Riflessione del giorno

Mercoledì 27 settembre 2023

By patronatoADM

September 26, 2023

 

XXV Settimana T. Ordinario

Vincenzo de’ Paoli patrono del P.S.V.

 

Aforisma di S. Vincenzo de Paoli

Bisogna essere come i raggi del sole che si posano sull’immondizia e ciononostante non si sporcano.

 

Preghiera del giorno preghiera dei Vincenziani

Signore Gesù, ricordando le tue parole: “tutto ciò che farete al più piccolo dei miei fratelli, lo farete a me”, rinnoviamo oggi il nostro impegno nel servizio dei poveri secondo lo spirito di S. Vincenzo De Paoli. Aiutaci ad imitare e a vivere la tua stessa carità, il tuo spirito di accoglienza, la tua disponibilità e la tua solidarietà con chi soffre, perché anche la nostra vita sia annuncio e proposta di salvezza. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

 

Santo del giorno

Nato a Pouy in Guascogna il 24-4-1581, fu ordinato sacerdote a 19 anni. Nel 1605 mentre viaggiava da Marsiglia a Narbona fu fatto prigioniero dai pirati turchi e venduto come schiavo a Tunisi. Venne liberato dal suo «padrone», che convertì. Da questa esperienza nacque in lui il desiderio di soccorrere i galeotti cioè i condannati a remare nelle galee.

Nel 1612 diventò parroco presso Parigi. Alla sua scuola si formarono preti, religiosi e laici che animarono la Chiesa di Francia, e si rese interprete dei diritti degli umili presso i potenti. Promosse una forma semplice e popolare di evangelizzazione. Fondò i Preti della Missione (Lazzaristi) e con S. Luisa de Marillac, le Figlie della Carità (1633).

Diceva ai suoi sacerdoti: «Amiamo Dio, fratelli, ma amiamolo a nostre spese, con la fatica delle nostre braccia, col sudore del nostro volto». Per lui la regina di Francia inventò il Ministero della Carità. E da «ministro» organizzò gli aiuti ai poveri su scala nazionale. Morì a Parigi il 27-9-1660 e fu canonizzato nel 1737.

 

Parola di Dio del giorno Luca 9,51-56

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso.

Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.

 

Riflessione dagli scritti di s. Vincenzo de Paoli

“La cordialità, propriamente detta, è l’effetto della carità del cuore, infatti due persone che hanno carità l’una per l’altra perché si vogliono bene, lo dimostrano. Se amate i poveri, dimostrate loro che siete molto contenti di vederli. Quando un fratello vuole bene a un altro, glielo dimostra con le parole. Questo si chiama cordialità, questo è il cuore che esulta quando è contento di stare con un’altra persona, dicendole: “Sono molto contento di parlare con te”.

Ciò è raccomandato dalle nostre Regole ed è conveniente dimostrarlo con la gioia del cuore che si riflette sul volto. Agire così è testimoniare la cordialità del cuore data dalla gioia interiore che ci dà un viso sorridente quando si parla con altre persone. E la cordialità è un effetto della carità: se la carità fosse una mela la cordialità ne sarebbe il colore.

Perciò la cordialità è una virtù per la quale si dimostra l’amore per il prossimo ed è necessaria ai sacerdoti e alle suore della nostra istituzione per avvicinarle alle persone con cui si relazionano. Si potrebbe anche dire che se la carità fosse un albero, le foglie e i frutti sarebbero la cordialità. E se fosse un fuoco, la fiamma sarebbe la cordialità” (IX, 1037-1038).

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo perché il Patronato prenda esempio dal suo patrono S. Vincenzo de Paoli e ne imiti le virtù.

 

Don’t Forget! S. Vincenzo de Paoli patrono del P.S.V.

Il Patronato S. Vincenzo ebbe inizio nel 1927, ma le sue origini e la sua denominazione risalgono alla primavera del 1909, quando il conte Felice Colleoni, allora presidente della Conferenza S. Vincenzo della città per dare risposta al disagio dei giovani operai venuti dalla provincia per apprendere un mestiere,  decise di aprire una casa per ospitarli e prevenirli  dal pericolo di una vita sregolata e per accompagnarli, nel periodo di apprendistato non solo a crescere in un luogo tranquillo, ma anche forarli sul piano umano e cristiano. 

