Riflessione del giorno

mercoledì 5 aprile ’17

By Patronato S. Vincenzo

April 04, 2017

 

l’immagine è una fotografia di Richard Kalvar

 

Proverbio del giorno

“L’atto di fare il primo passo è ciò che separa i vincitori dai perdenti”

 

Iniziamo la Giornata Pregando (Canto Liturgico)

Ho detto a Dio senza di te alcun bene non ho. Stupenda è la mia eredità. Benedetto sei Tu, sempre sei con me. Custodiscimi, mia forza sei Tu. Custodiscimi, mia gioia Gesù. Ti pongo sempre innanzi a me: al sicuro sarò mai vacillerò. Via, verità e vita sei: mio Dio credo che tu mi guiderai. Amen

 

VINCENZO FERRER

Nato a Valencia nel 1350, Vincenzo si trovò a vivere al tempo del grande scisma d’Occidente. Giovane domenicano, fu notato dal legato del papa avignonese. Si rese conto che la Chiesa aveva bisogno di unità e riforma morale e cominciò l’attività di predicatore. Nel 1394 il de Luna diviene papa col nome di Benedetto XIII: lo nomina consigliere. Egli intensifica la sua attività ma nel 1398 si ammala e in visione gli appare Gesù che lo guarisce e gli ordina di predicare. Contribuisce alla fine dello scisma e al miglioramento dei costumi. Muore a Vannes nel 1419.

 

Parola di Dio del Giorno

Gesù disse a Nicodemo: «In verità ti dico: dovete rinascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». Replicò Nicodemo: «Come può accadere questo?».  Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose?  In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza.  Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo?  Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo. Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

 

Riflessione Per Il Giorno (consigli educatovi di Don Bosco)

1) LA PUNIZIONE SIA L’ULTIMA RATIO

Nella mia carriera di educatore, quanto spesso l’ho dovuto constatare! E’ dieci volte più semplice perdere la pazienza che controllarla, minacciare un ragazzo che persuaderlo. È più gratificante per il nostro orgoglio punire chi ci oppone resistenza piuttosto che affrontarlo con ferma gentilezza.

2) L’EDUCATORE SI FACCIA AMARE, SE VUOLE FARSI TEMERE

In questo caso la sottrazione di benevolenza è un castigo, ma un castigo che eccita l’emulazione, dà coraggio e non avvilisce mai. Ogni educatore deve farsi amare se vuole essere temuto.

3) I CASTIGHI NON SI DIANO IN PUBBLICO, MA IN PRIVATO

Solo se si deve evitare o rimediare a uno scandalo permetterei correzioni o punizioni pubbliche.

4) LE PERCOSSE…E ALTRI CASTIGHI SIMILI SI DEBBONO EVITARE

Sono proibiti dalle leggi civili. Irritano grandemente i giovani ed avviliscono l’educatore.

5) L’EDUCATORE FACCIA CONOSCERE REGOLE, PREMI E CASTIGHI STABILITI

In modo che l’allievo non si scusi dicendo che non sapeva che ciò fosse proibito o comandato: si ha bisogno di confini e nessuno è sicuro se viene lasciato a briglia sciolta

6) FERMI NEL VOLERE IL BENE E NELL’EVITARE IL MALE, MA GENTILI E PRUDENTI.

Il vero successo deriva solo dalla pazienza; l’impazienza diffonde malcontento tra i migliori. La carità è la cura di tutto, anche se è lenta nel raggiungere i suoi obiettivi.

7) CHE L’OMBRA DELLA RABBIA NON OFFUSCHI IL NOSTRO VOLTO

L’autocontrollo regni su tutto il nostro essere – mente, cuore e labbra. In certi momenti difficili, un’umile preghiera a Dio è molto più utile di un violento accesso di rabbia.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per gli insegnanti, i genitori e tutti gli educatori…

 

Don’t forget: 05/04/1997: muore don Angelo Bena prete del PSV

 

MARTIRI DI OGGI

FATHI SAID EBEID l’11-01-2011 era sul treno che porta dal Cairo ad Assiut. In quei giorni la tensione tra i fondamentalisti islamici e i copti era alta. Un poliziotto, Amer Ashur, sale sul treno e spara ai passeggeri. Ebeid (71 anni) muore, suo moglie, di 61 anni, rimane ferita insieme ad altri 4 cristiani. Mons. Morcos, vescovo copto di Salamut, dichiara: “Questo pazzo è andato avanti e indietro sul treno cercando i cristiani. Vedendo un gruppo di donne senza il velo, ha pensato che fossero cristiane e ha sparato, gridando ‘Allahu Akbar’ (Dio è grande)”.