Riflessione del giorno

mercoledì 23 aprile ’14

By Patronato S. Vincenzo

April 22, 2014

I Settimana di Pasqua

 

auguri di buona Pasqua dalla Ciudad de los ninos

 

Ci sono notti in cui la veglia sembra prevalere sul sonno.

Sono le notti interminabili e indelebili, quelle che ci permettono di vedere l’alba.

Non ci si può dimenticare facilmente il buio di queste ore.

Sono le notti di mamme che danno alla luce la propria creatura,

le notti vigilia di un amore pronunciato da due giovani sposi,

vigilia di una consacrazione, quella del sacerdote, che canta la fedeltà di Dio e alla Chiesa.

Sono le notti di chi accompagna la fragilità di un corpo  al viaggio eterno della vita.

 

Quella dell’ultima cena e’ una di queste notti.

Notte di servizio e di commozione,

notte del comandamento  nuovo.

notte di un tradimento e di un amore esagerato.

E Lui, Il Maestro, ci lascia un esempio perché possiamo fare lo stesso .

 

Auguri.

perché le veglie delle nostre notti siano cariche di speranza,  illuminate dalla luce della fede,  testimoniate dalla carità.

In questa notte anche noi, piccoli e grandi della Ciudad, abbiamo atteso che Gesù ci lavasse i piedi, lasciandoci avvolgere dai brividi del suo amore.

Presto ci sarà un’altra notte, quella di Pasqua. Romperemo qui, nella nostra comunità, come in ogni altra parte della terra, le catene dell’indifferenza e dell’odio, dell’interesse e dell’ingiustizia.

 

Feliz Pascua.

don Gianluca

Cochabamba, 17 aprile 2014

 

 

S. GIORGIO MARTIRE

Originario di Lydda (Lod) presso Tel Aviv in Israele dove si trova il suo sepolcro, Giorgio venne onorato, almeno dal IV secolo, come martire di Cristo in ogni parte della Chiesa. La tradizione popolare lo raffigura come il cavaliere che affronta il drago, simbolo della fede intrepida che trionfa sulla forza del maligno.

La Parola di Dio del giorno (Lc 24,13-35)

Il primo giorno della settimana, due discepoli di Gesù erano in cammino per un villaggio a circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus,  e conversavano di tutto quello che era accaduto.  Mentre discorrevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro.  Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.  Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste;  uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?».  Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute». Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano.  Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro.  Quando fu a tavola prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista.  Essi si dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore in petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli 11 e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone».

Il Quadro della Settimana – 12° quadro della serie “1.000 dipinti più belli del mondo”

  

Almenno,  ha una storia antica e gloriosa: già 2000 anni fa i Romani vi avevano condotto opere di bonifica e centuriazione del territorio, fondandovi un vicus chiamato Lemennis, e lasciandovi il ricordo di opere imponenti.  Seguirono poi le invasioni barbariche, ma Almenno conservò la posizione di preminenza sul territorio circostante: fu Corte Regia longobarda e franca (sec. Vlll-IX), successivamente parte della Contea rurale di Lecco (sec. X), dal 975 feudo del vescovo di Bergamo e, a partire dal 1220, libero Comune. Fra i notevoli monumenti del paese, spicca una delle più antiche pievi lombarde, storicamente anteriore all’anno 1.000: si tratta della PIEVE DI LEMINE, dedicata alla Madonna e al Salvatore, che si trova in località Castello. Nel VIII sec. Lemine infatti era diventato corte regia longobarda e aveva il centro politico-amministrativo sull’altura sopra il Brembo che, per la prossimità del ponte romano e per la strada romana che la attraversava, aveva coagulato l’insieme demografico più importante del territorio. Su questa altura, sorsero gli edifici della corte longobarda e la pieve a cui nel 1.500 sarà addossato il Santuario della Madonna del Castello, che nel nome ricorda l’antica destinazione del sito.

Nulla è rimasto degli edifici dell’epoca se non la pieve e la sua cripta: da essa sono nati tutti i luoghi di culto delle valli Brembana, Imagna e Brembilla. All’interno della pieve (la pieve era una chiesa rurale con annesso il battistero: essa era al centro di una circoscrizione territoriale civile e religiosa e faceva capo ad altre chiese secondarie) si trovano alcuni fra i più antichi affreschi bergamaschi. Quello che oggi presentiamo risale all’XI sec. e  raffigura il Pantocratore  cioè Cristo Signore del mondo e della storia racchiuso in un cerchio con attorno i simboli dei 4 evangelisti. Le dita aperte della mano destra benedicente del Cristo indicano la Trinità, mentre la sinistra regge il libro aperto dei Vangeli. L’immagine è convenzionale, ma non priva di forza espressiva e di vigore comunicativo. 

Preghiera del giorno – Inno del tempo di Pasqua

“Creati per la gloria del tuo nome, redenti dal tuo sangue sulla croce, segnati dal sigillo del tuo Spirito, noi t’invochiamo: salvaci, o Signore! Tu spezza le catene della colpa, proteggi i miti, libera gli oppressi e conduci nel cielo ai quieti pascoli il popolo che crede nel tuo amore. Sia lode e onore a te, pastore buono, luce radiosa dell’eterna luce, che vivi con il Padre e il Santo Spirito nei secoli dei secoli glorioso. Amen”.

Intenzione del giorno

Preghiamo per i carcerati condannati o in attesa di giudizio e per gli ex-detenuti

Don’t forget! …Ricorda!

Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore.