Riflessione del giorno

mercoledì 26 giugno ’19

By Patronato S. Vincenzo

June 25, 2019

 

nell’immagine un dipinto di George Tooker

 

Proverbio del giorno

«Giudica il mondo con la bilancia dell’innocenza (Arabia)»

 

Iniziamo la giornata pregando (preghiera africana)

Mio dio, mi hai fatto trascorrere in pace il giorno, fammi passare in pace anche la notte, oh Signore, che non hai altro Signore sopra di Te! Fuori di te non c’è forza. Solo tu non devi nulla a nessuno.  Nelle tue mani passa il giorno, nelle tue mani passa la notte. Tu sei mio padre, Tu sei mia madre.

 

Josè Maria Escrivà de Balaguer fondatore

Nato nel 1902 a Barbastro (Spagna) a 16 anni sentì il richiamo della vocazione e nel 1925 fu ordinato prete a Saragozza, continuando gli studi universitari insieme al ministero parrocchiale e all’assistenza a poveri e malati. Nel 1928 fondò l’Opus Dei e durante la guerra civile corse molti rischi. Nel 1946 va a Roma, dove si prodiga per la diffusione della sua opera fino alla morte avvenuta il 26-06-1975.

 

La Parola di Dio del giorno Mt 7,15-20

Gesù disse ai discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere».

 

Riflessione Per Il Giorno (Bruce Marshall)

Parigi, 1926. Sei vescovi cinesi in visita in Europa decidono di imitare S. Paolo all’Areopago e di predicare la buona novella davanti ai pagani. Quale luogo migliore del Casino, del Bal Tabarin e delle Folies Bergère? Invano l’arcivescovo della capitale francese cerca di dirottarli su Nôtre-Dame o sul Sacro Cuore, veri “santuari dello spirito” a differenza dei tre prescelti, “santuari della carne”, dove la gente si riunisce più per dimenticare Dio che per celebrarlo. Ma i vescovi cinesi insistono: tanto meglio se sono luoghi pagani, ancora di più c’è bisogno che lì risuoni la parola di Dio. E portano alcuni esempi: uno di loro una volta si è rivolto a 300 ragazze di una casa di tolleranza e ne ha convertite 252, mentre un altro ha predicato con successo sulla piazza del mercato di una città cinese. A questo punto il cardinale è più che mai deciso a vietare la missione e spiega il perché facendo notare la differenza fra la Cina e la Francia: in Cina chi si dà ai divertimenti mondani sono i pagani, in Francia invece i cristiani. Ed «è molto più difficile convertire i cristiani che i pagani». A quel punto i vescovi cinesi rinunciano. Avrebbero pregato per capire il mistero. Questo delizioso apologo è raccontato in “A ogni uomo un soldo” uno dei più riusciti romanzi di Bruce Marshall

 

Intenzione del giorno

Preghiamo perché l’uso della tortura sia definitivamente bandito da tutte le nazioni del mondo

 

Il personaggio della Settimana: I santi della carità – Pietro Nolasco e l’Ordine dei Mercedari

Il fondatore dei Mercedari nacque verso il 1182/’89 a Mas-Saintes-Puelles, nella Linguadoca, da nobile famiglia. Per sottrarsi all’eresia degli Albigesi, Pietro vendette i beni e si trasferì a Barcellona. Allora circa la metà della penisola iberica era sotto il dominio degli arabi musulmani, che durante gli scontri armati catturavano i cristiani per farne schiavi. Pietro decise di trasformarsi in mercante per insinuarsi tra i maomettani e dedicarsi al riscatto dei prigionieri. Dopo essersi recato in pellegrinaggio a Montserrat, andò a Valencia, sotto dominio arabo, dove col suo denaro liberò più di 300 schiavi.

Esaurite le disponibilità finanziarie, riuscì a raccogliere attorno a sé altri giovani della nobiltà per chiedere offerte con cui intensificare i riscatti. A confermarlo nella sua decisione contribuì l’apparizione della Vergine: col consenso del vescovo di Barcellona, il santo formò col gruppo dei suoi discepoli una confraternita che, sotto la guida del domenicano S. Raimondo di Peñafort e l’aiuto del re d’Aragona Giacomo I, si consolidò ricevendo nel 1228 l’approvazione di papa Onorio III. Il vescovo vestì Pietro e i dodici compagni dell’abito di lana bianca (in segno di omaggio alla purezza della Vergine Maria), mentre il re Giacomo I donò loro per distintivo lo scudo del suo regno: nasceva così l’Ordine di S. Maria della Mercede, i cui membri si sarebbero chiamati Mercedari che adottarono la regola di S. Agostino, cui aggiunsero le loro costituzioni. I laici sempre più numerosi che aiutavano il Nolasco nella raccolta delle elemosine furono poi inquadrati nella Confraternita e Terz’Ordine della Mercede. Il Fondatore aveva stabilito non solo che tutti i beni e le attività dei religiosi fossero destinati alla liberazione e alla rieducazione morale degli schiavi, ma che «tutti i membri dell’Ordine, come figli della vera obbedienza, fossero lietamente disposti in ogni tempo a dare, se necessario, la propria vita, come Cristo la dette per noi», e che ciascuno si obbligasse con il “voto di redenzione” a rimanere egli stesso schiavo per liberare coloro che correvano pericolo di perdere la fede. All’inizio i membri erano laici, come era e rimase lo stesso Pietro, ma poi Clemente V decretò che il Maestro Generale dovesse essere sempre un sacerdote. Merito del santo non è solo quello di aver fondato l’Ordine, ma di avergli dato una base stabile e continuativa con un’adeguata organizzazione; tra l’altro stabilì che i cristiani liberati, prima di tornare in famiglia, accompagnassero i questuanti per testimoniare le sofferenze subite in prigionia; inoltre, volle che in ogni suo convento vi fosse un ospedale per curare gli infermi, alloggiare i pellegrini, istruire e confermare nella fede i reduci dalla schiavitù. Nel 1245, durante un viaggio ad Algeri per un’altra serie di riscatti, avendo esaurito il denaro, egli si offrì come ostaggio per liberare atri prigionieri e poiché tardava ad arrivare il prezzo del riscatto, venne frustato a sangue dai musulmani, quindi caricato su una barca e abbandonato in mare, ma riuscì a raggiungere sano e salvo la Spagna. Nel 1238, avendo assistito alla liberazione di Valencia, il Nolasco ricevette in dono da Giacomo I la collina del Puig dove edificò una chiesa e un convento e dieci anni dopo, quando i Mori furono scacciati da Siviglia, il santo ebbe in dono in quella città dal re Ferdinando III un convento e una moschea da trasformare in chiesa. Debilitato anche a causa dei molti viaggi intrapresi attraverso tutta la Spagna e il sud della Francia, rinunciò alla carica di Maestro generale e nominò suo successore Guglielmo de Bas. Colpito dalla malaria nel 1249 a Barcellona, dopo aver ricevuto gli ultimi sacramenti circondato dai suoi religiosi, morì il 13 maggio di quello stesso anno. Alla sua morte l’Ordine era già diffuso non solo in tutta la Spagna e in Francia, ma anche in America Latina e in Italia. Il suo culto, estesosi rapidamente insieme all’Ordine Mercedario, fu confermato con regolare processo nel 1628 ed esteso a tutta la Chiesa nel 1664.