Riflessione del giorno

mercoledì 24 settembre ’14

By Patronato S. Vincenzo

September 23, 2014

 XXV Settimana Tempo Ordinario

 

 

 

S. GERARDO SAGREDO

Nacque a Venezia intorno al 980 da nobile famiglia, i Sagredo oriundi della Dalmazia. Giorgio, raggiunta l’età adatta, entrò in monastero e in ricordo del padre morto da poco, prese il nome di Gerardo. Divenne priore del monastero e poi abate, ma rinunciò alla carica e partì per un pellegrinaggio in Palestina. In nave giunse a Zara, da dove ripartì per l’Ungheria dove si stabilì e fu ordinato vescovo di Csanád. Partecipò attivamente all’opera di evangelizzazione del popolo magiaro, voluta fortemente dal re Stefano ‘il santo’, tanto da meritarsi il titolo di apostolo dell’Ungheria. Morì nel 1046, per mano di un gruppo di pagani, che lo spinsero giù dal monte Kelen che prese poi il nome di Monte Gerardo.  La Parola di Dio del giorno

Gesù allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità sui demòni e di curare le malattie. E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi.  Disse loro: “Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno. In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino. Quanto a coloro che non vi accolgono, nell’uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi”. Allora essi partirono e giravano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni.” Lc 9,1-6

Il quadro della settimana – 29° quadro della serie: 2i 1000 quadri più belli del mondo” sec. XIV

 Jaume o Jaime Serra: discesa agli inferi (Particolare). 1381. Tempera su tavola. Museo de bellas artes – zaragoza – Aragon – Spagna

Pittore seguace del nuovo stile gotico italiano (in particolare di quella scvuola senese che aveva i suoi più validi esponenti in Duccio di Boninsegna e Simone Martini) introdotto in Catalogna dal pittore Ferrer Bassa, JAIME o JAUME SERRA (1356-1390) fa parte di una famiglia di pittori. Nella decade del 1360 lavora a Saragozza assistito dal fratello e dalla sorella, presso il Convento del S. Sepolcro dove dipinge il Retablo della Risurrezione di Cristo di cui fa parte il nostro quadro. In esso Cristo risorto, con nella destra la croce, appare vestito di ricchi abiti e come protetto da una corona di angeli circondati da bianche nubi che creano un singolare contrasto con i neri diavoli impegnati con tutte le loro forze a chiudere le fauci del mostro infernale mediante catene per impedire ai condannati di seguire il Signore.

Gli inferi che nella pittura tradizionale sono rappresentati come una tenebrosa caverna nella roccia, qui sono invece costituiti dalle fauci di un mostro marino, il Leviatan di biblica memoria: nonostante i diavoli appollaiati sulla bocca del mostro si sforzino di tirare a sé la mandibola come se si trattasse di un ponte levatoio, non possono impedire a Cristo vincitore del peccato, della morte e perciò anche degli inferi di liberare i reclusi: fra questi il primo a prendere la mano del Risorto è Adamo seguito da Eva, mentre stupisce l’assenza del Re Davide che nella pittura tradizionale teneva aperta la porta degli inferi assieme al profeta Isaia. E’ probabile che il pittore dipingendo il gigantesco e mostruoso pesce, volesse incutere timore nei fedeli per convincerli alla conversione. Ma la dolce e insieme sicura presenza di Cristo che vince le porte dell’inferno, non poteva che infondere fiducia e speranza.      

Preghiera del giorno – Preghiera di don Giò

O Signore, rendi le mie giornate delle continue feste in tuo onore, vissute con cuore sincero. Fa’ che in queste feste non mi limiti a chiederti, ma sappia anche mettermi in ginocchio davanti a te per ringraziarti”.

Intenzione del giorno

Preghiamo per i sacerdoti giovani perché non si scoraggino di fronte alla difficoltà e fatiche del loro ministero.

… Don’t forget!

 

Don Giovanni Bertocchi (don Giò: la preghiera di oggi è sua) ha concluso la sua breve, ma intensa vita terrena il 30-04-2004, cadendo nella palestra dell’oratorio di Verdello. Nato nel 1975, risiedeva a Clusone ed è stato ordinato prete nel 2000. Chi l’ha conosciuto lo ricorda come un giovane generoso con tutti. Il suo diario spirituale ci dice che questa generosità nasceva dal fatto che aveva preso sul serio la sua vocazione e si era consegnato senza riserve a Dio. Poco prima di morire, scriveva: ”Le esperienze che hanno segnato la mia vita sono autentiche. Io davvero ho incontrato Dio! Davvero mi sono sentito amato e perdonato da Gesù. Per questo ho scelto di giocarmi con lui. Per nessun altro motivo”.