Riflessione del giorno

mercoledì 26 maggio ’21

By Patronato S. Vincenzo

May 25, 2021

 

Ottava Settimana Tempo Ordinario

 

Proverbio del giorno

Le parole sono come le api: hanno il miele e il pungiglione.

 

Preghiera del giorno

Mio Dio, non dimenticarti di me, se mi dimentico di Te. Non abbandonarmi, Signore, se io Ti abbandono. Non allontanarti da me, quando io mi allontano da Te.

Chiamami se Ti fuggo, attraimi se Ti resisto, rialzami se cado. Donami, Signore, Dio mio, un cuore vigile, che nessun vano pensiero porti lontano da Te, un cuore retto, che nessuna intenzione perversa possa sviare, un cuore fermo, che resista con coraggio ad ogni avversità, un cuore libero, che nessuna torbida passione possa vincere.

Concedimi, Ti prego, una volontà che Ti cerchi, una sapienza che Ti trovi, una vita che Ti piaccia, una perseveranza che ti attenda con fiducia e una fiducia che alla fine giunga a possederti. Amen.

 

Santo del giorno

Filippo era assistito da altri giovani chierici, e nel 1575 li aveva organizzati nella Congregazione dell’Oratorio; per la sua società, costruì una nuova chiesa, la Chiesa Nuova, a santa Maria “in Vallicella”. Diventò famoso in tutta la città e la sua influenza sui romani del tempo fu incalcolabile.

 

La Parola di Dio del giorno – Marco 10,46-52

Mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare.

Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».

Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.

Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

 

Riflessione del giorno (le nuove lettere di Berlicche)

Nella classe di catechismo i bambini sono invitati a rispondere su cos’è Dio per loro; siamo sulle banalità abituali, da cui anche noi raramente ci sappiamo sottrarre.

Un bambino dice: “Per me Dio è come una cozza attaccata alla roccia”. Il catechista rimane stupito. “Vorrai dire il contrario.

La roccia è Dio, ferma e solida, alla quale noi ci attacchiamo”. Replica: “No, perché Dio si attacca a noi e non ci molla, mentre noi a volte lasciamo la presa e ci lasciamo andare”.

Qualche volta ci vogliono i bambini per rovesciare le nostre idee, per vedere ciò che i nostri occhi stanchi d’abitudine non riescono più a percepire.

 

Intenzione di Preghiera del giorno

Preghiamo per una pace stabile e duratura in Terrasanta e nel Medio Oriente.

 

Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani – LA QUARTA CROCIATA 1199-1204

Alla fine dell’XI° secolo Papa Innocenzo III riprese il progetto della crociata, ma la mancanza di denaro sottrasse l’impresa alla Chiesa: la Repubblica di Venezia infatti si offrì di trasportare le truppe crociate in cambio di un aiuto a conquistare Trieste, l’Istria e Zara.

Per quest’ultima fu necessario un assedio che terminò con la strage della popolazione. I crociati furono convinti dai Veneziani a fare di Costantinopoli la base della operazione e nel 1203 riuscirono a penetrare nella imprendibile città, ma solo col tradimento e una volta dentro fecero una terribile strage, sottoponendola poi a un saccheggio senza pari nella storia: i tesori dell’antica cultura bizantina vennero in gran parte distrutti, causando un’enorme perdita per la civiltà mondiale.  

 

 

Tutto questo invece di togliere ai Turchi i luoghi santi! L’Impero bizantino fu abbattuto e nacque l’Impero Latino d’Oriente, di cui venne nominato sovrano Baldovino di Fiandra.

I bizantini superstiti della strage solo nel 1261 riuscirono a rientrare a Costantinopoli, ma il loro regno sarà di breve durata, prima della definitiva caduta della gloriosa capitale sotto il dominio dei turchi.

 

 

Voluta da Innocenzo III per liberare Gerusalemme dai musulmani la 4.a crociata non solo fallì miseramente, ma si trasformò in guerra fra cristiani e si concluse con il saccheggio della città più importante di allora, sede di un impero durato più di 9 secoli e mai conquistata da nessuno prima di allora.

Il comportamento dei crociati e soprattutto dei veneziani fu a dir poco vergognoso; ma d’altra parte quarta la crociata era già partita col piede sbagliato: 

quando nel 1201 i legati papali giunsero a Venezia per trattare le condizioni del trasporto dell’esercito crociato capitanato da Bonifacio di Monferrato, ottennero dalla repubblica le navi necessarie al trasporto di 35.000 uomini dietro pagamento di 85.000 marchi, una somma enorme per quei tempi…

Era chiaro a questo punto che la regia degli eventi sarebbe passata dalle mani del Papa a quelle di Venezia, come di fatto avvenne.

La conquista e il deplorevole saccheggio di Costantinopoli furono solo la conseguenza di queste scelte: del resto i debiti bisognava pagarli, così come i soldati e i costi della spedizione.

Da allora i rapporti fra la chiesa latina e quella ortodossa furono gravemente compromessi e l’unica a trarre vantaggio da questa quarta crociata fu la Repubblica di Venezia la cui ricchezza e potere sulle rotte del Mediterraneo crebbero a dismisura.