4 settimana di Quaresima
Aforisma di Nicolàs Gòmez Dàvila
“Da quando la religione si è secolarizzata, come unico testimone di Dio è rimasto Satana.”
Preghiera del giorno
O Dio, che doni la ricompensa ai giusti e non rifiuti il perdono ai peccatori purificati dalla penitenza, abbi misericordia di noi, perché l’umile confessione delle nostre colpe ci ottenga la remissione dei peccati. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Santo del giorno
Parola di Dio del giorno Giovanni 5,17-30
Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio continua a operare e anch’io opero». Per questo i Giudei ancor più cercavano di ucciderlo, perché non solo violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da sé stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo.
Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in sé stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in sé stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo.
Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato”.
Riflessione del giorno ironica su preti sposati e no
Un tempo, nelle università del Vaticano circolava questa battuta: «Oggi nessuno vuole più sposarsi, tranne i preti; nessuno vuole più farsi prete tranne le donne; nessuno vuole più andare a Messa e ricevere la Comunione tranne i divorziati risposati». Insomma erano pochi quelli che volevano sposarsi, pochi i seminaristi, pochi i praticanti. Oggi il clima è cambiato.
Per l’intellighenzia europea è così inconcepibile che un uomo viva senza sposarsi e senza avere figli, che insiste affinché questa gioia possa valere anche per chi è prete. Prova ne è l’insistenza con cui si chiede ai poveri preti celibi di avere a tutti i costi una compagna. Analogo è il caso del sacerdozio, la stima nei confronti del quale è così cresciuta nell’intellighenzia laica che non deve più essere precluso alle donne. Il mondo non credente ama il sacerdozio così tanto che giudica triste negarlo a qualcuno.
Ma questo stesso mondo fa finta di non sapere che nella tradizione della chiesa e ancora oggi non si è mai trattato di matrimonio dei preti, bensì di sacerdozio degli sposati: così nelle chiese ortodosse, dove esistono preti sposati, i seminaristi debbono prima sposarsi e solo poi, con l’accordo della moglie e dei figli, possono accedere all’ordinazione sacerdotale. Perché se la moglie del futuro prete non desse l’ok al matrimonio in Chiesa e al sacerdozio, non sarebbe possibile procedere alla successiva ordinazione del marito.
Intenzione di preghiera per il giorno
Preghiamo perché la Chiesa non si lasci dominare dall’opinione pubblica, ma continui a proporre e a difendere ciò che è suo e che nasce dalla fedeltà a Gesù e al Vangelo.
Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani
I martiri Birmani “Myanmar” 3.a e ultima parte
Per 140 anni il Pime ha scritto pagine memorabili in Birmania, come prova il fatto che oltre a padre Vergara altri 4 missionari hanno pagato con la vita la dedizione al popolo birmano. Il primo è P. Pietro Galastri, compagno di Vergara nel villaggio di Shadaw. I ribelli cariani (battisti e anti-cattolici) avevano soggiogato i villaggi, costringendo i giovani a combattere per loro.
Vergara protestò dopo che un suo catechista fu ucciso dai ribelli. Lo accusano di essere spia del governo. Il 24-5-1950 i due missionari sono arrestati, col catechista Isidoro, trucidati e buttati nel fiume. Galastri muore a 32 anni. Passano tre anni e a essere ucciso, il 7-2-1953, è P. Alfredo Cremonesi. Responsabili sono i militari birmani che accusano il missionario di favorire i ribelli. In un’operazione militare, al missionario, che si trovava a Toungoo, viene sconsigliato di tornare in parrocchia, ma egli si rifiuta di lasciare la sua gente.
I militari sono sconfitti e sfogano la loro rabbia contro i villaggi cariani, sospettati di essere dalla parte dei ribelli. Padre Alfredo interviene a proteggere il suo popolo, ma è colpito da una raffica di mitra. Un altro martire è P. Pietro Manghisi, attivo nella missione di Lashio, ai confini con la Cina, dove si verificavano assalti di soldati irregolari cinesi. Il 15-2-1953, mentre si reca in jeep al confine, Manghisi cade in un’imboscata dei cinesi e muore con la testa trapassata da varie pallottole.
Oggi, al miglio 91 della Burma Road una croce con una lapide di marmo richiama ai passanti il martirio di P. Pietro. Da ultimo, padre Eliodoro Farronato, veneto di origine, di stanza a Kengtung è ucciso nel 1955 mentre è parroco a Mongyong. Su ordine del vescovo aveva studiato le lingue e composto libri di preghiere, catechismi, traduzioni della Scrittura in shan, lahu, akhà, ikò. Nel settembre 1955 va a Kengtung per completare vari lavori, prima di darli alle stampe.
Ai primi di dicembre si rimette in cammino verso Mongyong per raggiungere i cristiani per il Natale. Si ferma tre giorni a metà strada, perché la pista è pericolosa. Poi, benché invitato a non proseguire a causa della guerriglia, si reca a cavallo nel suo villaggio e vi arriva il 9-12. Ma poco prima è bloccato da guerriglieri cinesi. Era l’11-12-1955; tre giorni dopo è ritrovato il suo corpo con ferite d’arma da fuoco.