Riflessione del giorno

mercoledì 29 settembre ’21

By patronatoADM

September 28, 2021

 

26 Settimana del tempo ordinario

 

Aforisma del giorno – Gandhi

Tu e io non siamo che una cosa sola. Non posso farti del male senza ferirmi.

 

Preghiera del giorno – di S. Anselmo di Aosta

Ti ho cercato, o Signore della vita, e tu mi hai fatto il dono di trovarti: te io voglio amare, mio Dio. Perde la vita, chi non ama te: chi non vive per te, Signore, è niente e vive per il nulla.

Accresci in me, ti prego, il desiderio di conoscerti e di amarti, Dio mio: dammi, Signore, ciò che ti domando; anche se tu mi dessi il mondo intero, ma non mi donassi te stesso, non saprei cosa farmene, Signore. Dammi te stesso, Dio mio! Ecco, ti amo, Signore: aiutami ad amarti di più.

 

Santo del giorno

 

Parola di dio del giorno – Apocalisse 12,7-12

Scoppiò una guerra in cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme ai suoi angeli, ma non prevalse e non vi fu più posto per loro in cielo.

E il grande drago, il serpente antico, colui che è chiamato diavolo e il Satana, e che seduce tutta la terra abitata, fu precipitato sulla terra e con lui anche i suoi angeli.

Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, perché è stato precipitato l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte.

Ma essi lo hanno vinto grazie al sangue dell’Agnello e alla parola della loro testimonianza, e non hanno amato la loro vita, fino alla morte. Esultate, dunque, o cieli e voi che abitate in essi».

 

Riflessione del giorno

Michele significa: Chi è come Dio? Gabriele: Fortezza di Dio. Raffaele: Medicina di Dio. Quando deve compiersi qualcosa che richiede coraggio e forza, si dice che è mandato Michele, perché si possa comprendere, dall’azione e dal nome, che nessuno può agire come Dio.

L’antico avversario che bramò, nella sua superbia, di essere simile a Dio, dicendo: Salirò in cielo (cfr. Is 14,13-14), sulle stelle di Dio innalzerò il trono, mi farò uguale all’Altissimo, alla fine del mondo sarà abbandonato a sé stesso e condannato all’estremo supplizio.

Orbene egli viene presentato in atto di combattere con l’arcangelo Michele, come è detto da Giovanni: «Scoppiò una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago» (Ap 12,7). A Maria è mandato Gabriele, che è chiamato Fortezza di Dio; egli veniva ad annunziare colui che si degnò di apparire nell’umiltà per debellare le potenze maligne dell’aria.

Doveva dunque essere annunziato da «Fortezza di Dio» colui che veniva quale Signore degli eserciti e forte guerriero. Raffaele, come abbiamo detto, significa Medicina di Dio.

Egli infatti toccò gli occhi di Tobia, quasi in atto di medicarli, e dissipò le tenebre della sua cecità. Fu giusto dunque che venisse chiamato «Medicina di Dio» colui che venne inviato a operare guarigioni.

 

Intenzione di preghiera per il giorno

Perché i santi angeli di Dio ci proteggano da ogni male e ci guidino sulla via del bene.

 

Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani

JAN HUS 1369-1415

GLI STERMINI DI CATTOLICI E HUSSITI

Di umili origini, il boemo JAN HUS fu tra i più importanti teologi e riformatori religiosi del suo tempo. Nato nel 1369, divenne sacerdote nel 1400, poi professore e rettore all’Università di Praga.

Influenzato dalle idee di John Wicliffe, condannò con energia la Chiesa cattolica da lui ritenuta troppo corrotta e mondanizzata e anticipò alcune idee protestanti di Lutero, Calvino e Zwingli.

Fu scomunicato da papa Alessandro V e, nonostante il salvacondotto dell’imperatore Sigismondo, fu arrestato dal Concilio di Costanza, dove era stato chiamato a discolparsi. Avendo rifiutato di ritrattare le sue posizioni, fu spogliato delle vesti sacerdotali e condotto al rogo e fu arso come eretico il 6 luglio 1415.

La morte del predicatore suscitò grande emozione in Boemia e provocò la formazione di una lega di 500 nobili sostenuta da ampi settori della borghesia cittadina e del mondo contadino. Ne nacque una vera e propria guerra, con massacri ripetuti di cattolici e di hussiti.

Gli hussiti (cioè i seguaci di Hus) rivendicavano la sovranità della Scrittura nella dottrina e nel regolamento di vita, la libertà di predicazione della Parola divina, l’occupazione dei beni ecclesiastici da parte dello Stato.

Gli hussiti si divideranno in due correnti, una più radicale, detta dei taboriti (dalla città di Tabor, dove si stabilirono dal 1420) e l’altra più moderata, detta degli utraquisti, che rivendicavano anche per i laici l’eucarestia sotto “entrambe le specie” del pane e del vino.

Contro gli hussiti Roma condusse, senza successo, cinque crociate, finché nel 1436 decise di giungere a un accordo con i moderati, sulla cui base sorse in Boemia la Chiesa utraquista (o calistina, dal latino calix, “calice”) che durò fino al 1629. Dal taborismo si sviluppò invece la comunità dei Fratelli Boemi o Moraviani tuttora esistente.