VII Settimana del Tempo Pasquale
un frame da Pinocchio (2013) di Enzo d’Alò – disegni di Lorenzo Mattotti
S. FRANCESCO CARACCIOLO
Si chiamava Ascanio e aveva il recapito presso la Congregazione dei Bianchi della Giustizia, che si dedicava all’assistenza dei condannati a morte, dove operava anche un altro sacerdote suo omonimo. Un giorno giunse una lettera dell’abate di S. Maria Maggiore di Napoli che si rivolgeva ad Ascanio Caracciolo – ma a quale dei due? – per chiedergli di collaborare alla fondazione dell’ordine dei Chierici Regolari Minori. Il postino recapitò la lettera al giovane sacerdote, nato nel 1563 a Chieti e trasferitosi a Napoli a 22 anni per completarvi gli studi teologici. All’eremo di Camaldoli scrisse la Regola, approvata poi nel 1588. L’anno dopo Ascanio emetteva i voti religiosi assumendo il nome di Francesco. Nel 1593 la Congregazione tenne il primo capitolo generale e Francesco dovette accettare la carica di preposito. Morì il 4 giugno 1608.
La Parola di Dio del giorno (Giovanni 17,11b-19)
In quel tempo, Gesù così pregò: «Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi. Quand’ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi…Ma ora vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità.”
Il Quadro della settimana – 17° quadro della serie i 1000 quadri più belli del mondo
“Madonna Ruccellai o maestà di Duccio” – Duccio di Boninsegna – tempera e oro su tavola – 1285 – Galleria Uffizi – Firenze
Duccio di Boninsegna (Siena 1255-1319) fu uno dei più importanti pittori senesi del XIII secolo. L’opera è una pala d’altare commissionata dalla Compagnia dei Laudensi di Firenze, Confraternita di devoti alla Vergine. Collocata in S. Maria Novella, fu poi spostata nella cappella Ruccellai, nobile famiglia fiorentina, dalla quale prese il nome. La tavola è la più grande del sec. XIII che ci sia pervenuta e venne dipinta dal pittore senese, allora giovane e in patria straniera (Firenze e Siena erano due repubbliche diverse). L’opera si ispira alla Maestà di Cimabue dipinta pochi anni prima (cfr sotto) con la stessa disposizione del trono in tralice, la stessa inclinazione dei volti, i medesimi gesti della madre col figlio, la stessa impostazione della cornice. Il tema però è qui rappresentato con una nuova sensibilità, più “gotica”, carico di ancora maggiore dolcezza nei volti e nella dolente umanità che supera i rigidi schematismi bizantini, facendo eco all’importanza tributata nel Duecento ai culti mariani.
La Madonna Rucellai è più aristocratica e raffinata; i volti dei personaggi, sebbene ancora enigmatici, sono più dolci e gentili, la Vergine sembra quasi abbozzare un sorriso. Gesù bambino siede con fare deciso in grembo alla Madre e rivolge a lei un gesto che costituisce un elemento di innovazione rispetto alla tradizione pittorica precedente. Lo stile bizantino però rimane evidente soprattutto nella raffigurazione degli angeli che sembrano sospesi in aria e nei medaglioni della cornice che rappresentano personaggi biblici. Rispetto non solo alla Maestà di Cimabue, ma anche alle altre Madonne (Gualino e Crevole) di Duccio, la “Ruccellai” presenta caratteristiche di rottura con il passato e di dialogo con lo stil novo (lo stile gotico) che si affacciava d’Oltralpe sulla penisola italiana: il tentativo di dare profondità e struttura all’immagine, la linea elegante e nervosa del manto, i gesti e le espressioni vive e spontanee della Madre e del Figlio sono l’annuncio di quella rivoluzione pittorica che si compirà con Giotto e segnerà in modo irreversibile il corso dell’arte italiana ed europea.
Preghiera del giorno – Preghiera
Ascolta Signore la voce delle vittime delle guerre e violenze tra gli individui e le nazioni; la voce di tutti i bambini che soffrono. Ascolta la mia voce, quando ti prego di infondere nei cuori la saggezza della pace, la forza della giustizia e la gioia dell’amicizia. Dona capacità e forza per poter sempre rispondere all’odio con l’amore, all’ingiustizia con dedizione alla giustizia, al bisogno con la nostra partecipazione, alla guerra con la pace. O Dio, ascoltami e concedi al mondo la Tua pace.
Intenzione del giorno
Preghiamo per tutti gli alunni delle scuole del Patronato e per le loro famiglie
Don’t forget! …Ricorda!
PATRONATO S. VINCENZO: FINE DELL’ANNO SCOLASTICO
04/06/1961: muore don Mario Morandi, sacerdote del Patronato
Le Nazioni Unite “sconvolte dal numero di bambini innocenti vittime di atti d’ aggressione”, hanno dichiarato il 4 giugno GIORNATA DELL’INFANZIA VITTIMA DI VIOLENZA