Riflessione del giorno

mercoledì 19 febbraio ’20

By Patronato S. Vincenzo

February 18, 2020

 

 

nell’immagine una fotografia di una signora con sigaro cubano – Havana

 

 

Proverbio del giorno (dal libro dei proverbi)

L’odio provoca liti, ma l’amore copre ogni colpa.

 

Preghiera del giorno (Colletta)

Signore, guariscimi dalle piaghe provocate dalla mancanza di amore, dai peccati che mi impediscono di amarti sopra ogni cosa. Fa’ che la fiamma dell’amore allontani da me le tenebre e sciolga il ghiaccio del male! Rendimi capace di amare con tutto il cuore ogni persona, anche quelli che mi hanno offeso! Gesù, risana l’amore nella mia famiglia, perché assomigli all’amore che regnava nella tua. Amen

 

MARTIRI DI PALESTINA

Commemorazione dei santi monaci e degli altri martiri che in Palestina per la fede di Cristo furono uccisi crudelmente dai Saraceni guidati da Mūndhīr III.

 

Ascoltiamo la Parola di Dio Marco 8,22-26

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsaida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo. Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quegli, alzando gli occhi, disse: «Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa. E lo rimandò a casa dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».

 

La Riflessione del Giorno (Frammenti di vita)

A differenza del cattive notizie che fanno rumore anche se non ce n’è motivo, quelle buone amano il silenzio e il nascondimento a tal punto che sono sempre le prime alla ribalta. Ma bastano solo un po’ di attenzione e un briciolo di discernimento a capire come stanno le cose. Come è capitato giorni fa quando a un bravo medico nostro amico abbiamo chiesto consiglio per due ospiti africani: un ragazzo con una vistosa ciste in testa e un ex militare con schegge di proiettili in una gamba. Rapida diagnosi e ancor più rapida decisione: “Li opero io…fra tre giorni”. E ci dà l’indirizzo del reparto in cui lavora in un ospedale di Milano “Vi aspetto mercoledì alle 8,00 e a mezzogiorno, salvo imprevisti, sarete a casa” assicura. Subito un ospite italiano si rende disponibile per portarli in macchina e un altro per accompagnarli; una signora presente alla Messa insieme al medico e agli altri fedeli, si offre di pagare il ticket per entrambi e un’altra: “Vi procuro io il ricambio di biancheria”. Tutto questo non dura più di un quarto d’ora. Ora l’ex militare mostra a tutti le schegge metalliche estratte dalla gamba non più infetta e l’altro non copre più col berretto la fastidiosa ciste in testa…Ma la cosa più sorprendente è che il dottore e gli altri ritengono di non aver fatto nulla di eccezionale, ma solo il loro dovere.   

 

Intenzione del giorno

Preghiamo perché cessi ogni genere di sfruttamento nei confronti dei bambini e dei minori  

Sono presenti in 130 Paesi del mondo con centinaia di migliaia di volontari, in lotta da un secolo e mezzo contro la povertà, quella palese e quella nascosta. Sono le “conferenze” di parrocchia, di paese, di quartiere, di azienda. Che formano la “Società di S. Vincenzo de’ Paoli”, istituzione “cattolica, ma laica; povera, ma carica di poveri da sollevare; umile, ma numerosa”. Così ne parla Ozanam, uno dei fondatori dell’Opera a Parigi, il 23 aprile 1833. Nato nel 1813 in Italia quando il padre era ufficiale medico nell’esercito napoleonico, dopo Waterloo torna con la famiglia a Lione. E’ il secondo di tre fratelli, uno dei quali diventerà sacerdote e l’altro medico. Dopo il liceo, va a Parigi per studiare legge ed è ospite in casa di André-Marie Ampère. Pilotato dallo scienziato, che è grande uomo di fede, Ozanam si unisce ai giovani intellettuali cattolici raccolti intorno a Emmanuel Bailly, capofila della riscossa culturale cattolica.

Si laurea in legge nel 1836 e in lettere nel 1839, con una tesi su Dante Alighieri: “Il poeta del nostro presente come lo fu del suo tempo; il poeta della libertà, dell’Italia e del cristianesimo”. La sua tesi viene pubblicata anche in inglese, tedesco e italiano e Ozanam ottiene una cattedra alla Sorbona. Ma resta sempre l’uomo della “S. Vincenzo” e continua a metterci l’anima, per stimolare e orientare; spiega che l’Opera agisce sotto piena responsabilità dei laici, e non si dedica a pura beneficenza; essa vive la carità innanzitutto con la vicinanza fisica e regolare con i poveri, nelle loro case. L’aiuto materiale soccorre sì una necessità immediata, ma ha il fine di strappare il povero alla sua condizione: “La terra si è raffreddata, tocca a noi cattolici rianimare il calore vitale che si estingue!”. Si sposa nel 1841 con Amalia Soulacroix, da cui ha una figlia. Amico della intellettualità parigina più illustre, viaggiatore in tutta Europa, sempre però ritorna al suo mondo povero, alla Società di S. Vincenzo, che segue e stimola nel suo irradiarsi: quando sta con i poveri, Ozanam parla con Dio. Per lui non c’è responsabilità o carica che dispensi il confratello dalla visita e dall’aiutare i poveri, per meglio camminare sulla via della promozione umana. Federico muore a Marsiglia nel 1853. Il 27 agosto 1997, Giovanni Paolo II lo ha proclamato beato a Parigi.