56_AMBROSIUS

Riflessione del giorno

mercoledì 29 luglio ’20

By Patronato S. Vincenzo

July 28, 2020

 

 

nell’immagine un dipinto di Ambrosius Brueghel

 

 

XVII Settimana tempo ordinario

 

Proverbio del giorno

Mangiare pane d’ozio è da parassiti; guadagnarlo lavorando è dovere; rifiutarsi di condividerlo è crudeltà

 

Iniziamo la giornata pregando

Allontana, o Signore ogni danno che possa pervenirci dalle difficoltà del viaggio e dalla stanchezza del corpo. E come ti degnasti o Signore, di assegnare al figlio di Tobia l’Angelo Raffaele quale compagno di viaggio, così libera i tuoi figli da ogni pericolo dell’anima e del corpo, affinché camminando rettamente in tua presenza per le vie del mondo, meritino di raggiungere il porto della eterna salvezza. Amen

 

Marta

sorella di Maria e Lazzaro di Betania. Nella loro casa Gesù sostava durante la predicazione in Giudea. Il Vangelo la presenta come donna di casa, indaffarata per accogliere il gradito ospite, mentre la sorella Maria se ne sta quieta in ascolto. Marta ricompare nell’episodio della risurrezione di Lazzaro, dove chiede il miracolo professando la fede nella onnipotenza del Salvatore e nella risurrezione dei morti, e durante un banchetto al quale partecipa Lazzaro, da poco risuscitato. I primi a dedicare una celebrazione a S. Marta furono i francescani, nel 1262.

 

Vangelo del giorno (Giovanni 11,19-27)

Molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. Marta, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo».

 

Riflessione Per Il Giorno (Frammento di vita)

Il permesso di soggiorno sta per scadere ed ha bisogno di trovare quanto prima un contratto di lavoro; per questo chiede al responsabile di dargli una mano a redigere il “curriculum” che tutti gli chiedono. “Cominciamo: sei nato il…?”. “1-1-1998” risponde sicuro il ragazzo. “1° gennaio…dite tutti così” protesta l’educatore. “E’ tutto giusto –si difende il giovane africano- anche se a dire il vero sarei nato l’anno prima, il 1997”. Ed è solo l’inizio. “Siccome tutti mi chiedono la patente, scrivi che ce l’ho, ma in via di acquisizione”. “Guarda che non funziona così: o ce l’hai o non ce l’hai” osserva l’altro. Ma lui tira diritto: “Scrivi così, che va bene”. “Titolo di studio?”. “In Africa o in Italia?”. “In Italia ovvio: da quanti anni sei nel nostro paese?”. “Sono arrivato sei anni fa e ora sto terminando le medie. Scrivi: licenza media in via di acquisizione”. E siamo a due. A questo punto l’educatore ricorda che il ragazzo è stato alcuni anni ospite di una centro di accoglienza a Cagliari e che là gli avevano fatto frequentare le scuole. “E’ vero: ho fatto le superiori” conferma. “Fammi capire: tu hai fatto le superiori prima delle medie?” gli chiede il responsabile sempre più interdetto. Al che, senza il minimo imbarazzo lui risponde: “Che cosa vuol dire? Lì si era in Sardegna. Qui siamo a Bergamo”.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per la comunità cristiana: sappia nutrirsi della parola di Dio per vivere la vita nuova dei figli di Dio e sia capace di avvicinare anche i più piccoli alla lettura della Bibbia

 

Catharine nacque a Filadelfia il 26 novembre 1858, da Francis Anthony Drexel e Hannah Langstroth. Il padre, noto banchiere, rimase vedovo poco tempo dopo la nascita della figlia, e si risposò due anni dopo con Emma Bouvier (antenata di Jaqueline Bouvier, moglie di John Fitzgerald Kennedy). La famiglia Drexel, cattolica, si impegnava nell’assistenza dei diseredati della città. Catharine viaggiò a lungo, accorgendosi che per i neri e i nativi la fine della schiavitù, decretata nel 1865, si scontrava con antichi pregiudizi: questi cittadini erano privi di istruzione scolastica e di adeguata assistenza sanitaria. Iniziò così a realizzare scuole e dispensari medici per gli indiani, riservando per sé solo il tempo per le pratiche religiose quotidiane. Emma Bouvier morì nel 1883, seguita due anni dopo dal marito, e Catharine, insieme alle sorelle Elizabeth e Louise, ereditò un enorme patrimonio, col quale proseguì la sua opera, avvalendosi della guida spirituale di James O’Connor, vescovo del Nebraska. Nel 1887 si verificò la svolta della sua vita: ricevuta in udienza privata da papa Leone XIII, gli chiese di inviare sacerdoti missionari per le sue scuole.

 

È morto a Romano Angelo Biglioli. Aveva 82 anni ed era ricoverato a Brescia per il Covid-19. Sei giorni prima era scomparsa la moglie Giuseppina. Biglioli è stato lo storico fotografo per decenni della città della Bassa: le sue pellicole hanno immortalato battesimi, cresime, funerali, matrimoni, feste e cerimonie civili, processioni e ricorrenze religiose, episodi tragici di cronaca nera avvenuti a Romano. Migliaia di foto hanno documentato la città nei suoi momenti festosi, quotidiani, dolorosi. Ma Angelo Biglioli non è stato solo il fotografo di Romano, perché le decine di messaggi di cordoglio sui social ricordano il nonno-vigile che da volontario per tanti anni ha sorvegliato l’ingresso e l’uscita dei bambini dalle scuole cittadine, con qualche caramella in tasca da distribuire. Un servizio prezioso il suo, sempre svolto con allegria contagiosa. Se i bambini durante l’estate sono potuti andare di sera a giocare nel parchetto delle scuole elementari lo devono anche a lui, che andava ad aprire e chiudere il cancello. Lo ricorda l’ex sindaco Emilio Tognoli, a lungo tra gli amministratori della città: «Non c’era una delibera formale di incarico come fotografo delle manifestazioni, ma Angelo era sempre disponibile e si presentava sempre quando c’era la necessità. Disponibilità, competenza nel lavoro e dedizione erano le sue caratteristiche e così mi piace ricordarlo».