La prima sede del Patronato S. Vincenzo per Giovani Operai fu in alcune stanze dell’Oratorio dell’Immacolata in Via Crespi, diretto da don Guglielmo Scattini. Poi per difficoltà di convivenza con ragazzi e giovani che frequentavano l’oratorio, il Patronato si trasferì all’Orfanotrofio maschile di S. Lucia. Tre anni più tardi nuovo trasloco in Città Alta, nel chiostro del Carmine in stanze anguste e umide in un complesso in stato di degrado.  La primavera promettente del Patronato S. Vincenzo nell’arco di alcuni anni entrò in crisi. Non c’era possibilità di sviluppo.

Quando don Bepo Vavassori fu chiamato dl Vescovo a lasciare la parrocchia di Olmo al Brembo per svolgere il servizio di padre spirituale in Seminario, il Patronato S. Vincenzo era ridotto a pochi giovani operai. Don Bepo che aveva con sé le sorelle Santina e Tranquilla e l’orfana Clarina Gotti affittò alcuni locali presso il chiostro del Carmine per ospitare le sorelle e nei momenti liberi dagli impegni, specie di sera e di domenica, andava al Carmine e si intratteneva con i ragazzi dell’adiacente Patronato San Vincenzo. Tranquilla, Santina e Clara poi curavano quei giovani come figli da figli: lavavano e rammendavano tute di lavoro e abiti e non risparmiavano buone raccomandazioni per un buon comportamento professionale e cristiano.  Fu l’inizio di un cammino che porterà il nome di don Bepo Vavassori e quello del Patronato S. Vincenzo a essere indissolubilmente legati l’uno all’altro.

A Carmine don Bepo cominciò a operare nel campo a lui più congeniale, quello dell’apostolato giovanile. Era felice la sera di trovarsi in mezzo ai giovani e di essere di sostegno al maestro di scuola elementare don Osvaldo Zanchi che aveva l’incarico della loro assistenza e della loro formazione. Don Osvaldo, 41 anni, era però cagionevole di salute. Don Bepo, un giorno col consenso di don Osvaldo si recò dal vicario generale mons. Floridi per manifestargli il desiderio di potersi occupare dei giovani del Patronato.

La richiesta fu accolta su due piedi. «Ci fate un grande piacere! – gli disse il vicario generale –  Eravamo in pensiero per trovare un successore a don Osvaldo Zanchi, perché il posto non è desiderato da nessuno: don Vavassori, il Patronato è suo». Così nel dicembre 1926, don Bepo assunse la direzione del Patronato S. Vincenzo nel chiostro del Carmine. Con lui i giovani respiravano il clima di famiglia e la sera erano chiassosi: le lamentele dei vicini si fecero presto sentire e il proprietario del complesso, fu costretto a dare lo sfratto. Cominciò così l’odissea di don Bepo con l’amico don Giovanni Maria Morandi, direttore dell’Opera Bonomelli e cappellano delle carceri per trovare un ambiente capace di ospitare i 12 giovani operai. 

La ricerca si orientò verso uno spazio accogliente, con possibilità di ampliamento, in un luogo con la presenza di giovani pieni di vita e mai stanchi anche dopo molte ore di lavoro.  Bussarono a tante porte! Finalmente alla Malpensata in una vasta area di proprietà del protestante svizzero Berner trovarono l’area adatta. Con la benevolenza di Berner don Bepo ottenne un affitto a prezzo calmierato; era la 2.a domenica di ottobre 1927. Così è cominciata l’avventura del Patronato S. Vincenzo. Tra 4 anni sarà l’anno centenario.

 

Accadde il 27 – 9 – …

1529 – Inizio dell’Assedio di Vienna da parte di Solimano il Magnifico

1557 – Palermo: una spaventosa alluvione provoca un’ondata di fango che dai monti, si riversa sulla città lasciando una scia di morte (più di 7.000 morti) e distruzione.

1821 – Il Messico ottiene l’indipendenza dalla Spagna

1940 – Il Patto tripartito è firmato a Berlino da Germania nazista, Impero giapponese e Regno d’Italia

1996 – In Afghanistan, i Talebani conquistano Kabul, scacciano il presidente B. Rabbani. Dopo 25 anni di guerre e la loro sconfitta, dal 15-8-2021 tornano al potere.