Riflessione del giorno

Mercoledì 19 aprile 2023

By patronatoADM

April 18, 2023

 

II Settimana di Pasqua 

 

Aforisma di Ennio Flaiano

“Visita alla Quadriennale. La buona volontà sostituisce l’ingegno. I giovani hanno quasi tutti il coraggio delle opinioni altrui. Nella maggior parte, non hanno niente da dire ma lo dicono lo stesso e corrono avanti per non restare indietro, fastidiosamente, come i cani nelle passeggiate, spaventando i gatti e abbaiando alle automobili.”

 

Preghiera colletta

O Padre, che nella Pasqua del tuo Figlio hai ristabilito l’uomo nella dignità perduta e gli hai dato la speranza della risurrezione, fa’ che accogliamo nell’amore il mistero celebrato ogni anno nella fede.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Giovanni 3,16-21

In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie.

Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

 

Riflessione di Rainer Maria Rilke  

Sii paziente verso tutto ciò che è irrisolto nel tuo cuore e cerca di amare le domande, che sono simili a libri scritti in una lingua straniera. Non cercare ora le risposte che non possono esserti date poiché non saresti capace di convivere con esse.

E il punto è vivere ogni cosa. Vivi le domande ora. Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga, di vivere fino al lontano giorno in cui avrai la risposta.

 

Intenzione di preghiera del giorno

Preghiamo per quanti sono preposti ai mezzi di comunicazione sociale, perché siano sempre umili cercatori e servitori della verità.

 

Don’t Forget! Storia dei Martiri Cristiani

Martiri Messicani 4. PARTE

La Rivoluzione Messicana

Nel 1910 il Messico festeggia il centenario dell’indipendenza e il Paese è ritenuto prospero e pacifico, ma è una polveriera pronta ad esplodere. Quella di Porfirio Diaz è diventata col tempo una dittatura che da 34 anni si regge sull’alleanza tra latifondisti, usurpatori delle terre pubbliche e capitalisti stranieri che monopolizzano lo sfruttamento di petrolio, oro e argento.

Per milioni di braccianti, peones, operai e minatori è invece l’inferno. La miccia che fa esplodere la polveriera si chiama FRANCISCO IGNACIO MADERO, un intellettuale liberale figlio di proprietari terrieri, arrestato per essersi opposto alla rielezione di Diaz, nonché suo contendente alle elezioni presidenziali.

Dal suo rifugio in Texas, Madero lancia il proclama di San Luis Potosí che incita i messicani a ribellarsi e fissa per il 20 novembre la data di inizio della rivolta armata. Alla testa dell’insurrezione vi sono a sud EMILIANO ZAPATA, meticcio di umili origini che difende i diritti dei peones.

E a nord Doroteo Arango Arambula, noto come “PANCHO VILLA”, bandito rifugiato sulle montagne che si schiera con le forze rivoluzionarie. In sostegno a Madero accorrono volontari da tutto il mondo, tra cui anche Peppino, nipote di Garibaldi.

 

 

Il 25-5-1911 Porfirio Diaz si dimette e fugge in Francia. Il 7-6-1911 Francisco Madero entra a Città del Messico ed è eletto presidente. La rivoluzione ha vinto ma durerà? Il 22-2-1913 Madero è assassinato dal generale Victoriano Huerta che si autoproclama presidente del Messico: il Paese è nel caos, Camera e Senato sono sciolti, i parlamentari arrestati, ogni ribellione provoca bagni di sangue.

Per difendere la libertà, i messicani si levano in armi contro le forze contro rivoluzionarie. Nel giugno 1914 le forze di liberazione di Pancho Villa da nord e di Zapata da sud stringono in una morsa la capitale e il generale V. Huerta è costretto a fuggire; sostenuto dalla borghesia, Venustiano Carranza assume la presidenza del Paese, ma Villa e Zapata non ci stanno. 

Il 6-12-1914 fanno il loro ingresso a Città del Messico, con la folla in delirio. Né Villa né Zapata però riescono a gestire il potere politico e entrambi lasciano la capitale, tornando l’uno a sud l’altro a nord, rifiutandosi di deporre le armi. Il 19-10-1915 gli USA riconoscono il governo di Venustiano Carranza, il cui obiettivo è la pacificazione del Paese.

Nel 1917 è eletto presidente e promulga la nuova costituzione, anticlericale, nazionalista e riformista. Determinato a liquidare i rivoluzionari, Carranza spedisce l’esercito contro i due ribelli: i villaggi sono rastrellati, i sospetti fucilati o impiccati.  Sulla testa di Zapata il governo mette una taglia di 100.000 pesos. È la resa dei conti.

Il 19-4-1919 Zapata muore vittima di un’imboscata. Ma l’anno dopo è Venustiano Carranza a essere assassinato, in una rivolta capeggiata dall’ex alleato Obregòn eletto nel frattempo presidente al suo posto. Pancho Villa accetta di deporre le armi in cambio della garanzia di incolumità, ma il 23-7-1923 è assassinato in auto, insieme alla scorta. L’uomo muore ma nasce il suo mito.