Iniziamo la giornata Pregando (Juan Ramon Jimenez)
Io non sono l’io di cui ho coscienza, io sono un presenza che cammina accanto a me senza che io la veda. Colui con cui a volte riesco a mettermi in contatto e che altre volte dimentico, io sono colui che rimane in silenzio quando parlo, colui che perdona, dolce, quando odio, colui che passeggia là dove non sono colui che rimarrà vivo, quando io muoio.
Ascoltiamo la Parola di Dio (Mt 10,1-7)
Chiamati a sé i dodici discepoli, Gesù diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e guarire ogni sorta di malattie e d’infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone chiamato Pietro, Andrea suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, che poi lo tradì. Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino».
Riflessione Per Il Giorno (Andrea Tornielli sull’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco. 1.a parte)
L’uomo non è il cancro del pianeta e la soluzione dei problemi ambientali non è la riduzione della presenza degli esseri umani sulla terra, ma passa attraverso una responsabilità comune: cibo e risorse ci sono per tutti, basterebbe non sprecarle, non depredarle, distribuirle più equamente. E così come è umana la responsabilità del degrado ecologico, delle disuguaglianze, dello sfruttamento indiscriminato, allo stesso modo è umana la via d’uscita dalla crisi. La grande apertura manifestata da Francesco nell’enciclica «Laudato si’» verso molte istanze dei movimenti ambientalisti non è incondizionata. Tutt’altro. In diverse e puntuali pagine del nuovo documento, che lega indissolubilmente questione ambientale ed ecologica e questione sociale, il Papa mette bene in chiaro le contraddizioni di quanti combattono la manipolazione genetica delle sementi e si battono contro la sperimentazione sugli animali. Ma al tempo stesso giustificano l’aborto o la manipolazione sugli embrioni umani vivi, interessandosi molto delle balenottere e per nulla dei migranti che affogano, di chi muore di fame e sete. Nell’enciclica, la prima dedicata all’ecologia, il Papa contesta le teorie sulla denatalità propugnate da quanti, «invece di risolvere i problemi dei poveri e pensare a un mondo diverso», si limitano a dire che bisogna ridurre il numero di esseri umani e attraverso «pressioni internazionali» condizionano gli aiuti economici ai Paesi in via di sviluppo» all’attuazione di queste politiche. (fine 1.a parte)
AQUILA E PRISCILLA
coniugi giudeo – cristiani, cari a S. Paolo per la loro fervente e molteplice collaborazione alla causa del Vangelo. Aquila, giudeo originario del Ponto, trasferitosi a Roma, sposò Priscilla (o Prisca).L’apostolo intuì le buone qualità dei due coniugi, quando chiese di essere ospitato nella loro casa a Corinto. I due lo seguirono anche in Siria, fino ad Efeso dove istruirono Apollo. Niente si può asserire con certezza sul tempo, luogo e genere di morte di Aquila e Priscilla.
Intenzione del giorno
Preghiamo per la pace in Afganistan, Siria, Iraq e in tutti i paesi dell’Asia dominati dai conflitti
Don’t forget! …Ricorda! IL RAMADAN 2015
Il mese sacro del digiuno islamico quest’anno è iniziato il 17 giugno e si concluderà il 16 luglio: nel calendario musulmano, esso è il nono mese dell’anno e dura 29 o 30 giorni. In arabo la parola significa “mese caldo”, il che suggerisce che un tempo il ramadan veniva fatto in estate. Il digiuno consiste nell’astenersi dall’alba al tramonto dal bere, mangiare, fumare e far sesso per poi limitarsi a consumare un piccolo (!) pasto serale chiamato iftar dopo una preghiera che interrompe il digiuno fino al mattino successivo. Chi non è può digiunare per malattia o viaggio può essere sollevato dal precetto, ma appena possibile, dovrà recuperarlo. Il Ramadan rappresenta uno dei 5 pilastri dell’Islam e chi lo neghi, sarebbe colpevole di empietà, annullando la sua condizione di musulmano. In alcuni paesi a maggioranza islamica il mancato rispetto del digiuno è addirittura reato penale.