e quando finisce la storia, risveglia l’attesa dei cuori, fedeli all’oggi di Dio. Completa ogni nostro lavoro dà senso a ogni esistenza bellezza diffondi sul mondo, Autore di tutto il creato.

 

DEDICAZIONE DELLE BASILICHE DEGLI APOSTOLI SS.PIETRO E PAOLO A ROMA

I Principi degli Apostoli, Pietro e Paolo, sono sempre associati nella liturgia della Chiesa Romana. Le due basiliche, trofei del martirio di Pietro e Paolo, furono erette sul sepolcro dei due apostoli. Meta di ininterrotto pellegrinaggio attraverso i secoli, sono segno dell’unità e della apostolicità della Chiesa di Roma

La Parola di Dio del giorno Luca 19,11-28

Gesù disse una parabola: «Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare. Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo: Impiegatele fino al mio ritorno…Quando fu di ritorno, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine. Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città. Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine. Anche a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città. Venne anche l’altro e disse: Signore, ecco la tua mina, che ho tenuta riposta in un fazzoletto; avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato.  Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: Signore, ha già dieci mine! Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. 

 

Meditazione del giorno (Paolo VI a Jean Guitton 8-09-1977) 

«C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo della Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura di Gesù nel Vangelo di san Luca: “Quando il Figlio dell’Uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla Terra?”. Capita che escano dei libri in cui la fede è in ritirata su punti importanti, che gli episcopati tacciano e non si trovino strani questi libri.  Questo, secondo me, è strano. Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia».

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per tutti gli ammalati di cancro e per i medici che si dedicano alla loro cura.

 

Per finire…Don’t forget!

Giornata mondiale per la ricerca sul cancro – Giornata mondiale per la finanza etica

 

Il quadro della settimana (102° quadro della serie: i 1.000 quadri più belli del mondo)

 

La scena raffigura Venere mentre osserva, consapevole e tranquilla, Marte che dorme. I due sono stesi su un prato e circondati da piccoli fauni che giocano allegri: i satiri sembrano voler tormentare Marte disturbandone il sonno, mentre ignorano Venere, vigile e cosciente. Un satiro indossa l’elmo che gli copre del tutto la testa mentre con un altro, ruba furtivo la lancia di Marte; un altro suona un corno di conchiglia nell’orecchio per svegliarlo; un quarto fa capolino dalla corazza sulla quale il dio è adagiato. Nonostante il contorno scherzoso, nel dipinto serpeggiano elementi di inquietudine, come il sonno di Marte o il malinconico sguardo di Venere. Il significato del dipinto è oscuro e forse va letto secondo i temi filosofici neoplatonici allora di moda: l’armonia dei contrari infatti, costituita dal duo Marte-Venere, si trova nel Symposium di Marsilio Ficino, filosofo neoplatonico, che sosteneva la superiorità della dea Venere, simbolo di amore e concordia, sul dio Marte, simbolo di odio e discordia (era il dio della guerra per gli antichi). Dopo la relazione adulterina, Marte giace esausto nella “piccola morte” che segue l’atto sessuale e neanche lo squillo di tromba nelle orecchie riesce a destarlo; i fauni che lo depredano della lancia simboleggiano il disarmo davanti all’amore. La scena sarebbe un’allegoria del matrimonio in cui Amore, impersonato da Venere, ammansisce la Violenza, di cui Marte è la personificazione.

L’opera potrebbe dunque essere stata realizzata per il matrimonio di un membro della famiglia Vespucci (protettrice del pittore), come dimostrerebbe l’inconsueto motivo delle vespe in alto a destra. L’iconografia sarebbe stata scelta come augurio nei confronti della sposa. Secondo il critico Plunkett il dipinto riprenderebbe puntualmente uno scritto di Luciano di Samosata, in cui viene descritto un dipinto antico raffigurante le nozze di Alessandro e Rossane, in cui alcuni amorini giocavano con la lancia e l’armatura del condottiero. Nell’opera si leggono le caratteristiche stilistiche tipiche di Botticelli: composizione bilanciata e simmetrica, che forse sottintende la necessità di equilibrio nell’esperienza amorosa; il disegno armonico, la linea di contorno tesa ed elastica definiscono con sicurezza le anatomie dei personaggi. L’attenzione al disegno non si risolve in effetti puramente decorativi, ma mantiene l’attenzione alla volumetria e alla resa veritiera dei vari materiali, soprattutto nelle leggerissime vesti di Venere.  I colori, tersi e contrastanti, accentuano la plasticità delle figure e l’espressionismo della scena. Grande attenzione è riposta nel calibrare i gesti e le torsioni delle figure, che assumono importanza fondamentale. La ricchezza dell’oro e l’attenta disposizione delle pieghe rimandano alla formazione da orafo di Botticelli.