Riflessione del giorno

mercoledì 19 ottobre ’16

By Patronato S. Vincenzo

October 18, 2016

 

nella fotografia un quadro di Correggio – ritratto di dama

 

Iniziamo la giornata Pregando (canto gen)

Se il sole non illuminasse più il pianeta, se il silenzio della notte ammutolisse il mio canto, se il cuore della terra non riscaldasse più, non dispererei, perché troppo grande in me è la tua presenza, perché so, Dio, che tu sei amore. A te che ascolti, vorrei dire: Dio è amore; A te che piangi, vorrei dire: Dio è amore; A te che lotti, vorrei dire: Dio è amore. Non ci sarà mai amore più grande di chi dà la vita per gli amici suoi; e noi che abbiamo creduto e conosciuto, l’amore che Dio ha per tutti noi.”.

 

PAOLO DELLA CROCE

Nato a Ovada nel 1694 si fa eremita e a 26 anni il vescovo gli consente di vivere in solitudine. Si fa chiamare «Fra Paolo della Croce» e fonda l’ordine dei «Chierici scalzi della S. Croce e della Passione di N. S. Gesù Cristo» (Passionisti). Nel 1727 è ordinato prete, poi si ritira sul monte Argentario. Muore nel 1775.

 

Ascoltiamo la Parola di Dio Matteo 22,15-21

Uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni». Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio». (Luca 12,13-21)

 

Riflessione Per Il Giorno (Statistiche da paura)

Il crollo della natalità in Italia è avvenuto fra il 1964 e il 1994: nel 1964 quando gli italiani erano 51 milioni è nato più di un milione di bambini (1.016.150); nel 2015 con gli italiani a 61 milioni, i nati sono stati 485.780, neppure la metà. Dal 1993 è iniziato il saldo negativo tra nascite e morti interrotto solo nel 2004 (+15.000) e nel 2006 (+2.000). Cioè da 23 anni la popolazione italiana è in calo e nel 2015 il calo è stato drammatico: 161.000 persone in meno. Se nel 1993 si è smesso di crescere (si era 57 milioni) e cominciato a diminuire, a che è dovuto il fatto che siamo oggi 61 milioni? Agli stranieri che guarda caso in Italia sono circa 5 milioni a compensare il milione di italiani in meno e i 4 milioni in più. Cosa è avvenuto per giustificare questo calo? Una crisi economica, una pestilenza, una guerra? No, nulla di tutto questo: nonostante la lunga crisi in atto ancor oggi la prosperità italiana si basa su un potente apparato produttivo e su una notevole capacità di esportare. E’ la prima volta nella storia dell’umanità che un popolo decresce non per carestie, guerre, pestilenze, ma perché l’ha deciso lui.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per tutti gli sposi e i genitori, perché non temano di dare la vita.

 

Don’t forget! –Quadro della settimana: “I 1.000 quadri più belli del mondo”

 

Antonio Allegri (1489–1534) detto Correggio dal luogo in cui nacque, visse e morì, prese spunto dalla cultura del ‘400 e da grandi maestri come Leonardo, Mantegna, Raffaello, Michelangelo e inaugurò un nuovo modo di concepire la pittura, elaborando un originale percorso artistico, che lo colloca tra i grandi interpreti dell’arte pittorica del XVI sec. In virtù della dolcezza espressiva dei personaggi e per l’ampio uso prospettico, sia nei dipinti sacri sia in quelli profani, si impose in terra padana come il portatore più moderno e ardito degli ideali Rinascimentali. Col suo pendant (Venere, Cupido e satiro: vedi sotto) questo quadro si trovava nel ‘500 nella collezione privata del nobile mantovano Nicola Maffei. È probabile che un Maffei avesse commissionato i dipinti che giunsero poi ai Gonzaga,