Riflessione del giorno

Mercoledì 20 marzo 2024

By patronatoADM

March 20, 2024

 

V Settimana di Quaresima

 

Avvenne il 20 marzo…

235 – Massimino il Trace diventa imperatore romano

1602 – Viene fondata la Compagnia olandese delle Indie orientali

1800 – Alessandro Volta rende pubblica l’invenzione della sua pila

1815 – Inizio dei 100 giorni di Napoleone, che dopo essere fuggito dall’Isola d’Elba, entra a Parigi con un esercito regolare di 140.000 uomini e 200.000 volontari

1916 – Albert Einstein pubblica sulla rivista Annalen der Physik la teoria della relatività generale

1994 – A Mogadiscio, in Somalia vengono uccisi Ilaria Alpi e Miran Hrovatin

 

Aforisma del S. Curato d’Ars

Ci sono 2 modi di soffrire: soffrire amando e soffrire senza amare. I santi soffrivano con pazienza, gioia e costanza, perché amavano. Noi soffriamo con rabbia, dispetto e noia, perché non amiamo.

 

Preghiera

Dio misericordioso, che susciti nei tuoi figli la volontà di servirti, illumina i nostri cuori purificati dalla penitenza e nella tua infinita bontà ascolta le nostre invocazioni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Giovanni 8,31-42

Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato.

Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo.

Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

 

Riflessione detti e fatti dei padri del nuovo deserto

Abba Michele parlava volentieri con chi lo interrogava riguardo la vita spirituale, cioè la vita con Dio. In un’occasione lo avvicinò una donna che ogni giorno si recava in chiesa per fermarsi a lungo a pregare. Gli disse: “Abba, a volte mi stanco a pregare: non so cosa mi capiti, ma oltre alle distrazioni, mi viene addosso una malavoglia tale che mi distoglie dalla preghiera. Puoi aiutarmi?”. 

L’abba le disse solo: “Quando preghi, in te prevale la fede o l’interesse?”. La donna, sorpresa gli chiese: “Che cosa vuol dire? Non capisco”. E lui: “Se preghi perché vuoi ricevere qualcosa, cioè se la tua preghiera è chiedere, domandare, supplicare, significa che sei mossa da interesse e in questo caso è logico che ti stanchi, perché tu stessa sei il centro della tua attenzione, e il pensare sempre e solo a te ti sfinisce.

Qualora invece la tua preghiera fosse il desiderio di immergerti nel cuore di Dio e di rimanervi immersa, allora saresti mossa da fede che si trasforma in amore e l’amore non si stanca mai di amare! Questo era il tipo di preghiera che impegnava Gesù per molte ore di giorno e di notte. Lui non si stancava, anzi, cresceva in lui il desiderio di prolungarla”. La donna a quelle parole iniziò a pregare in modo diverso, nuovo che fece di lei una sorella piena di gioia.

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo per tanti uomini asserviti dall’idolatria del denaro e del benessere, perché sperimentino la potenza liberatrice della parola del vangelo. 

 

Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani

Martiri del burundi (2.a PARTE)

 

CENNI DI STORIA

Il Burundi fu abitato fin dai tempi più antichi: le prime testimonianze archeologiche datano a un milione di anni fa. Ma le prime notizie storiche datano la nascita del Regno del Burundi a opera di Ntare Rushatsi attorno al 1680. Nel 1884 i tedeschi invasero il Burundi e il Ruanda (= la Deutsch-Ostafrika). Nella prima guerra mondiale i belgi invasero a loro volta i territori che vennero chiamati Ruanda-Urundi ed affidati dalla Società delle Nazioni al Belgio come mandato. I Belgi mantennero gli assetti sociali e politici preesistenti, ma non tennero conto della complessità della struttura tradizionale e operarono una drastica semplificazione di tipo razziale, avvantaggiando la parte sociale minoritaria, i ba-tutsi, ai danni della maggioranza, i ba-hutu ed i ba-twa. (I conflitti “etnici” iniziati all’epoca, non hanno ancora trovato una soluzione definitiva).

