Riflessione del giorno

mercoledì 27 novembre ’19

By Patronato S. Vincenzo

November 27, 2019

 

 

Proverbio del Giorno

«Non si impara a nuotare in un campo (Giappone)»

 

Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera Islamica)

Nel nome di Dio, clemente e misericordioso: Lode sia a Dio, Signore dell’Universo, Padrone del Giorno della Ricompensa!  Te adoriamo e a Te ci rivolgiamo chiedendoti aiuto. Guidaci sulla retta via: la via di coloro che Tu hai favorito, con i quali non sei in collera, che non sono perduti!

 

Vergine della Medaglia Miracolosa

A S. Caterina Labouré, il 27-11-1830 apparve la Vergine che teneva il mondo tra le mani, stringendolo sul cuore e le chiese di far coniare una medaglia di diffonderla nel mondo. Furono tante le guarigioni e le grazie di conversione che in pochi anni fu necessario coniarne milioni di copie. E quando, nel 1854, Pio IX definirà il dogma dell’Immacolata, c’erano almeno dieci milioni di cristiani che ne portavano sul cuore la medaglia miracolosa

 

Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno Luca 21,12-19.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime».

 

Riflessione Per Il Giorno (Frammenti di vita)

“Devo andare in Marocco perché mia nonna sta morendo”. Sebbene non lo dica, è evidente che il viaggio potrà farlo solo se lo aiuto a pagare il biglietto. Metto le mani avanti: “Fammi capire: la nonna che sta male è quella che ti ha ceduto a uno perché ti portasse in Italia?”. “E’ lei – risponde- quando a sette anni è morta anche mia mamma, mi ha detto che non poteva più tenermi e mi ha affidato a un tale che mi ha portato prima in Spagna poi in Italia”. Era cominciata allora l’incredibile odissea di un bimbo che obbligato a portare a casa ogni giorno la somma stabilita dallo “zio”, aveva imparato così bene la brutalità delle regole di strada da decidere a 12/13 anni di abbandonare gli “zii” che pensavano solo a sfruttarlo, andando a vivere in strada. Per sei anni la giovane età gli aveva risparmiato il carcere, ma a diciotto anni insieme al primo figlio era arrivata anche la detenzione, la prima di tante. Poi, imprevista e provvidenziale, la svolta: approdato al Patronato aveva cambiato vita, si era sposato, aveva trovato un lavoro ed erano nati altri due bimbi. “Mi puoi anticipare qualcosa per il suo funerale? Te la restituirò al ritorno”. “Perché lo fai?” chiedo. “Perché la nonna è l’unico legame che mi rimane con mia mamma e perché in fondo devo a lei quel che ora sono”.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per la chiesa: perché Dio sostenga il suo sforzo di rinnovamento e conversione

 

Don’t forget! Santi e beati della carità – Domitilla Rota

Era il 1943, quando Domitilla Rota conobbe Daniel Hyams. Lei una giovane bergamasca, attratta dall’Africa. Lui un giovane soldato sudafricano, in fuga verso la Svizzera, evaso da un campo di concentramento vicino a Bergamo. Ad Almenno, Daniel si nasconde sulle colline dell’Albenza dove trova non solo accoglienza: Domitilla e Daniel che gode l’ospitalità clandestina della famiglia di lei, si scambiano infatti promesse d’amore eterno. A guerra conclusa, il tempo di concludere gli studi universitari in Sudafrica, e, nel 1947, ecco Daniel tornare in Italia, salire sulla collina bergamasca e l’8/9 sposare Domitilla. Dopo le nozze la partenza per il Sudafrica dove la coppia si stabilisce a Johannesburg. Vent’anni dopo a Edenvale, provincia di Gauteng, i due coniugi fondarono «Little Eden», il Piccolo Paradiso, struttura per ragazzi con gravi disabilità mentali, alla quale nel 1991 si è affiancato a Bapsfontein l’Elvira Rota Village. Daniel è morto nel 2012 preceduto nel 2011 dalla moglie Domitilla, ‘l’eroina del Sudafrica’, come la salutò Nelson Mandela. «Domitilla considerava le persone con disabilità mentali altrettanto preziose agli occhi del Signore e con il diritto di essere aiutate … Con il marito ha fatto qualcosa di straordinario… Si tratta di due vite spese nel segno della gratitudine e della fede», ribadisce l’arcivescovo di Johannesburg Tlhagale che l’11 febbraio 2019 ha annunciato la sua causa di beatificazione. Non a caso Domitilla diceva che «ognuno di noi è chiamato a essere le mani di Gesù». Non a caso Domitilla – fedele alla preghiera quotidiana – desiderò che nelle residenze ci fosse un accompagnamento spirituale per gli ospiti e il personale. Non a caso, monsignor Davide Pelucchi nel libro «A lady of the Angeles», richiamando le nozze di Cana e l’immagine delle giare riempite dai servi fino all’orlo, afferma che la testimonianza di questa coppia «è stata così esemplare da portare la Conferenza episcopale del Sud Africa ad aprire il processo di beatificazione». In quella circostanza si è riconosciuta la dimensione spirituale di un impegno lasciato in eredità che ha messo al centro la sacralità della vita, il fiore coltivato in questo piccolo Eden dove cura e accompagnamento diventano amore e speranza.