Riflessione del giorno

mercoledì 22 marzo ’17

By Patronato S. Vincenzo

March 21, 2017

 

nella fotografia un quadro di Pieter Brueghel il Vecchio – banchetto nuziale

 

Proverbio del giorno (proverbio Maori)

Rivolgi il viso verso il sole e le ombre cadranno alle tue spalle.

 

Iniziamo la giornata pregando (S. Giovanni Crisostomo 2.a parte)

Così come hai voluto mangiare coi peccatori, degnati di entrare nella casa della mia anima peccatrice. Il carbone ardente del tuo corpo tutto santo e del tuo sangue prezioso siano per la mia santificazione, per la salute della mia anima e del mio corpo, per la protezione contro ogni influenza del demonio. Allontana da me le abitudini malvagie e sii loro di ostacolo, al fine di annientare le passioni, perché possa adempiere i tuoi comandi, e sia moltiplicata la grazia divina e possa essere ammesso nel tuo regno. Rinnovami completamente e fa’ che la tua santificazione rimanga in me. Amen

 

Ascoltiamo la Parola di Dio (Matteo 5,17-19)

Gesù disse ai suoi discepoli: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli»   

 

Riflessione Per Il Giorno

Ecco la storia di Sabina Berretta che dirige l’Harvard Brain Tissue Resource Center del McLean Hospital di Boston. 55 anni, originaria di Catania, dirige uno dei centri più importanti del mondo in cui si studia il cervello umano. Dopo il liceo voleva studiare filosofia: “Ma non mi avrebbe permesso di sopravvivere: così mi iscrissi all’Isef. Il professore che insegnava fisiologia all’Isef era docente di medicina. Nel suo laboratorio si facevano studi sul cervelletto: capii che era quello che m’interessava. Misi da parte lo sport e cominciai a studiare medicina a Catania”. Nonostante la laurea con lode in neurologia, “non c’era posto per me. In quell’istituto si liberava però un posto da bidello: non vinsi nemmeno quel posto: eravamo troppi a farne richiesta”. Ma non molla e vince una borsa di studio del Cnr per studiare all’estero; sceglie il Mit di Boston dove si fa conoscere e apprezzare. Da allora (era il 1990) non è più tornata. Immaginate se Sabina fosse rimasta in Italia: nelle nostre università in mano ai soliti baroni e ai loro portaborse “yes man”, forse non sarebbe mai arrivata così in alto.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per gli ospiti del Patronato S. V., Nuovo Albergo Popolare, Aeper e delle varie istituzioni caritative bergamasche

 

Don’t forget!

22-03-2005: muore don Gianmaria Pizzigalli, prete del PSV e direttore Opera Bonomelli

 

167° QUADRO DELLA SERIE “I MILLE QUADRI PIÙ BELLI DEL MONDO”

 

L’opera del pittore olandese Pieter Brueghel il Vecchio (1525-1569) fa parte della serie dei Mesi, completata con sole 5 tavole. Si tratta di scena invernale, forse dicembre/gennaio. In una giornata di freddo pungente con la neve a coprire tutto il paesaggio, un gruppo di cacciatori (in primo piano a sinistra) si appresta a rientrare al villaggio con una muta di cani al seguito e qualche uccello come preda. Il loro passo è pesante e silenzioso. Attenta è l’analisi delle attività umane tipiche di questo periodo dell’anno: così a sinistra alcuni contadini, davanti alla locanda “Al cervo” (come recita l’insegna), stanno strinando il maiale appena ucciso; l’animale non si vede, ma la presenza si evince dal mastello di legno usato per la macellazione. Il punto di osservazione elevato in cui il pittore colloca se stesso e noi osservatori, permette di spaziare con lo sguardo su un immenso paesaggio multiforme che si fa via via più selvaggio in lontananza. Le linee guida del dipinto ci portano lungo una diagonale che dall’angolo in basso a sinistra ci porta verso l’alto, accentuata da un filare di alberi spogli, per digradare infine in basso a destra, nella vallata; laggiù il dipinto si propaga in profondità su una linea orizzontale delimitata da una parte dalla barriera dei monti ed estesa sulla pianura a sinistra in direzione dell’orizzonte. Sulla spianata ghiacciata piccole figure di adulti e bambini sono alle prese con giochi e corse su pattini e slittini.

Lo sfondo è occupato da una distesa di campi candidi di neve, punteggiati da casolari e chiesette, che arrivano fino ai piedi delle montagne innevate, elemento estraneo al paesaggio fiammingo, ma che Bruegel aveva potuto vedere anni prima in un viaggio in Italia, attraversando le Alpi. Al centro la pianura si estende a perdita d’occhio, fino alla riva marina, velata dai rami degli alberi in primo piano, spogli e carichi di neve, che sottolineano lo scorrere in profondità dello spazio e creano suggestivi effetti di contrasto. I colori dominanti sono freddi (bianco, grigio-verde, nero), perfetti per rendere il gelo dell’atmosfera invernale, e su di essi risaltano i dettagli di colore bruno, come i cacciatori e la muta dei cani, il cotto delle abitazioni, il fuoco a sinistra. Il risultato finale è strepitoso: Brueghel coglie e restituisce in modo perfetto l’ambiente invernale come forse nessuno prima e ben pochi poi riusciranno a fare.