Riflessione del giorno

mercoledì 31 luglio ’19

By Patronato S. Vincenzo

July 31, 2019

 

 

nell’immagine in dipinto di Alessandro Busci

 

 

Proverbio del giorno

«Nella prosperità il padre; nell’avversità la madre (India)»

 

Iniziamo la Giornata pregando (Preghiera di S. Ignazio)

Prendi, Signore, e accetta tutta la mia libertà, la mia memoria, il mio intelletto, e tutta la mia volontà, tutto ciò che ho e possiedo; tu mi hai dato tutte queste cose, a te, Signore, le restituisco; sono tutte tue, disponine secondo la tua volontà. Dammi il tuo amore e la tua grazia: questo solo mi basta”.

 

 

Ascoltiamo la Parola di Dio Matteo 13,44-46.

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».

 

Riflessione Per Il Giorno (Scritti di S. Ignazio di Loyola)

L’uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e così raggiungere la salvezza; le altre realtà di questo mondo sono create per l’uomo e per aiutarlo a conseguire il fine per cui è creato. Da questo segue che l’uomo deve servirsene tanto quanto lo aiutano per il suo fine, e deve allontanarsene tanto quanto gli sono di ostacolo. Perciò è necessario renderci indifferenti verso tutte le realtà create (in tutto quello che è lasciato alla scelta del nostro libero arbitrio e non gli è proibito), in modo che non desideriamo da parte nostra la salute piuttosto che la malattia, la ricchezza piuttosto che la povertà, l’onore piuttosto che il disonore, una vita lunga piuttosto che una vita breve, e così per tutto il resto, desiderando e scegliendo soltanto quello che ci può condurre meglio al fine per cui siamo creati. Non giurare, né per il Creatore né per la creatura, se non con verità, per necessità e con riverenza. E’ dello spirito cattivo rimordere, rattristare, porre difficoltà e turbare con false ragioni, per impedire di andare avanti. E’ dello spirito buono dare coraggio ed energie, consolazioni e lacrime, ispirazioni e serenità, diminuendo e rimuovendo ogni difficoltà, per andare avanti nella via del bene.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per tutti noi, perché non perdiamo la capacità di contemplare e ringraziare

 

Don’t Forget! – I santi della carità

Don Oreste Benzi (1925-2007)

Nasce in un paesino a 20 km da Rimini, da una povera famiglia di operai, settimo di 9 figli. All’età di 12 anni (nel 1937) entra in seminario ed è ordinato sacerdote il 29 giugno 1949. Il 5 luglio dello stesso anno è cappellano della parrocchia di S. Nicolò a Rimini. Nel 1950 viene chiamato in seminario a Rimini come insegnante e diventa vice-assistente della Gioventù Cattolica di Rimini. È in questo periodo che matura in lui la convinzione dell’importanza di essere presenti ai giovani adolescenti (la fascia dei cosiddetti teen-agers) nei quali si formano i metri di misura definitivi dei valori di vita. Riteneva fondamentale, infatti, realizzare una serie di attività che favorissero un «incontro simpatico con Cristo». Nel progetto rientra anche la costruzione di una casa alpina ad Alba di Canazei (TN) per soggiorni di adolescenti, realizzata dal 1958 al 1961. Mantenendo l’impegno fra gli adolescenti, nel 1953 divenne direttore spirituale nel seminario di Rimini per i giovani nella fascia di età dai 12 ai 17 anni. Attraverso tale compito egli ha potuto approfondire la conoscenza dell’animo giovanile.

Nel frattempo insegna religione alla scuola agraria S. Giovanni Bosco di Rimini, frequentata dagli adolescenti nei primi tre anni dopo le elementari. Questo ruolo costituisce per lui un ulteriore punto di osservazione e campo di azione nel mondo giovanile. Nel 1959 viene trasferito al liceo ginnasio Statale “Giulio Cesare”, poi nel 1963 al liceo scientifico “Alessandro Serpieri” di Rimini, e infine nel 1969 al liceo scientifico “A. Volta” di Riccione. Proprio in questi anni inizia a lavorare con alcuni giovani che decidono di impegnare le vacanze nell’animazione dei soggiorni montani per adolescenti in difficoltà. Nel 1968, con questi giovani e con alcuni sacerdoti dà vita all’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Grazie alla disponibilità a tempo pieno di alcuni giovani, Oreste Benzi guida l’apertura della prima Casa-famiglia dell’Associazione a Coriano (Rimini) il 3 luglio 1972. La Comunità Papa Giovanni XXIII è riconosciuta dalla Santa Sede nel 2004. Negli anni successivi la sua passione per gli ultimi si estende ai tossicodipendenti, minori senza famiglia, nomadi, persone senza fissa dimora, carcerati, vittime delle sette, donne di strada, anziani; anche in terre di missione.

La passione per l’annuncio di Cristo e il riscatto degli ultimi lo vede partecipare dagli anni ‘80 a programmi televisivi e radiofonici sulla fede e delicate questioni sociali; tiene rubriche su quotidiani locali e nazionali e non manca di nutrire con il “Pane Quotidiano” della Parola, commentando il Vangelo ogni giorno. Conosciuto come “il prete dalla tonaca lisa” partecipa a incontri e manifestazioni in Italia e nel mondo. In questo vortice d’impegni e di pesanti responsabilità è sempre sereno e sorridente. Don Oreste Benzi muore il 2-11-2007 in seguito a un attacco cardiaco all’età di 82 anni. I funerali, officiati da Mons. Lambiasi, si sono svolti al Palacongressi per consentire la partecipazione di quegli “ultimi” che don Oreste Benzi amava. Vi hanno partecipato più di diecimila persone. Un infaticabile apostolo della carità a favore degli ultimi e degli indifesi, capace di farsi carico di tanti gravi problemi sociali che affliggono il mondo contemporaneo. Così Papa Benedetto XVI ha ricordato la figura di don Oreste Benzi