Riflessione del giorno

mercoledì 4 aprile ’18

By Patronato S. Vincenzo

April 03, 2018

 

nell’immagine un quadro di Lucien Freud

 

Proverbio del giorno (Italia)

A chi non vuol credere, poco valgono mille testimoni.

 

Iniziamo la Giornata pregando

Nel primo chiarore del giorno, vestite di luce e silenzio, le cose si destano dal buio, com’era al principio del mondo. E noi che di notte vegliammo, attenti alla fede del mondo, protesi al ritorno di Cristo, or verso la luce guardiamo. O Cristo, splendore del Padre, vivissima luce divina, in Te ci vestiamo di speranza, viviamo di gioia e d’amore. Al Padre cantiamo la lode, al Figlio che è luce da luce; e gloria allo Spirito Santo, che regna nei secoli. Amen.

 

ISIDORO DI SIVIGLIA (560-636)

Ultimo dei Padri latini, fu molto letto nel Medioevo per le sue «Etimologie», utile “somma” della scienza antica. Fu però soprattutto un vescovo zelante preoccupato della maturazione culturale e morale del clero spagnolo. Per questo motivo fondò un collegio ecclesiastico, prototipo dei futuri seminari, dedicato all’istruzione dei candidati al sacerdozio. Dei suoi fratelli due furono vescovi e santi, Fulgenzio e Leandro, che fece da tutore a Isidoro, e una sorella, Fiorentina, fu religiosa e santa. Successe a Leandro nel governo episcopale della diocesi di Siviglia. Presiedette l’importante 4° concilio di Toledo (nel 633). Sapienza, mai disgiunta da profonda umiltà e carità, gli hanno meritato il titolo di «doctor egregius» e l’aureola di santo.

 

Parola di Dio del giorno (Lc 24,13-35)

In quello stesso giorno, il primo della settimana, due discepoli di Gesù erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. 

 

Riflessione del Giorno (Dal Talmud: Sapienza ebraica)

«Da quale parte dell’uomo trarrò la donna?”, si era chiesto l’Onnipotente. “Dalla testa? Sarà troppo orgogliosa. Dall’occhio? Sarà troppo curiosa. Dall’orecchio? Origlierà dietro gli usci. Dalla bocca? Chiacchiererà. Dalla mano? Sarà prodiga” Alla fine prese una parte del corpo molto oscura e ben nascosta, con la speranza di renderla modesta». State molto attenti a far piangere una donna, che poi Dio conta le sue lacrime! La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai piedi perché dovesse essere pestata, non dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale… un po’ più in basso del braccio per essere protetta, e dal lato del cuore per essere Amata.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per tutti gli anziani, gli ammalati, i portatori di handicap, gli infermi e tutti i sofferenti.

 

Don’t forget! – 208° quadro de “1.000 quadri più belli del mondo”

di maturità della giovane artista. La storia biblica (libro di Daniele) della giovane donna e dei due vecchi giudici che la insidiano e la accusano ingiustamente di aver tradito il marito, fu rappresentata da molti pittori: ad Artemisia Gentileschi vengono attribuiti almeno tre dipinti dedicati a tale soggetto, realizzati fra il 1610 e il 1649, ma questo è senz’altro il più innovativo e riuscito. La magistrale padronanza nella resa del nudo femminile (opera senza dubbio di Artemisia), l’impaginazione spaziale coi vecchi libidinosi che sovrastano la giovane, il bel contrasto tra il luminoso corpo della donna e l’opaco sfondo del parapetto, hanno fatto dubitare dell’attribuzione di questa “pittura in chiaro” alla giovanissima figlia di Orazio. Ma firma e data non permettono di dubitare. Colpisce sul piano stilistico l’essenzialità del quadro: non vi sono ancelle con Susanna, né vasche o ruscelli per le abluzioni, né fronde che nascondono i due guardoni. La scena è tenuta dai soli tre protagonisti disposti in modo piramidale coi due anziani appoggiati alla balaustra che confabulano tra loro e Susanna che, sopraffatta dall’evento, tende le mani a voler allontanare la molestia dei due. E non si può fare a meno di riflettere sul soggetto, una donna insidiata sessualmente da uomini maturi e ricattatori, che appare premonitore di ciò che accadrà all’autrice di lì a poco.