Proverbio del giorno
L’amicizia è una strada che scompare nella sabbia se non la si percorre con continuità. (Congo)
Iniziamo la Giornata Pregando
Padre nostro, per mezzo di tuo figlio Gesù Cristo hai dato la salvezza al mondo. Fa’ che riconosca il bene che si trova davanti a me come compito da portare a termine. La luce dello Spirito Santo mi permetta di essere vigile, al servizio del tuo amore, tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen
Guala Vescovo. Nato verso il 1180 da nobile famiglia, Guala era già prete quando incontrò S. Domenico che cercava nuovi membri per l’ordine da lui fondato: Guala diventò suo collaboratore. Eletto Vescovo di Brescia nel 1242 si ritirò nel monastero di Astino fino alla sua morte nel 1244.
Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno Luca 4,38-44.
Gesù uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all’istante, la donna cominciò a servirli. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano demoni gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro. Egli però disse: «Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
La riflessione del giorno (Racconti russi)
Due amici camminavano per un bosco quando balzò fuori un orso. Il primo si diede alla fuga, si arrampicò sopra un albero e si nascose tra i rami; il secondo rimase sul sentiero. Non gli restava altro da fare che buttarsi a terra e fingersi morto. L’orso gli si accostò e prese ad annusarlo; e l’uomo smise persino di respirare. L’orso gli fiutò il viso e, credendo che fosse morto e si allontanò. Quando l’orso scomparve, l’altro compagno scese dall’albero e, ridendo, disse: “Cosa ti ha detto l’orso all’orecchio?”. E l’amico rispose: “Mi ha detto che valgono molto poco quegli uomini che fuggono nel pericolo abbandonando i loro compagni”.
Intenzione del giorno
Preghiamo perché sappiamo coltivare la grande virtù del silenzio interiore ed esteriore.
4-09-1965: muore ALBERT SCHWEITZER, grande benefattore dell’umanità, premio Nobel per la pace, oltre che medico, musicista, filantropo, filosofo, biblista, missionario e teologo luterano…una personalità ancora attuale nonostante siano passati più di 50 anni.
E Don’t forget…
Compleanno di don JAN HEEFFER nato a Tilburg (Olanda) il 04-09-1948. A lui i nostri più cari auguri! Il personaggio della settimana: Santi della Carità S. Martino di Tours (Pannonia oggi Ungheria 316/317 – Candes Francia 8-11-397)
Quattromila chiese dedicate a lui in Francia e il suo nome dato a migliaia di paesi e villaggi; come anche in Italia, in altre parti d’Europa e nelle Americhe: Martino il supernazionale. Nasce in Pannonia (Ungheria) da famiglia pagana, e viene istruito sulla dottrina cristiana, senza però il battesimo. Figlio di un ufficiale dell’esercito romano, si arruola giovanissimo, nella cavalleria imperiale, prestando poi servizio in Gallia. E’ in quest’epoca che si colloca l’episodio famosissimo di Martino a cavallo, che con la spada taglia in due il suo mantello militare, per difendere un mendicante dal freddo. Lasciato l’esercito nel 356, raggiunge a Poitiers il vescovo Ilario. Martino ha già ricevuto il battesimo e Ilario lo avvia al sacerdozio. Per la sua lotta all’arianesimo, il vescovo Ilario viene esiliato in Frigia (Asia Minore); e Martino fa probabilmente un viaggio in Pannonia, e verso il 356 passa anche per Milano. Più tardi lo troviamo in eremitaggio alla Gallinaria, isolotto roccioso davanti ad Albenga, già rifugio di cristiani al tempo delle persecuzioni. Di qui torna poi in Gallia, dove riceve il sacerdozio da Ilario, rimpatriato nel 360. Un anno dopo fonda a Ligugé (presso Poitiers) una comunità di asceti, che è considerata il primo monastero databile in Europa. Nel 371 viene eletto vescovo di Tours, ma risiede nell’altro monastero da lui fondato: Marmoutier. Di qui intraprende la sua missione per cristianizzare le campagne. Non ha la cultura di Ilario, e rimane il soldato sbrigativo che era, come quando abbatte edifici e simboli dei culti pagani, ispirando più risentimenti che adesioni. Ma l’evangelizzazione riesce perché si fa protettore dei poveri contro lo spietato fisco romano, promuove la giustizia tra deboli e potenti. Con lui le plebi rurali rialzano la testa. Sapere che c’è lui fa coraggio. Questo spiega l’enorme popolarità in vita e la crescente venerazione successiva. Quando muore a Candes, verso la mezzanotte di una domenica, si disputano il corpo gli abitanti di Poitiers e quelli di Tours. Questi ultimi, di notte, lo portano poi nella loro città.
nell’immagine un dipinto di Andrew Wyeth