1. a settimana tempo di Avvento
Avvenne il 3 dicembre…
1922 – Istituzione del parco nazionale del Gran Paradiso.
1944 – In Grecia scoppia la guerra civile fra comunisti e monarchici.
1967 – A Città del Capo viene effettuato il primo trapianto di cuore dal team di Christian Barnard.
1973 – La sonda Pioneer 10 invia sulla Terra le prime immagini ravvicinate di Giove.
1984 – India: una perdita di isocianato di metile da una fabbrica di fitofarmaci uccide più di 3.800 persone e intossica fra le 150.000 e le 600.000 e passa alla storia come disastro di Bhopal.
Aforisma di S. Francesco Saverio
“Se non puoi fare quello che vuoi, cerca di volere quello che puoi.”
Santo del giorno
Preghiera Colletta
O Dio, che hai chiamato alla fede molti popoli con la predicazione di san Francesco Saverio, concedi che il cuore dei tuoi fedeli arda dello stesso fervore missionario e che la santa Chiesa si allieti su tutta la terra di nuovi figli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Parola di dio Matteo 15,29-37
Gesù giunse al mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino».
E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.».
Riflessione Don Arturo Bellini commenta don Bepo
«Ostacoli allo sviluppo della Fede: l’irriflessione». Don Giuseppe Vavassori (dialoghi domenicali 9/4/1967). In modo sintetico, don Bepo pone nella mancanza di riflessione e nella superficialità nell’affrontare la vita uno degli ostacoli allo sviluppo della fede. Mi ha sempre colpito il primo capitolo della pubblicazione intitolata “Sequela” scritta dal pastore protestante Bonhoeffer e incentrata sulla grazia a «caro prezzo». Contro la superficialità spirituale di chi pretende di addomesticare il cristianesimo egli ricorda che a Gesù la nostra vita è costata il «caro prezzo» del suo sangue.
Per questo il pastore – morto nel campo di concentramento di Flossenbürg ottant’anni fa – non si stanca di sottolineare l’importanza della confessione individuale. Solo là dove il peccato è chiamato per nome e dove la parola del perdono proviene dall’esterno, attraverso un altro essere umano, i comandamenti di Dio e il Vangelo sono vissuti fino in fondo sul piano personale. Diversamente, si entra nella mentalità mercantile della «grazia a buon mercato», che non viene da Dio, ma che siamo inclini a concedere a noi stessi, senza che la nostra vita possa esserne trasformata.
Chi non prende sul serio la vita cristiana e non approfondisce le cose vive da surfista sulle onde. Ma vivere alla giornata, così come capita, senza mai porsi domande sul senso delle cose, senza mai problematizzare la realtà, conduce a lasciarsi prender la mano da futilità e banalità pilotate dal mercato dalle voglie personali. Lo sviluppo della fede è un continuo “ricominciare”. L’impegno per crescere nella fede non si lascia piegare dalle delusioni, ma sa guardar lontano con speranza.
Intenzione di preghiera
Preghiamo per le missioni cattoliche in tutto il mondo e per i missionari chiamati a potare il lieto annuncio del Vangelo fino ai confini della terra.
Don’t Forget! Patronato S. Vincenzo ADORAZIONE CONTINUA
Domenica 30 novembre, alle ore 12 nella chiesa della Casa Centrale del Patronato San Vincenzo ha preso il via l’adorazione continuata 24 ore per 24. TRE LE FINALITÀ indicate:
- Prima finalità: la PACE in un tempo di sanguinosi conflitti. Senza l’altro non c’è “io”. Lo ha detto il papa in Turchia per sottolineare che una società è viva se è plurale. Oggi le comunità umane sono sempre più polarizzate e lacerate da posizioni estreme, che le frantumano.
- Seconda finalità: per il nostro SEMINARIO e le VOCAZIONI alla vita sacerdotale, alla vita consacrata nei monasteri, negli istituti religiosi e nelle forme di vita consacrata secolare. La messe attende operai: il mondo attende donne e uomini donati a Dio e per questo impegnati a modificare la traiettoria dello sviluppo e a riparare i danni già inferti all’unità della famiglia umana.
- La terza finalità è strettamente legata al Patronato S. V. che quest’anno ricorda il 50° della morte del servo di Dio don Bepo e il prossimo anno – 2026/2027 – celebrerà i cento anni delle sue origini.
La proposta dell’adorazione è stata fatta a tutte le componenti del Patronato: amici, benefattori, volontari e fedeli. Si sono attivati per informare e coinvolgere una volontaria della Casa centrale e le segreterie della scuola professionale di Bergamo, Endine e Clusone e la fondazione Resmini di Sorisole. La proposta ha ricevuto l’adesione di oltre 230 (duecentotrenta) fedeli che partecipano alla S. Messa festiva al Patronato, e di venti ospiti africani. Inoltre hanno aderito il seminario e i monasteri della nostra diocesi, i monasteri di Monza, Seregno, Ghiffa, e Betlemme, dove l’adorazione fa parte del carisma, come anche gli Istituti religiosi delle Sacramentine di Bergamo e delle Adoratrici Rivolta d’Adda che, in forma diffusa, vivono l’adorazione che è il cuore del cristianesimo.
Anche altri istituti e parrocchie hanno condiviso la proposta. Un sussidio – con gli atti di dolore, di fede, speranza e carità e i misteri del rosario – accompagnerà la sosta orante davanti all’Eucarestia oppure si potrà stare semplicemente in silenzio meditando la Parola di Dio. Il tempo dato a Dio non solo non è mai tempo perso, anzi è necessario per mettere ordine nei molteplici problemi e impegni che riempiono l’agenda di ogni giorno. La tentazione di abbandonare la preghiera per impegnarsi nel sociale è alla porta in ogni ora.
Madre Teresa di Calcutta e prima di lei tante donne e tanti uomini di Dio, don Bepo compreso, ci insegnano invece una verità profonda: «senza Dio siamo troppo poveri per aiutare i poveri». La vita del Patronato e di ogni comunità cristiana non può nella preghiera accontentarsi del minimo, perché l’amore esige sempre il massimo.