nell’immagine un dipinto di Ettore Tito
Proverbio del Giorno
««E’ l’assetato che va al pozzo, non è il pozzo che va a lui (India)»»
Iniziamo la giornata pregando
Dio Padre, ti offro fin d’ora tutto ciò che mi succederà, in particolare le prove che dovrò superare, per rimediare alle ferite inflitte dai miei peccati al tuo Figlio unigenito. Aiutami a mostrare la mia solidarietà col tuo Figlio diletto, Gesù Cristo, nell’unico modo possibile e cioè solidarizzando con i poveri, i sofferenti e i bisognosi che oggi mi farai incontrare. Amen
Bonifacio, Vescovo e martire.
Bonifacio o Winfrid apparteneva a nobile famiglia inglese del Devonshire, dove nacque nel 673. Professò la regola monastica e iniziò l’evangelizzazione dei popoli germanici: in 3 anni percorse gran parte del territorio. A Roma, ebbe dal papa l’ordinazione episcopale e il nuovo nome di Bonifacio. Fondò l’abbazia di Fulda che diventò centro propulsore di spiritualità e cultura religiosa tedesche. Come sede arcivescovile scelse la città di Magonza. Morì nel 754
Ascoltiamo la Parola di Dio (Giovanni 17,11b-19)
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, così pregò: «Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi. Quand’ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».
Riflessione Per Il Giorno (Coelho: la preghiera della rana)
Un uomo molto pio attraversava un momento difficile, così cominciò a pregare in questo modo: “Signore, ricordati di tutti quegli anni in cui ti ho servito come meglio ho potuto, senza chiedere nulla in cambio. Ora che sono vecchio e squattrinato, vorrei chiederti un piacere per la prima volta nella vita e sono sicuro che non mi dirai di no: fammi vincere alla lotteria”. Passarono giorni, poi settimane e poi mesi, senza che accadesse nulla. Alla fine, disperato, una sera egli gridò con quanto fiato aveva in gola: “Signore, perché non mi dai una mano?” All’improvviso sentì la voce di Dio che replicava: “Dammela tu! Perché non compri un biglietto della lotteria?”
Intenzione del giorno
Preghiamo per coloro che non credono e sono indifferenti alla fede, incapaci di speranza e di carità
Don’t forget! I santi della carità: beato Sebastiano Valfré (1629-1710)
SEBASTIANO VALFRÉ è un anticipatore di quella grande stagione di santità che coinvolse il Piemonte nei secoli XVIII e XIX. Nacque a Verduno nel comune di Alba, il 9 marzo 1629 da umile ma religiosa famiglia; a 16 anni si recò a Torino per gli studi filosofici, si laureò in teologia nel 1650 e fu ordinato sacerdote. Fu un precursore dei tempi moderni riguardo la tolleranza e la comprensione del mondo spirituale ebraico, la tradizione biblica e del dramma di questi immigrati. Divenuto oratoriano della Congregazione Filippina di Torino, iniziò un’opera di mediazione e integrazione fra l’aristocrazia piemontese e la popolazione cittadina e rurale che viveva una grande povertà, mentre la ricchezza era accentrata nelle mani pochi nobili. Si fece questuante per il popolo e i possidenti piemontesi e della Savoia accettarono quest’opera e collaborarono coi loro beni, la sua opera d’aiuto ai bisognosi; smosse anche i ricchi spagnoli e persino olandesi e francesi.
Divenne il padre dei bisognosi e i possidenti facevano a gara nell’affidargli cifre cospicue per i suoi scopi. Altro aspetto della sua carità fu quella della visita agli ammalati, svolta con la collaborazione di un gruppo di giovani oratoriani, specialmente durante l’assedio di Torino del 1706 da parte dei francesi (fra i feriti aiutati vi fu anche l’eroico Pietro Micca di cui fu il confessore). Altri campi in cui si dedicò, furono le carceri, gli ospizi, l’assistenza economica a vedove e orfani, l’aiuto ai Valdesi colpiti dagli editti restrittivi. Fu in ottimi rapporti con la Corte savoiarda che gli permise di attuare le sue iniziative sul campo sociale Per la sua attività di assistenza spirituale alle truppe savoiarde durante la guerra contro i francesi è stato nominato patrono dei cappellani militari. Si spense il 30 gennaio 1710 lasciando il rimpianto unanime per l’immensa opera caritatevole svolta e un discreto numero di scritti di ascetica e di sacra predicazione. Fu beatificato il 15 luglio 1834 da papa Gregorio XVI.