Il Burundi ottenne l’indipendenza nel 1962, come monarchia costituzionale. La nuova organizzazione politica consolidò la posizione di potere dei ba-tutsi, conservata illegalmente anche dopo le elezioni del 1965, in cui i ba-hutu ottennero la maggioranza. La tensione fra i due gruppi etnici diede luogo a una successione di disordini e colpi di stato, che iniziarono con l’assassinio di Louis Rwagasore del 1961 e continuarono con la presa di potere del capitano Tutsi Micombero nel 1966.

Micombero soppresse la monarchia e proclamò la nascita della repubblica, auto-dichiarandosi presidente della repubblica del Burundi. Nel 1972 col pretesto di un tentativo di colpo di Stato hutu, il governo si rese responsabile del genocidio più grande della storia del Burundi: fu una strage selettiva dei quadri hutu a tutti i livelli, amministratori, magistrati, insegnanti, militari, religiosi. Le vittime furono 400.000 e 500.000 i profughi costretti a fuggire nello Zaire e in Tanzania. Il massacro è ricordato col nome di ikiza, la catastrofe. Nel 1976 il col.

Jean-Baptiste Bagaza prese il potere con un golpe incruento: benché favorevole ai Tutsi, egli promulgò riforme agricole e sociali, per sedare il conflitto e favorire la riconciliazione. Nel 1981 promulgò la nuova costituzione e nel 1984 fu eletto capo di Stato, ma una volta eletto mise in atto un giro di vite sui diritti umani, abolì la libertà religiosa e fece arrestare gli avversari politici. Nel 1987 il maggiore Pierre Buyoya depose Bagaza con un altro colpo di Stato: sciolse i partiti politici, sospese la costituzione del 1981 e istituì il Comitato Nazionale Salvaguardia Nazionale (CSMN).

Nel 1988 le crescenti tensioni etniche tra Tutsi e Hutu sfociarono nel conflitto aperto tra esercito e opposizione Hutu, in cui persero la vita 150.000 persone e centinaia di migliaia si riversarono nei paesi confinanti. Buyoya nel 1991 approvò la nuova costituzione che prevedeva un regime democratico presidenziale, con garanzie costituzionali al parlamento e un governo senza rivendicazioni etniche. Il 1° presidente eletto nel 1993 col nuovo sistema fu Melchior Ndadaye, leader del partito a maggioranza Hutu «Fronte per la Democrazia in Burundi».

Ma Ndadaye fu assassinato dai Tutsi nell’ottobre ‘93 e il paese cadde di nuovo nella lotta civile che provocò la morte di centinaia di migliaia di persone, fino a quando il FRO.DE.BU. riguadagnò il controllo della situazione ed elesse a presidente, nel 1994 Cyprien Ntaryamira. Aprile 1994: Ntaryamira e il presidente del Ruanda Juvénal Habyarimana perirono in un attentato aereo, il che segnò l’inizio del genocidio in Ruanda. In Burundi si esacerbarono le tensioni senza raggiungere i livelli dei massacri ruandesi. Fu eletto come presidente Sylvestre Ntibantunganya l’8-4-1994, ma la situazione interna continuò a degenerare: l’afflusso di centinaia di migliaia di esuli ruandesi e le lotte tra bande armate Tutsi e Hutu finirono per destabilizzare il governo che il 25-6-1996 fu rovesciato da un nuovo colpo di Stato guidato da Buyoya.

Il conflitto etnico continuò nonostante gli sforzi della comunità internazionale. Solo nel 2001 un accordo portò alla creazione di un governo di unità nazionale e all’elezione di un nuovo presidente nel 2003, Domitien Ndayizeye. Le elezioni tenutesi a metà 2005 hanno portato alla vittoria la coalizione dei due partiti a maggioranza Hutu, il Consiglio Nazionale per la Difesa della Democrazia e le Forze per la Difesa della Democrazia (CNDD-FDD). Il senato approvò il 7-4-2009 la nomina di Godefroid Niyombare, a Capo di stato maggiore dell’esercito da parte del presidente della repubblica Pierre Nkurunziza. È il primo hutu nella storia del paese che accede alla maggiore carica dell’esercito.