Thomas Benjamin Kennington https://www.tuttartpitturasculturapoesiamusica.com

Riflessione del giorno

mercoledì 6 febbraio ’19

By Patronato S. Vincenzo

February 05, 2019

 

nell’immagine un dipinto di Thomas Benjamin Kennington

 

 

Il Proverbio del giorno (Proverbio Tuareg)

Mettiti in cammino anche se l’ora non ti piace. Quando arriverai l’ora ti sarà comunque gradita.

 

Iniziamo la Giornata Pregando

Ti benedico o Padre, all’inizio di questo nuovo giorno. Accogli la mia lode e il mio grazie per il dono della vita e della fede. Con la forza del tuo Spirito guida i miei progetti e le mie azioni: fa’ che siano secondo la tua volontà. Liberami dallo scoraggiamento davanti alle difficoltà e da ogni male. Rendimi attento alle esigenze degli altri. Proteggi con il tuo amore la mia famiglia. Così sia.

 

FRANCESCO SPINELLI. Milano, 14 aprile 1853 – 6 febbraio 1913

Nativo di Rivolta d’Adda nel territorio di Cremona, Francesco Spinelli, sacerdote, tra sofferenze e continue difficoltà sopportate con esemplare pazienza, fondò e guidò la Congregazione delle Suore Adoratrici del S. Sacramento

 

Ascoltiamo la Parola di Dio (Marco 6,1-6)

Gesù venne nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: «Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Joses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». E si scandalizzavano di lui. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando.

 

BREVE COMMENTO AL VANGELO

Gesù era uno come gli altri, si presentava senza tratti straordinari, appariva fragile come ogni essere umano. Così quotidiano, così dimesso, senza qualcosa che nelle sue vesti proclamasse la sua gloria e la sua funzione, senza un “cerimoniale” fatto di persone che lo accompagnassero e lo rendessero solenne nell’apparire tra gli altri. Per questo occorre la fede per credere in Lui e vederlo così com’è nel profondo: il Figlio di Dio, Dio stesso.

 

Riflessione Per Il Giorno (La preghiera della Rana di Coelho)

Una chiesa o una sinagoga per sopravvivere ha bisogno di raccogliere fondi. In una sinagoga ebraica non passavano con il piattino per la colletta come fanno nelle chiese cristiane, ma vendevano biglietti per dei posti riservati nelle feste solenni, poiché quelle erano le occasioni in cui i fedeli accorrevano più numerosi ed erano più generosi. In una di queste festività, arrivò alla sinagoga un ragazzino in cerca di suo padre, ma l’usciere non lo lasciò entrare perché non aveva il biglietto. “Stia a sentire”, disse il giovinetto, “è una faccenda molto importante”. “Dicono tutti così”, replicò l’usciere, per nulla turbato. Il ragazzo fu preso dalla disperazione e cominciò a supplicare: “Per favore, signore, mi lasci entrare. È una questione di vita o di morte. Resterò solo un minuto”. L’usciere cedette “Va bene, se è proprio così importante”, disse, “ma fa’ che non ti sorprenda a pregare!”

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per la minoranza cattolica nei paesi arabi dopo la recente visita del Papa.

 

Don’t Forget! – 256° quadro de “1.000 quadri più belli del mondo”

 

Il pittore olandese EMANUEL DE WITTE (1617/’18 – 1692) nel 1636 entrò nella Gilda di San Luca di Alkmaar, la sua città natale e nel corso degli anni 1640 si stabilì a Delft, prima di trasferirsi ad Amsterdam nel 1652. Qui trascorse il resto della sua vita fin quando, gravato da problemi finanziari e da una difficile situazione familiare, si suicidò impiccandosi sotto il ponte di un canale. Rottasi la corda e caduto nel canale, il suo corpo fu nascosto dal ghiaccio formatosi di notte e venne ritrovato solo molte settimane dopo. I suoi esordi artistici sono caratterizzati dalla pittura di figure e ritratti, assimilando varie influenze culturali. Verso la metà del secolo si specializzò in un genere a lui più consono e che divenne suo tipico, quello della pittura di architetture, in particolare di interni di chiese,

delle quali era capace di rendere le più sottili notazioni luminose dell’atmosfera. Gran parte dei suoi lavori si basavano su edifici reali, sebbene con gli adattamenti pittorici resi necessari dalle esigenze artistiche: la sua rappresentazione dell’architettura non è infatti mai una mera riproduzione come quella del suo collega – agli antipodi – Pieter Jansz Saenredam, ma un’interpretazione emozionale, in cui la luce e la scelta delle situazioni e dei personaggi contribuisce a rendere un sentimento legato al momento. Si notino i contrasti fra le zone di luce e quelle di ombra che fanno vibrare l’architettura e la rendono viva; la capacità di scorciare l’interno e la solennità della resa architettonica insieme alla capacità di tradurre visivamente i vari piani di profondità. I vivaci interni di chiese di De Witte (come quello che oggi presentiamo) sono popolati da persone vestite come in questo caso di abiti dal colore sobrio come imposto dal calvinismo imperante allora in Olanda. Il pastore che predica dal pulpito non impedisce a molti di continuare a fare le loro cose ed è curiosa anche la presenza del cane, gustosi dettagli di vita che nulla tolgono alla solennità del rito, anzi lo rendono ancor più significativo.