Riflessione del giorno

mercoledì 2 giugno ’21

By Patronato S. Vincenzo

June 01, 2021

 

Nona Settimana Tempo Ordinario

 

Proverbio del giorno

“L’unità del gregge costringe il leone a coricarsi affamato”.

 

Preghiera del giorno (Clemente Rebora)

Speravo in me stesso: ma il nulla mi afferra. / Speravo nel tempo, ma passa, trapassa; 

In cosa creata: non basta, e ci lascia. / Speravo nel ben che verrà, sulla terra: / Ma tutto finisce, travolto, in ambascia. 

Ho peccato, ho sofferto, cercato, ascoltato / La Voce d’Amore che chiama e non langue: / Ed ecco la certa speranza: la Croce.

/ Ho trovato Chi prima mi ha amato / E mi ama e mi lava, nel Sangue che è fuoco, / Gesù, l’Ognibene, l’Amore infinito, / L’Amore che dona l’Amore, / L’Amore che vive ben dentro nel cuore.

/ Amore di Cristo che già qui nel mondo / Comincia ed insegna il viver più buono: / Felice amore di Spirito Santo / Che trasfigura in grazia e morte e pianto, / d’anima e corpo la miseria buia: / Eterna Trinità, dove alfin belli 

Finendo il mondo – saran corpi e cuori / In seno al Padre con la dolce Madre / per sempre in Cristo amandosi fratelli, Alleluia. Amen.

 

C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza.

Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».

Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli.

Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».

 

Riflessione del giorno

Una sera un centinaio di ragazzi erano intenti a divertirsi e a giocare in un prato di Torino. Don Bosco, giovane prete, aveva da poco avviata il suo nuovo apostolato oratoriano.

All’improvviso presso la siepe di cinta si presenta un ragazzo di 15 anni. Pareva che desiderasse varcare il debole riparo della siepe e unirsi agli altri ragazzi.

Non osava farlo e si era fermato lì a guardarli con una faccia triste e scura. Don Bosco lo vide, gli si avvicinò e gli rivolse varie domande: il ragazzo non rispose.

Don Bosco dubitò che fosse muto e già pensava di parlargli con l’alfabeto dei muti. Tentò ancora un’ultima prova: gli pose una mano sul capo e gli chiese: “Che cos’hai, mio caro? Dimmi: ti senti male?” Il ragazzo con un fil di voce gli rispose per la prima volta. “Ho fame”.

Don Bosco mandò a prendere subito del pane e qualcos’altro. Quando il ragazzo si fu sfamato, Don Bosco tornò a interrogarlo.

Venne a sapere che era un ragazzo immigrato, che faceva il sellaio, che era stato licenziato dal padrone perché aveva fatto una scenata.

La notte innanzi aveva dormito sulla gradinata della grande chiesa di Torino. Da parecchie ore si sentiva tentato a rubare per sfamarsi.

Stava per compiere una qualche azione delittuosa che l’avrebbe condotto difilato in carcere, quando aveva incontrato Don Bosco.

Non aveva bisogno soltanto di pane materiale, ma anche di tanta comprensione. E Don Bosco l’aveva capito e salvato.

 

Intenzione di Preghiera per il giorno

Preghiamo perché sia rispettata la libertà delle religioni e nessuno sia perseguitato per la sua fede.

 

Don’t Forget! 2 giugno