Riflessione del giorno

mercoledì 20 maggio ’15

By Patronato S. Vincenzo

May 19, 2015

VII.a Settimana Tempo Pasquale

 

S. BERNARDINO DI SIENA

Canonizzato nel 1450, cioè a soli sei anni dalla morte, era nato nel 1380 a Massa Marittima, da nobile famiglia senese. Rimasto orfano dei genitori in giovane età, dopo gli studi, vestì l’abito francescano. Divenne propugnatore della riforma dei francescani osservanti. Devotissimo al S. Nome di Gesù, ne faceva incidere il monogramma «YHS» su tavolette di legno, che dava a baciare al pubblico al termine delle prediche giunte fino a noi. Predicò dappertutto, compresa la bergamasca. Aveva parole dure per quanti «rinnegano Iddio per un capo d’aglio» e per «le belve dalle zanne lunghe che rodono le ossa del povero». La morte avvenne all’Aquila nel 1444

La Parola di Dio del giorno

In quel tempo Gesù disse: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me.  Ve l’ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me,  ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. (Gv 14,27-31)

Il quadro della Settimana – 77° quadro della serie “ i 1000 dipinti più belli del mondo” 

Hans Memling (1435-94) è pittore di origine tedesca e di formazione fiamminga, dotato di grandi capacità tecniche che ha dato lustro a Bruges con la sua arte. Dopo la morte nel 1464 del maestro  Rogier van der Weyden, Memling non solo continua a dipingere, ma trasforma anche la sua bottega in una specie di azienda per la produzione di quadri a gettito continuo. La sua capacità artistica è notevole, come ha confermato la recente mostra nelle Scuderie del Quirinale, ma non tutti i suoi contemporanei apprezzavano. Michelangelo disse di lui con particolare sarcasmo: “dipinge bene per far piangere le beghine”. L’opera di oggi è un trittico scomposto nel 1800 in sei quadri (fronte e verso): 1) memento mori 2) vanitas 3) morte 4) stemma 5) Gesù in gloria 6) Diavolo alle porte dell’inferno. “Non c’è bene senza dolore” è scritto sopra lo stemma (quadro 4°) della famiglia Lojanni di Bologna, ricchi commercianti di Bruges che avevano incaricato Memling di eseguire il trittico in questione. Esso si apre con il teschio sotto il quale è scritta la citazione da Giobbe 19,25: “Io lo so che il mio Vendicatore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!  Dopo che questa mia pelle sarà distrutta,  senza la mia carne, vedrò Dio…”.

Il retro della tavola il quadro del diavolo (n° 6) che, in pedi alla bocca dell’inferno, esibisce un cartiglio che ammonisce “nell’inferno non c’è redenzione”. Accanto c’è la figura centrale del trittico cioè il Redemptor mundi fra angeli, il quale al contrario proclama che la redenzione è possibile, anzi è donata a quanti sono disposti a credere in lui, ma a condizione che si impegnino a non dar retta a quanto appare nel retro del quadro, quello della lussuria, una donna nuda con specchio in mano, con il ventre prominente e i cani accovacciati ai suoi piedi (simbolo dei vizi). La giovane si compiace (“Vanità”) di rimirare la sua bellezza in un piccolo specchio: un modo per ricordare che la bellezza non dura e che tutto è destinato a finire. Non a caso il quadro seguente è un cadavere in decomposizione con il cartiglio e un messaggio che più inequivocabile non si può: “ecco la tua fine, o uomo: siamo di fango e polvere torneremo”. Non possiamo non apprezzare la grande capacità di Memling nel tradurre i messaggi morali e i contenuti di fede in immagini di rara potenza ed efficacia, dove l’uso del colore e della luce è finalizzato alla resa pittorica e messo al servizio del messaggio. 

Preghiera del giorno(Preghiera per chi è in viaggio)

Signore Gesù, che sei il Buon Pastore, ti prendi cura del gregge e hai camminato molto sulle strade della Palestina, alla ricerca della pecorella smarrita, io credo che tutte le mie strade sono davanti a Te e la mia vita è fra le Tue mani. Tu che hai comandato ai venti contrari e al mare, allontana da me e dai miei cari ogni paura, incidente o pericolo. Mi affido a Te e sono sicuro che mi conservi dal male per la potenza del Sangue di Gesù. Per Cristo Nostro Signore. Amen”.

Intenzione del giorno

Preghiamo per i bambini che sono nati nasceranno in questo anno 2015

Don’t forget!  Santuari mariani d’Africa

Il santuario più importante d’Egitto è il monastero di  S. Caterina nel Sinai, dove è conservato il Roveto ardente che i cristiani interpretano come immagine e simbolo della maternità divina di Maria. L’edificio, una vera fortezza costruita ai tempi di Giustiniano, è da sempre luogo di vita monastica e gode di una biblioteca molto ricca con manoscritti antichi e una collezione di icone unica al mondo. La dedicazione alla Madonna viene dal ricordo del Roveto ardente, il cui arbusto, tuttora miracolosamente verde, vive e vegeta ancora oggi sui fianchi di una cappella detta appunto del Roveto ardente, sita dietro l’altare della chiesa principale e dedicata all’Annunciazione.