29 Settimana del tempo ordinario
Aforisma del giorno – Nicolàs Gòmez Dàvila
“Tutto ci sembra caotico tranne il nostro disordine.”
Preghiera del giorno – Pierre Griolet
Cristo, che fai sempre ciò che piace al Padre: donaci di fare dell’obbedienza una gioia e una libertà di figli.
Insegnaci la preghiera fiduciosa, che persiste senza timore, che non è mai scoraggiata, che desidera la venuta del Regno con la sua giustizia e la sua libertà. Signore Gesù, che dai il riposo, insegnaci a riposarci in te.
Rischiara il nostro sguardo con la limpidezza del tuo Vangelo. Sei la nostra salvezza, sei l’aurora di ogni gioia: colma le nostre attese, rinnova la nostra vita. Amen.
Santo del giorno
La parola di dio – Luca 12,39-48
Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa.
Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Riflessione del giorno – Mons. Galantino: Abitare le parole
Sembra, a volte, che l’uso comune di alcune parole le abbia condannate ad allontanarsi dal significato etimologico e a subire significati impropri: simpatia è una di queste.
Viene dal greco sympάtheia che allora definiva l’armonia che legava insieme tutte le realtà presenti nel cosmo. La simpatia intesa invece come complicità col sentire altrui si trova già in Aristotele e attraversa la filosofia moderna fino a M. Scheler.
In verità la simpatia non è sinonimo di contagio emotivo né di empatia, ma va di pari passo con il rispetto della propria e della altrui identità.
Tant’è che è ritenuto antipatico chi è invadente o tende a estendere fastidiosamente il proprio ego. Se analizziamo l’etimologia della parola simpatia si scopre che viene dal greco συμπάϑεια, composta da σύν (=con) e πάϑος (=patimento) cioè patire insieme.
Le riflessioni successive ci hanno fatto scoprire che la simpatia è la forza di attrazione che scatta nei confronti di qualcuno o di qualcosa.
Anche alla base della fede nel Dio della Bibbia c’è la forza attrattiva di un «Dio simpatico», che non solo riconosce le emozioni umane, ma s’immerge nei nostri sentimenti, ci spinge al largo e ci fa andare oltre le strettoie delle singole esperienze.
Intenzione di preghiera per il giorno
Perché, andando oltre le simpatie o antipatie, coltiviamo in noi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù nei confronti di Dio e del prossimo.
Don’t forget! Santi e beati della carità
GIACOMO STREPAR 1340-1409
Si impegnò nella costruzione di monasteri, scuole e ospedali. A piedi, col semplice saio francescano, visitò ogni comunità. Fu esempio d’umiltà, accompagnando l’apostolato con penitenze personali.
In ogni azione era spinto da grande fede: istituì l’adorazione perpetua e raffigurò la Vergine nello stemma vescovile, invitando a recitare il Rosario. Tanto zelo portò i frutti di un diffuso risveglio religioso del popolo.
Il frate vescovo esercitava la missione anche verso atei e ortodossi, desiderando con forza l’unità dei cristiani e, per l’alta autorità morale, fu nominato senatore del Consiglio di Patria.
In tale veste dava suggerimenti pratici per l’amministrazione della città, trovandosi a fronteggiare persino le incursioni dei barbari. Morì il 20 ottobre 1409 ricevendo per gli eccezionali meriti il titolo di “protettore del regno, difensore e custode della patria”.
Vasta la fama di santità, continui i pellegrinaggi alla sua tomba, mentre si verificavano miracoli per sua intercessione. Il culto, diffuso in Polonia, Lituania e in Russia, fu confermato da Papa Pio VI l’11 settembre 1790.